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Rassegna Stampa
19.07.2010 Udg diffonde a regola d'arte la propaganda di Hamas
in un'intervista a Mahmoud al Zahar, cofondatore del movimento terrorista che governa la Striscia

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «L’Europa può ottenere la fine dell’assedio a Gaza»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 19/07/2010, a pag. 26, l'intervista di Umberto De Giovannangeli al cofondatore di Hamas Mahmoud al Zahar dal titolo " L’Europa può ottenere la fine dell’assedio a Gaza ".

Ecco la posizione di Hamas per quanto riguarda i negoziati con Israele : "Sconfiggere un regime che continua impunemente a opprimere un popolo non è solo un diritto ma un dovere della resistenza palestinese. La religione non c’entra niente in questo discorso. Israele è un nostro nemico non perché è lo Stato degli ebrei ma perché calpesta ogni giorno i nostri diritti e continua ad usurpare la nostra terra ". Dialogare con i terroristi di Hamas ? Il loro obiettivo dichiarato è la cancellazione di Israele, 'reo' di continuare ad "usurpare la terra " dei palestinesi. Non è ben chiaro come Israele, che si è ritirato anno fa dalla Striscia, stia opprimento la popolazione palestinese. Curioso che un terrorista di Hamas che, di fatto, ha instaurato una dittatura nella Striscia, parli di diritti umani. Chissà a che cosa allude, forse al 'diritto' di discriminare le donne, o al 'diritto' di non istituire libere elezioni, o al 'diritto' di lanciare razzi kassam contro la popolazione civile israeliana, oppure al 'diritto' di diffondere la sua propaganda anti israeliana nel mondo...?
Poco importa che prima della fondazione di Israele non esistesse uno Stato palestinese in quella zona, che gli ebrei abbiano comprato a caro prezzo dalla popolazione araba locale la terra. Non che ci sia da aspettarsi da uno dei fondatori di Hamas onestà per quanto riguarda la situazione. Certo, Udg avrebbe potuto fargli notare alcuni 'dettagli', per esempio che Israele si è ritirato dalla Striscia di Gaza anni fa in modo che facesse parte dello Stato palestinese, o che uno Stato palestinese potrebbe esistere dal oltre 60 anni, se i Paesi arabi non si fossero opposti a tempo debito. Ma sarebbe stato pretendere troppo da Udg.
Ecco l'intervista :


Mahmoud al Zahar

Il mondo «si è reso conto che un una pace vera non può escludere la metà di unpopolo e chi lo rappresenta: Hamas. A Gaza la signora Ashton ha potuto vedere con i suoi occhi le conseguenze dell’assedio criminale imposto dagli israeliani; al tempo stesso si è potuta rendere conto di persona della fierezza di un popolo che non si è arreso, che rivendica con orgoglio il proprio diritto all’autodeterminazione. Hamas è parte di questa resistenza, ed è questa la ragione della nostra forza». Nel giorno della visita a Gaza dell’Alta rappresentante per la politica estera europea Catherine Ashton, parla l’uomo forte di Hamas nella Striscia, più volte sopravvissuto alle «eliminazioni mirate » condotte contro di lui dalle forze armate dello Stato ebraico: Mahmud al Zahar. «L’Europa - dice al Zahar in questa intervista esclusiva a l’Unità - può svolgere un ruolo da protagonista in Palestina, a patto che dimostri con i fatti non avallare la politica usurpatrice d’Israele». Il ministro degli Esteri di Hamas non ritiene chiusa l’«intifada del mare»: «Il popolo palestinese - afferma - non ha dimenticato i martiri della FreedomFlotilla». L’« intifada del mare» ha fatto emergere nuovi protagonisti sullo scenario mediorientale. Primo fra tutti, il premier turco Tayyip Erdogan: «È lui - rimarca al Zahar - l’uomo nuovo. La Turchia è il nuovo centro dell’Islam». La baronessa Ashton ha visitato Gaza ma non ha voluto incontrarei dirigenti di Hamas. «Ce ne faremo una ragione... Ma la signora Ashton ha parlato con la gente di Gaza, e di quella gente Hamas è parte. Se fossimo degli alieni, un corpo estraneo, saremmo stati spazzati via da tempo...». Invece? «Invece il terrorismo di Stato israeliano non ha piegato Hamas né la resistenza palestinese. E questo è un dato di fatto con cui anche la signora Ashton dovrà fare i conti. E con lei l’Europa...». È una minaccia? «Tutt’altro. È un’apertura. L’Europa può svolgere un ruolo da protagonista in Palestina, a patto che dimostri con i fatti di non avallare la politica usurpatrice d’Israele. Uno di questi fatti è esprimersi chiaramente, agendo di conseguenza, per la fine dell’assedio di Gaza. Questo, voglio sottolinearlo, è un problema politico, non umanitario. I palestinesi rivendicano il diritto di resistenza, pretendono il rispetto della Convenzione di Ginevra e di quella legalità internazionale della quale Israele ha fatto scempio. I palestinesi non chiedono pietà ». L’«intifada del mare» è finita? «Niente affatto. So per certo che almenootto navi sono pronte a salpare dal Golfo Persico anche durante il mese di Ramadan (che quest’anno ha inizio l’11 agosto, ndr)...». C’è chi sostiene che l’Egitto potrebbe bloccarne il passaggio attraverso il Canale di Suez... «Non penso proprio che l’Egitto sarà mai in grado di fermare questa campagna internazionale». Il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, haevocatoapiù riprese la cancellazione di Israele. E Hamas? «Ahmadinejad si riferisce alla sconfitta del regime sionista come condizione per vedere realizzati i diritti del popolo palestinese. Sconfiggere un regime che continua impunemente a opprimere un popolo non è solo un diritto ma un dovere della resistenza palestinese. La religione non c’entra niente in questo discorso. Israele è un nostro nemico non perché è lo Stato degli ebreimaperché calpesta ogni giorno i nostri diritti e continua ad usurpare la nostra terra». Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, non ha chiuso la porta al dialogo con Hamas. Qual è la sua risposta? «Siamo pronti al dialogo ma senza precondizioni.Enel rispetto del voto espresso liberamente dal popolo palestinese nelle elezioni del gennaio 2006. Quel voto, e non le armi, ha sancito la vittoria di Hamas. E per restare sull’argomento, perchè il democratico Occidente non chiedeadAbuMazendi indire finalmente le elezioni presidenziali? Che legittimazione può avere un presidente il cui mandato è scaduto da 17 mesi?». Voi parlate di libertà. Intanto Hamas detiene da oltre quattro anni il soldato israeliano Gilad Shalit... «E Israele detiene da molto più tempo oltre diecimila prigionieri palestinesi... Lei vuole la verità?». Verità, concetto mai come in questo caso opinabile. Qual è la sua di verità, Mahmud al Zahar? «A tirarsi indietro è stato Israele, a rimangiarsi l’accordo raggiunto è stato Netanyahu. Lo sa bene il mediatore tedesco, chiedete a lui come sono andate le cose. La nostra richiestanon è cambiata (la liberazione di mille detenuti palestinesi, ndr): se Israele l’accetta, la detenzione di Shalit non durerà un giorno in più». Hamas è deluso da Obama? «È deluso solo chi si era creato false aspettative. Noi non siamo tra questi. Obama è un buon parlatore,ma con lui nulla è cambiato in Palestina ».

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