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Rassegna Stampa
22.01.2010 L'Olanda processa Geert Wilders
Eurabia 1, Europa democratica 0. Nessuno interviene?

Testata:
Autore: Paolo Soldini
Titolo: «Crociata contro gli islamici. Il leader xenofobo Wilders processato ad Amsterdam»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 22/01/2010, a pag. 35, l'articolo di Paolo Soldini dal titolo " Crociata contro gli islamici. Il leader xenofobo Wilders processato ad Amsterdam ".

Contrariamente a quanto scrive Soldini, Geert Wilders non è uno xenofobo attizzatore di odio.
Esprimere la propria opinione non significa essere xenofobi. Geert Wilders è uno degli europei preoccupati per la trasformazione di Europa in Eurabia e per la diffusione del fondamentalismo islamico.
Il fatto che stia subendo un processo per aver analizzato con lucidità la situazione è solo un sintomo della situazione catastrofica in cui l'Europa sta sprofondando.
In ogni caso a Soldini non interessa il processo a Geert Wilders, ma il fatto che nessun politico italiano attualmente al governo ne stia subendo uno simile, come risulta evidente dal tono del suo articolo.
Ecco il pezzo:


Geert Wilders

Gli xenofobi e gli attizzatori d’odio in Italia stanno al governo, nei Paesi Bassi vengono processati. Geert Wilders, capo del controverso Partij voor de Vrijheid (partito per la libertà) ècomparso mercoledì scorso davanti alla Corte di Giustizia di Amsterdam con l’accusa di aver violato gli articoli della Costituzione olandese che proibiscono esercizio e propaganda di discriminazioni basate sulla etnia, sul sesso e sulla religione. Wilders ha costruito infatti le proprie non indifferenti fortune politiche - (il suo PVV) alle elezioni europee ha raccolto oltre il 16% dei voti ed è secondo solo alla Cda, il partito democristiano del premier Jan Pieter Balkenende – su una feroce campagna contro gli islamici. LA «PUREZZA» Secondo Wilders, «il Corano è il Mein Kampf di una religione il cui unico scopo è quello di eliminare le altre fedi»; «tutto il male che viene compiuto dai figli di Allah deriva da quel libro»; «il cuore del problema è il fascismo dell’Islam» e il Pvv reclamaperciò «limiti all’ingresso nel Paese per tutti gli stranieri non occidentali » in mododa «fermare lo tsunami della islamizzazione». Nel 2008 l’instancabile difensore della «purezza» occidentale ha anche prodotto un filmino, dal titolo «Fitna» (in arabo divisione, lotta), che in 17 minuti di violentissima propaganda condensa tutti i pregiudizi e le paure nei confronti della religione del Profeta e che ha messo in grave imbarazzo le autorità olandesi, impegnate a respingere proteste diplomatiche e minacce di ritorsione di gruppi terroristici. L’iniziativa riprendeva le posizioni dell’antesignano delle posizioni politiche più xenofobe, Pym Fortuyn, assassinato nel 2002 in pieno centro a Hilversum. I successi politici e la tragica fine di Fortuyn avevano segnato, in qualche modo, la fine dell’illusione che aveva fatto considerare i Paesi Bassi un modello in fatto di integrazione degli stranieri. Proprio la vicenda del cortometraggio mostra le difficoltà in cui il Pvv e il suo capo possono far piombare il governo e le autorità giudiziarie dei Paesi Bassi. All’epoca, infatti, pur consapevoli del veleno che una così becera propaganda instillava nell’opinione pubblica, né l’uno né le altre se la sentirono di vietare la diffusione di «Fitna», Il timore era quello di accendere una delicata controversia sui confini della libertà di espressione. È sulla base dello stesso dubbio che, qualche mese fa, la Corte di Amsterdamaveva deciso dinonprocedere d’ufficio contro il leader del Pvv. A costringerla ad intervenire è stato il gran numerodi denunce che sono state presentate alla magistratura da privati cittadini, organizzazioni dei diritti civili e associazioni islamiche sulla base della evidente violazione, nella propaganda di Wilders e del Pvv, di precise norme costituzionali. Il processo, secondo gli osservatori politici e giudiziari sarà difficile,mail suo esito potrà stabilire un criterio che interessa tutta l’Unione europea. In alcuni paesi, infatti, come ad esempio la Gran Bretagna e la Danimarca, non esistono confini legislativi alla libertà di espressione, a meno che non si scivoli in reati ben precisi. In altri, come la Germania, l’Austria o la Francia limiti al negazionismo storico e all’incitamento all’odio etnico e religioso sono invece stabiliti per legge. L’Italia appartiene a questo secondo gruppo di paesi, nonostante le insistenti richieste abolizioniste della Lega. Da quanto si sente in giro da esponenti del partito di Bossi e Maroni, però, e soprattutto da quanto si osserva in termine di legislazione verso gli stranieri, il nostro Paese non brilla certo per coerenza. Da noi chi dichiara di voler «cacciare gli islamici a calci nel culo» o porta maiali ad orinare sui terreni destinati alle moschee non sta davanti a un tribunale, ma al governo.

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