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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Daniel Silva, Il disertore 08/08/2011

Il disertore                                              Daniel Silva
Traduzione di Luca Briaco e Raffaella Vitangeli
Giano                                                        Euro 18

Non c’è dubbio: Daniel Silva è ormai diventato titolare di cattedra, succedendo all’immenso Le Carré. Non che ne possieda l’eleganza formale. Né quella scrittura che si ammanta dell’intimo profumo di chi ha partecipato davvero - almeno per qualche tempo - al gioco delle spie. Ma il suo eroe, l’israeliano Gabriel Allon, ha la persuasiva struttura mentale e la forza interiore del primo George Smiley. E nel momento in cui è in pratica scomparsa la spy story ritrovare un autore che, romanzo dopo romanzo, conferma invece la ricchezza della sua vena è confortante. Digerita la caduta del Muro che ha creato sconquassi eliminando il nemico storico, sostituito da cloni improvvisati - la jihad islamica, i mercanti di armi e droga - ecco che finalmente si ritorna al modello antico, naturalmente aggiornato: l’infinito duello con i russi cattivi.Il Disertore (trad. Luca Briasco e Raffaella Vitangeli, Giano, pp. 477, 18) arriva infatti dopo le ottime Regole di Mosca e conferma un piglio arrembante e misterioso nello stesso tempo. Pur essendo Silva americano, sistema le pedine della sua affascinante scacchiera in una Londra che più british non si può. Compresa la bellissima casa di Maida Vale dove abita Grigorij Bulganov, il transfuga che conduce una vita elegante e - lui crede sufficientemente sicura.Il suo passato di ex agente segreto, le compromettenti rivelazioni che ha fatto, il danno di cui è stato vittima, non placano però l’oligarca Ivan Charkov, anche lui ex Kgb e tuttora legatissimo e protetto dal nuovo Cremlino, che trama tremenda vendetta. Riesce infatti a rapire Grigorij e a condurlo clandestinamente nella sua opulenta dacia staliniana, nell’indifferenza dell’intelligence inglese che liquida la scomparsa come doppio gioco. Non abbocca però Gabriel Allon che, in debito col russo «buono», abbandona il suo rifugio segreto in Umbria dove si diletta di restauri nientemeno che per il Papa, mette insieme la sua squadra di liquidatori del nucleo più inquietante dei servizi israeliani, dà il via a una caccia spietata disseminata di cadaveri tra il Lago di Como e Ginevra per ottenere vitali informazioni su Charkov, per giungere infine tra le betulle innevate che circondano la sua impenetrabile residenza per essere sopraffatto dalla notizia che anche la sua amatissima compagna, la veneziana Chiara, è stata fatta prigioniera.Il tutto a ritmo folle, ansimante. Ma con un elemento aggiuntivo: il racconto continuo e ammaliante dei meccanismi ben poco ortodossi che governano il Mossad e le sue estensioni più impalpabili.

Piero Soria
Tuttolibri – La Stampa


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