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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Rassegna Stampa
20.04.2010 L'Italia ha tagliato i fondi per l'UNRWA
Un'ottima notizia

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Piano Marshall addio. Tagliati i fondi per i palestinesi»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 20/04/2010, a pag. 12, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo "  Piano Marshall addio. Tagliati i fondi per i palestinesi" e la sua intervista a Francesco Petrelli, presidente dell’Associazione delle Ong italiane, dal titolo "  Invertire la rotta. Roma mette a rischio gli impegni della Ue".

Nei due articoli, Udg riporta le dichiarazioni di Filippo Grandi, direttore dell'UNRWA e di Francesco Petrelli, presidente dell’Associazione delle Ong italiane. Entrambi denunciano un decremento dei fondi destinati dal governo italiano all'UNRWA.
Grandi, prima specifica quali sono, a suo avviso, i meriti dell'UNRWA, poi dichiara : "
bisogna capire che in un mondo globalizzato e integratissimo il futuro dei giovani palestinesi, che è in gran parte nelle nostre mani, è anche il futuro dei giovani italiani, perché geograficamente, politicamente e storicamente l’Italia è legata a doppio filo con questa regione del Medio Oriente". Non è ben chiaro che cosa intenda Grandi. Per quale motivo geograficamente, politicamente e storicamente l'Italia sarebbe legata ai palestinesi? Se per politicamente Grandi fa riferimento al comportamento filo arabo che l'Italia ha sempre adottato in passato, non possiamo dargli torto. Basta ricordare la passeggiata di D'Alema con Hezbollah, o le dichiarazioni di Craxi in favore di Arafat e del terrorismo dell'OLP.
Per quanto riguarda gli altri due aspetti citati da Grandi (geografico e storico), non è chiaro quali  siano.
Per quanto riguarda l'UNRWA, invitiamo a leggere l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Come riscattare l’agenzia dell’Onu occupata da Hamas
"cliccando sul link sottostante. Il pezzo specifica in maniera chiara quali siano i veri intenti dell'Unrwa:

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=100&id=33081

Se l'Italia ha tagliato i fondi all'Unrwa, c'è solo da rallegrarsi.
Ecco i due articoli:

" Piano Marshall addio. Tagliati i fondi per i palestinesi "


Filippo Grandi

Una denuncia argomentata.Un j’accuse che chiama pesantemente in causa le responsabilità di un Governo che sta cancellando la Cooperazione internazionale, facendo dell’Italia la maglia nera in Europa quanto a impegni inevasi: dagli aiuti all’Africa alla Campagna del Millennio delle Nazioni Unite, dall’emergenza climatica alla lotta all’Aids. In fuga continua. Da ogni responsabilità. «Gli italiani non sanno che vivono in un Paese nel quale la cooperazione non ha più soldi. Ed è una cosa molto grave per l’Italia, che ha ambizioni umanitarie e di cooperazione allo sviluppo». Ad affermarlo è Filippo Grandi, commissario generale dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite responsabile dell’assistenza ai rifugiati palestinesi. Nei giorni scorsi Grandi ha svolto una missione ufficiale in Italia, durante la quale, tra gli altri ha incontrato il presidente della Camera Gianfranco Fini e il ministro degli Esteri Franco Frattini.
DATI INQUIETANTI
E ha constatato che il Governo italiano «non si dà più degli strumenti finanziari adeguati per portare avanti un ruolo - quello della cooperazione - così importante oggi in qualsiasi politica estera di qualsiasi Paese». «E noi, come tanti altri, siamo le vittime di questa situazione», ha aggiunto in un colloquio con l’Ansa, rilanciando e aggiornando quanto l’Unità ha denunciato nei mesi scorsi sull’affossamento della Cooperazione daparte del governo di Silvio Berlusconi. Il commissario Onu ha poi dato le cifre dei tagli italiani ai finanziamenti per l’Unrwa. «Nel 2008 ammontavano a 12 milioni di euro, quest’anno se tutto va bene supereremo di poco i 5 milioni. E mi si è detto che l’anno prossimo la cooperazione dovrà far fronte ad ulteriori tagli», spiega Grandi, evidenziando il diverso contributo di altri Paesi, nonostante la crisi economica: «Quello inglese oscilla tra i 20 e i 25 milioni, e la Spagna, Paese in una situazione difficilissima, negli ultimi anni ha aumentato il proprio apporto ». «Da ogni Paese noi chiediamo sostegno morale ed economico alle attività dell’Unrwa nei territori palestinesi », rimarca Grandi. Ricevendo risposte diverse. Quella del Cavaliere, nei fatti, è mortificante.
PAROLE,PAROLE, PAROLE...
Per quanto riguarda l’Italia, «sul sostegno morale non potrei avere di meglio, è quello economico che è insufficiente », rileva Grandi, precisando però che il ministro Frattini «mi ha promesso che si adopererà per cercare altre fonti di finanziamento, anche nel 2010». È un impegno che «gli fa onore», ma «è un’operazione aleatoria, che non è frutto di un piano governativo bensì di una situazione disperata finanziariamente», aggiunge il commissario Onu. Secondo Grandi «è difficile» spiegare alle persone l’importanza, in un periodo di crisi come quello attuale, del sostegno alla cooperazione. Tuttavia, sottolinea, «bisogna capire che in un mondo globalizzato e integratissimo il futuro dei giovani palestinesi, che è in gran parte nelle nostre mani, è anche il futuro dei giovani italiani, perché geograficamente, politicamente e storicamente l’Italia è legata a doppio filo con questa regione del Medio Oriente». Unfilo che rischia di essere reciso dalla scure italiana. L’Unrwa conta circa trentamila funzionari, che con le loro attività «portano il proprio diretto sostegno alla popolazione palestinese ». Un sostegno che, però, ha bisogno del supporto adeguato. Un supporto che l’Italia sta facendo venir meno. Se i finanziamenti da parte degli Stati non miglioreranno entro la fine dell’anno, «il nostro bilancio avràun deficit di140 milioni di dollari », spiega Grandi. Un grido d’allarme, quello lanciato dal commissario generale dell’Unrwa, che s’infrange contro il «Muro» dell’insensibilità innalzato da un Governo che con i tagli inflitti ha cancellato la Cooperazione internazionale. Maglia nera in Europa, un triste primato.

"  Invertire la rotta. Roma mette a rischio gli impegni della Ue"

Alcuni giorni fa sono usciti i dati ufficiali dell’Ocse- Dac sull’Aiuto pubblico allo Sviluppo (APS) dei Paesi donatori. Da quei dati emerge una diminuzione dell’APS dell’Italia che passa dallo 0,22 del 2008 allo 0,16 del 2009: il 31% in meno rispetto all’anno precedente. Il che fa dell’Italia la maglia nera di tutti i Paesi donatori per decremento».A denunciarlo è Francesco Petrelli, presidente dell’Associazione delle Ong italiane, che rappresenta circa 250organismi di cooperazione e solidarietà internazionale. Come leggere i dati Ocse-Dac? «Evidentemente il Governo italiano non considera le politiche di sviluppo e la Cooperazione come parti fondanti, essenziali, della propria politica internazionale.E non considera il rispetto degli impegni un metro su cui viene valutato, dai Paesi che contano e dalle stesse istituzioni internazionali, il ruolo e il prestigio dell’Italia nel mondo. Cosa tanto più grave se si tiene conto che il 2010è l’anno di valutazione dei progressi compiuti per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio. Sulla base di questi dati sconfortanti, c’è da chiedersi come si presenterà il nostro Paese alla riunione dei ministri degli Esteri dell’UnioneEuropea a giugno e, soprattutto, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si svolgerà a settembre a New York, nella quale si farà il punto sugli impegni globali per il dimezzamento della povertà da raggiungere entro il 2015».
A fronte di questa situazione segnata dal disimpegno e da promesse mai mantenute,cosachiedonole Ong italiane al Governo?
«Diverse cose e tutte pressanti. Innanzitutto, l’Italia deve riconfermareche l’obiettivo da raggiungere è quello dello 0,7 di APS. Se l’Italia manterrà questa tendenza negativa, sarà uno degli elementi importanti del fallimento del rispetto degli impegni dell’Europa nel suo complesso. Va ricordato che l’Europa si è impegnata a raggiungere lo 0,50 a livello continentale di fondi per la cooperazione. Quel che chiediamo al Governo è di adottare un piano di rientro che si ponga come obiettivo il riavvicinamento, calendarizzato, dell’Italia a quelli che sono i suoi obiettivi dichiarati in sede europea e internazionale. Dichiarati ma finora inevasi. Chiediamo inoltre che sia ripristinata la delega alla cooperazione all’interno del ministero degli Esteri e che la gestione degli impegni internazionali venga assunta dalla stessa Presidenza del Consiglio ». C’è chi afferma che l’Italia stia cancellando la Cooperazione. «Credo che ci siano ragioni morali e politiche per cui è necessario impedire che ciò avvenga. Ma ci sono anche ragioni che attengono al ruolo e agli interessi del nostro Paese, per cui un venir meno della cooperazione produrrebbe gravi danni all’immagine e al ruolo dell’Italia sullo scenario internazionale anche in termini di opportunità nel perseguire i propri legittimi interessi. La cooperazione è oggi più che mai parte fondamentale delle politiche del nostro Paese e del sistema- Italia. Non tenere conto di questo sarebbe un imperdonabile errore di miopia culturale e politica. Nella percezione del Governo italiano la cooperazione internazionale, come le previsioni del tempo di qualche anno fa, sembra essere “non pervenuta”».

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