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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
03.06.2010 Intervista a Gideon Meir, di Susanna Turco
Confronto tra i titoli dell'Unità con il Manifesto

Testata:
Autore: Susanna Turco
Titolo: «Un'azione andata stoprta ma quelli sulla nave non sono veri pacifisti»

L'unico aspetto non pregiudizialmente contro sull' UNITA' di oggi, 03/06/2010, è l'intervista all'Ambasciatore d'Israele Gideon Meir, che qui riprendiamo. è a pag. 8/9 con il titolo " Un'azione andata stoprta ma quelli sulla nave non sono veri pacifisti ".

Ecco invece i titoli del quot
idiano ex comunista:
pag.4-  "La cacciata da Israele.Tutti via i pacifisti trattati come terroristi"
pag.5-  " In piedi per ore all'aeroporto. E' quasi deportazione "
pag.6-  " Roma si isola: no a inchiesta internazionale sul raid "
pag.10-  Intervista con il capo di Hamas " via il blocco a Gaza "
pag.11-  Intervista a deputata arabo-israeliana " mi minacciano, vogliono zittirmi, ma non ho paura"

confrontiamoli con quelli del MANIFESTO:

pag.1- "Guai ai vinti"
pag.2- "Paura per la Corrie"
pag.3- " Picchiati, torturati e chiusi in isolamento"
pag.4- " L'Italia vota no ma l'inchiesta ci sarà"
pag.5- " Abbiamo perduto qualsiasi logica"
pag.5- " Stato confusionale"

Come si vede quelli del MANIFESTO sono meno estremi dell'UNITA'.
Fratelli ex-gemelli, fratelli coltelli ?

Ecco l'intervista a Gideon Meir:

Gideon Meir

La conversazione con l’Ambasciatore israeliano in Italia, Gideon Meir, inizia al giardini del Quirinale durante il ricevimentoper il2 giugno. L’ambasciatore è seduto con Joshua Kalman e Cesara Buonamici.
Accetta di rispondere alle nostre domande sul blitz israeliano, responsabilità e possibili conseguenze.
A far da interprete nei passaggi più delicati, a cui Meier risponde nella sua lingua, è lo stesso Kalman.
«Il ritiro degli ambasciatori e le proteste di alcune nazioni? C’è una parte di ipocrisia in questi gesti, azioni dimostrative per farsi belli, mosse antiamericane», dice Meier. «C’è unadomanda che dovete farvi: se ci siaunmovimentomondiale contro i valori rappresentati dal mondo occidentale». Lei ritiene che ci sia? «Quello mediorientale non è il solo conflitto nelmondo,ce ne sono molti altri. La Cecenia, i Talebani, l’Eta, l’Afghanistan. Non hanno niente a che vedere con noi: e quando anche questo conflitto fosse risolto, non lo sarebbero gli altri. Sembra al contrario che tutto dipenda da lì». Leinonvedeunarelazione, al contrario, traalcunideipiùpericolosi conflitti mondiali e la questione mediorientale? «Vedo che i terroristi imparano gli uni dagli altri, questo sì. La prima scuola di terrorismo è stata quella palestinese. Oggi la scuola principale risiede in Iran, ma nel corso dei decenni sono stati i palestinesi, a fare i maestri». Pensa che il pacifismo abbia un legame con il terrorismo? «Non a livello mondiale. Però nel conflitto israeliano-palestinese sì. C’èun legame con pacifisti che sono il braccio lungo del terrorismo. Fannoparte del movimento.Basta guardare il sito web dell’Ihh (la Ong turca sponsor della Freedom Flotilla, ndr).Oanche le foto con le armi trovate sulla nave». Puòaffermareconcertezzachequelle armi fossero già là prima del blitz israeliano? «No, questo è ancora da stabilire, certo. Le pistole, ad esempio: non è chiaro se appartengano ai soldati israeliani o ai pacifisti». Al momento risulta che le sole armi sulla nave fossero armi bianche: coltelli, bastoni. «Guardi: gli aiuti umanitari ai palestinesi civili arrivano, lo stesso. Frattini ha guidatounconvoglio, vengono consegnati alle Ong ed arrivano regolarmente.Nonaltrettanta umanità si esercita verso Israele: non è concesso, per esempio, mandare una delegazione della Croce rossa a visitare un nostro soldato prigioniero. Questi “pacifisti” si sono rifiutati di seguire la procedura.Dasettimane si sapeva della partenza delle loro navi. Israele ha offerto la sua collaborazione: gli aiuti sarebbero stati scaricati nel porto di Ashdod, controllati e consegnati alle Ong. Il blocco navale serve appunto a controllare che insieme con gli aiuti non ci siano armi, munizioni, tubi di acciaio. O soldi: uno dei pacifisti aveva con se un milione di euro in contanti. Soldi che sarebbero andati direttamente ai terroristi». Questa offerta è stata rifiutata? «All’inizio la Turchia aveva accettato. Gli equipaggi delle navi hanno poi deciso di forzare il blocco navale. Avevano interesse ad una provocazione ». I militarihannoassaltato le navi in acque internazionali. «Quando uno Stato dichiara il blocco navale ha il diritto di farlo. Li hanno contattati prima via radio, poi li hanno affiancati intimandogli di tornare indietro. Volevano lo scontro». I soldati sono scesi dall’elicottero. «L’intenzione primaria di quei 19 soldati era prendere ilcomandodella nave per portarla al porto di Ashdod». Qualcosa è andato storto, per lo meno. «Direi di sì. Ma i pacifisti erano preparati. Avevano a bordo coltelli, spranghe perché si aspettavano qualcosa del genere». Ci si aspetterebbe, dall’esercito israeisraeliano, la capacità di gestire positivamentegli imprevisti.Comemainonè accaduto? «Questa è la domanda clou. Ciò che tutti i media israeliani si chiedono in queste ore.Comesi è potuti cadere in una trappola del genere? Si tratta di un corpo scelto, lo Shajetet 13, il sale delle forze armate israeliane ». A maggior ragione. «Si sono calati dagli elicotteri senza caschi, è stata nel complesso un’azione un po’ maldestra». Come mai? «In Israele si pensava che le navi fossero piene di pacifisti, con i quali è controsenso immaginare di intraprendere un’azione di violenza. E non dico questo per coprire una mancanza di intelligence che bisognerà verificare. Perché certo si esaminerà e si controllerà questo buco nero,comeda noi è prassi che si faccia. Israele è uno stato democratico, se ci sono responsabilità saranno accertate». Ma la leggendaria intelligence israeliana non era già in grado di sapere chi c’era a bordo? «Questo non lo so. Una risposta sui generis sarebbe dire che si trattava di pacifisti: ma lo stesso dovevano controllare, perché era contro l’interesse israeliano scendere e sparare all’impazzata. Israele è un paese di diritto, ed è già successo più volte che i soldati che hanno intrapreso azioni contro la legge abbiano affrontato la corte marziale. Insomma, non dico che Israele non faccia errori,ma si trova in una situazione di guerra continua, e l’interesse del mondoarabo non è risolvere la questione palestinese». Come mai il carcere dove sono stati portati i prigionieri era vuoto? Forse gli ospiti erano attesi? «No. Era vuoto perché è stato costruito daunprivato,mala Corte Suprema israeliana ha poi stabilito che fosse illegittimo il suo utilizzo da parte dello stato. Sono stati portati lì per non mescolarli coi delinquenti comuni». Si può pensare che il blitz israeliano sia stata un’azione dimostrativa, colpire una spedizione per educarne cento? «Non è così, perché per tre quattro volte Israele ha chiesto di non mettere alla prova la sua marina. Al contrario, unatteggiamentocomequello che ipotizza sarebbe una trappola per noi, ci costerebbe troppo e sarebbe contro il nostro interesse». Quelcheèaccadutoincrina i rapporti con gli Stati uniti? «Non credo. Gli europei non capiscono che le relazioni con gli Usa sono solide, non importa chi sia il presidente. È una relazione basata sull’interesse: Israele è the last gate of democracy in questa parte del mondo. Se collassa Israele cosa resta? La Grecia, e l’Italia. Dopodiché, certo, in qualunque relazione ci sono alti e bassi: anche io posso litigare con mia moglie, ma non divorzio». E con la Turchia? «Si tratta di un equilibrio fragile anche per la posizione di confine della Turchia e per i suoi rapporti con l’europa. Spero che la Turchia non voglia rompere i rapporti. Il loro ministro degli esteri ha detto che se Israele annullerà il blocco navale torneranno ad essere ottimi ». Accadrà? «È un problema israeliano, non turco. E io non sono il primo ministro israeliano. Posso solo dire che le considerazioni che fa Israele non dipendono dai rapporti con la Turchia, pur importanti, bensì dalla necessità di soddisfare le esigenze e i problemi del nostro Paese». In definitiva: pensa che il blitz israeliano contro i pacifisti sia stato un errore? «Sono morti nove civili e questo non doveva succedere. La prima cosa sarà controllare quello che è successo: fatti, risultati, errori. Non come risposta al mondo, ma comerisposta prima di tutto a noi. Se qualcuno pensa che ci sia stato un errore di valutazione politica, di certo questo non potrà ricadere sulle spalle dei soldati, che sono i nostri figli»

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