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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Cynthia Ozick, Corpi estranei 09/01/2012

Corpi estranei                                          Cynthia Ozick
Traduzione e prefazione di Simona Vinci
Bompiani                                                   Euro 18

Per una consolidata abitudine, gli editori, almeno in Italia, si astengono dal riportare l’età delle autrici.
Irrispettosi, riveliamo che Cynthia Ozick è nata nel 1928. Lo facciamo in occasione dell’uscita in italiano, finemente tradotta e presentata da Simona Vinci, dell’ultimo romanzo della scrittrice americana, Corpi estranei. Discendente di ebrei russi, la Ozick ha saputo costantemente e con raffinata originalità, saremmo tentati di chiamare dialettica, coniugare lascito ebraico e tradizione occidentale. E mai la formula dell’opera aperta si applica a uno scrittore, è il caso della Ozick, che ancora una volta modula il suo romanzo da un lato sulla religiosità ebraica e dall’altro sui modelli inglesi e americani, privilegiando in misura decisiva il suo referente privilegiato, Henry james. Qui si cimenta apertamente con uno dei romanzi problematici di James, Gli ambasciatori e a somiglianza del grande classico americano-inglese fa attraversare ai suoi personaggi l’Atlantico, cominciando con la protagonista, Bea, e poi con il fratello e il nipote, sorta di esule intellettuale nutrito di Gide e di Sartre, e la cui influenza – lei vedova di guerra francese – rischia d’insegnare all’innocente marito “la coscienza della morte”.
Il romanzo è gremito di una serie di personaggi emblematici, a cominciare dall’oppressivo ex marito ebreo di Bea, lei stessa rimarrà coinvolta in sviluppi esistenziali inaspettati, fino a ripiombare nelle braccia del divorziato consorte. Il mondo è dunque popolato di corpi estranei, e bisogna accettare, anziché subire, questa realtà. “Ma dopotutto…non era stata lei a vincere?”: questa l’ultima frase del libro.

Claudio Gorlier
Tuttolibri – La Stampa


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