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Rassegna Stampa
12.10.2010 Propaganda anti israeliana dal Sinodo sul Medio Oriente in Vaticano
L'unità ci sguazza e non contraddice mai le dichiarazioni del patriarca copto cattolico Naguib

Testata:
Autore: Roberto Monteforte
Titolo: «Il Vaticano a Israele: sbagliata la fedeltà allo Stato ebraico»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 12/10/2010, a pag. 28, l'articolo di Roberto Monteforte dal titolo " Il Vaticano a Israele: sbagliata la fedeltà allo Stato ebraico ".


Antonios Naguib

Roberto Monteforte riporta le dichiarazioni del patriarca copto cattolico di Alessandria, Antonios Naguib, relatore generale all’assemblea del Sinodo su Israele e la proposta di imporre a chi desidera la cittadinanza israeliana un giuramento di fedeltà a Israele in quanto Stato democratico ed ebraico.
Secondo Naguib, "
È una contraddizione flagrante ai principi democratici ". Scrive Monteforte : "  è emersa la preoccupazione per le condizioni concrete che finiscono per alimentare il conflitto, a partire dalle «molto difficili» condizioni di vita, «spesso insostenibili», cui è costretta la popolazione palestinese, che finiscono per alimentare il «fondamentalismo». Questo - denuncia (Naguib) - ha inevitabili ripercussioni sulla vita dei cristiani nella regione.".
Naguib " 
ha invocato una soluzione giusta e durevole del conflitto - quella «due popoli due Stati» - ha chiesto per Gerusalemme uno statuto che tenga conto dell'importanza della città per le tre religioni: «cristiana, musulmana e ebrea». «Abbiamo bisogno - ha detto - di un riconoscimento basato sulla cittadinanza, la libertà religiosa e i diritti dell'uomo».".
Per quanto riguarda la proposta di legge sull'immigrazione, non lede nessun principio democratico. Esistono leggi simili (e anche più severe) per ottenere la cittadinanza negli Stati Uniti, in Olanda, In Norvegia. Eppure nessuno trova che ci sia niente di strano. Perchè dovrebbe essere diverso per Israele?
Contrariamente a quanto sostiene Naguib, il terrorismo islamico non è alimentato da questa proposta. Esiste da ben prima, le due intifade non sono state scatenate da proposte di legge sull'immigrazione, ma dall'odio dei fondamentalisti islamici per Israele e i suoi cittadini.
La soluzione del conflitto tra Israele e gli arabi è auspicata dal governo Netanyahu che, come dimostrano le dichiarazioni del premier israeliano, è impegnato al raggiungimento di questo risultato. Non si può sostenere lo stesso per la controparte araba. Abu Mazen ha appena rifiutato con sprezzo di riconoscere Israele come Stato ebraico. In cambio Netanyahu offriva una proroga della moratoria sugli insediamenti.
Per quanto riguarda lo status di Gerusalemme, al momento l'accesso ai luoghi sacri è garantito a tutti, indipendentemente dalla religione professata. Gerusalemme è la capitale dell'unica democrazia del Medio Oriente. Non si può dire lo stesso della Gerusalemme pre '67, quella occupata dalla Giordania. Non è ben chiaro, perciò, a che cosa alluda Naguib. In Israele tutti godono degli stessi diritti, cristiani compresi. Non si può sostenere lo stesso per quanto riguarda la situazione a Gaza e nei territori amministrati dall'Anp.
Non si può dire lo stesso nemmeno della situazione dei copti in Egitto, quotidianamente vittime di persecuzioni e senza garanzie da parte dello Stato. Ma su questi punti Naguib non ha fatto commenti. Perchè?
Nemmeno Monteforte si è sognato, nel corso dell'articolo, di commentare e contraddire la propaganda fatta da Naguib, probabilmente perchè la condivide.
Ecco l'articolo:

Preoccupa e non poco i vescovi riuniti in Vaticano per il Sinodo sul Medio Oriente, la decisione di Israele di imporre un giuramento di fedeltà allo Stato ebraico. «È una contraddizione flagrante ai principi democratici » ha affermato il relatore generale all’assemblea del Sinodo, il patriarca copto cattolico di Alessandria, Antonios Naguib. Entra subito nel vivo il dibattito dedicato ai cristiani in Medio Oriente.
COSÌ SI ALIMENTA L’ESTREMISMO
Se domenica scorsa, nella messa di apertura dei lavori, Benedetto XVI aveva invocato «pace e giustizia» per la Terra Santa. Ieri è emersa la preoccupazione per le condizioni concrete che finiscono per alimentare il conflitto, a partire dalle «molto difficili» condizioni di vita, «spesso insostenibili», cui è costretta la popolazione palestinese, che finiscono per alimentare il «fondamentalismo». Questo - denuncia - ha inevitabili ripercussioni sulla vita dei cristiani nella regione. È in questo contesto che per il relatore al Sinodo è da respingere l'approvazione, da parte del governo israeliano, del contestato emendamento alla legge sulla cittadinanza che impone agli aspiranti cittadini di «giurare fedeltà » a Israele in quanto «stato ebraico e democratico». «Nella logica democratica è una contraddizione flagrante e non funziona - ha detto Naguib -. Ed è curioso che avvenga in uno Stato che si dice l'unico Stato democratico del Medio Oriente e del mondo arabo». Il patriarca,infine, che ha invocato una soluzione giusta e durevole del conflitto - quella «due popoli due Stati» - ha chiesto per Gerusalemme uno statuto che tenga conto dell'importanza della città per le tre religioni: «cristiana, musulmana e ebrea». «Abbiamo bisogno - ha detto - di un riconoscimento basato sulla cittadinanza, la libertà religiosa e i diritti dell'uomo». E tocca in primo luogo ai «cristiani orientali» - conclude il patriarca - doversi impegnare per il bene comune, «favorire la democrazia, la giustizia e la pace, la laicità positiva nella distinzione fra religione e Stato e il rispetto di ogni religione». Il patriarca non manca di denunciare gli effetti legati all’avanzata di un «islam politico» e integralista che cerca di imporre a tutti, e «a volte con la violenza», un suo modello di vita. «È così che aumentano gli attacchi contro i cristiani che vivono nei paesi arabi », dove «spesso non si fa distinzione tra religione e politica» e dove i cristiani «si sentono in condizione di non-cittadini». Quello del patriarca è stato un preciso riferimento all’Iraq, «dove i cristiani sono la vittima principale della guerra e delle sue conseguenze ».Una«drammatica condizione », denuncia, non considerata dalla politica mondiale. Papa Benedetto XVI in un’omelia pronunciata a braccio all’apertura dei lavori del Sinodo, ha invocato l'impegno della Chiesa, finanche con il martirio, contro le nuove false divinità che stanno annientando il mondo e, tra queste, ha indicato in prima posizione i mercati finanziari fuori controllo, quei «capitali anonimi che schiavizzano l'uomo» e costituiscono unvero «potere distruttivo». Poi ci sono il «terrorismo ideologico», la «droga che divora», l'immoralità propagata dall'opinione pubblica, che nega valore alla castità o al matrimonio.
NUOVI MARTIRI E FALSI DEI
Infine, il pontefice ha tracciatoun parallelo tra i primi tempi del cristianesimo, quando «il sangue dei martiri» ha «depotenziato le false divinità a partire da quella dell'imperatore» e il mondo di oggi. Anche adesso serve «il sangue dei martiri, il dolore del grido della Madre Chiesa che fa cadere, che trasforma il mondo... che non assorbe i falsi idoli». Un'altra falsa divinità, elenca il pontefice, è il «potere delle ideologie terroristiche che dicono di agire a nome di Dio; ma non è Dio - haammonito -; sono false divinità che devono essere smascherate». Èstato il segretario generale del Sinodo, monsignor Eterovic, introducendo i lavori a dare un nome e un volto a chi ha subito violenza. Ha ricordato monsignor Luigi Padovese, il vicario apostolico di Anatolia e presidente della Conferenza episcopale turca, barbaramente ucciso nel giugno scorso. «Possa egli intercedere per il successo del Sinodo e per il ravvedimento di coloro che sono stati coinvolti nella sua tragica morte», ha affermato, ricordando come la presenza dei cristiani in Terra Santa sia «motivo di speranza per il presente ed il futuro della regione».

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