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Deborah Fait
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Tra razzi palestinesi e boicottaggio europeo 07/01/2014

" Tra razzi palestinesi e boicottaggio europeo "
da Israele, Deborah Fait


Deborah Fait

In questi giorni di festa abbiamo visto in TV decine di documentari su Betlemme.
La cosa disgustosa è che tutti, indistintamente,  si sono presi la loro piccola soddisfazione di fare la carrellata di rito sul ”muro” di difesa che circonda la cittadina,  senza spiegare il motivo per cui quel muro esiste ma intervistando chi lamentava che quella “vergogna” impediva ai cittadini di Betlemme di muoversi a loro piacimento.
Gli  autori degli stessi  documentari  hanno naturalmente “dimenticato” di parlare  delle condizioni dei cristiani di Betlemme, costretti a scappare a causa delle minacce islamiche, spesso seguite da omicidi, vendette, persecuzioni, oppure   costretti a chiudere le attività commerciali ricattati fino al fallimento  dalla mafia palestinista. Nessun accenno, mai, neanche per sbaglio, all’incessante esodo dei cristiani dal luogo che diede i natali a Gesù.
Insomma è stata fatta passare per l’ennesima volta l’idea che le disgrazie degli abitanti cristiani di Betlemme non fosse il pericolo di vita costante ma solo quel Muro che difende Israele dalle incursioni dei terroristi.  
Quando la cittadina era israeliana, prima di essere regalata all’OLP dopo gli accordi di Oslo, i cristiani erano il 90% della popolazione, a vent’anni da allora sono ridotti a meno del 12% ma  non bisogna dirlo, silenzio assoluto, acqua in bocca!  


Papa Francesco I
 

A volte capita che, sia il Vaticano, per bocca del Papa,  che i telegiornali italiani parlino, vagamente e con circospezione delle persecuzioni (leggi stragi,  stupri, decapitazioni) riservate ai cristiani nei paesi islamici ( si parla di 100.000 cristiani ammazzati ogni anno a causa della loro religione) ma mai nessuno osa accusare, tra i persecutori,  gli arabi-palestinisti. Esiste una specie di accordo silenzioso che impedisce ogni critica all’ANP, sia che ammazzi ebrei  in Israele sia che perseguiti i cristiani nei territori rubati a Israele, sia che accolga  come eroi gli assassini liberati dalle carceri israeliane .
La mistificazione è la linea comune di chi dovrebbe informare.  
Persecuzioni e manifestazioni anticristiane , terrorismo, tutto buttato nel calderone dell’ imbroglio dove viene elaborato, masticato e rigettato  sul mercato  come implacabile propaganda e manipolazione dei fatti reali.
Nelle cartine che, nei suddetti documentari,  mostrano la “Terra santa” si vede, bontà loro, Israele e una zona delimitata chiamata Cisgiordania. Cos’è la Cisgiordania?  Da quando esiste? Penso sia il caso di sottolineare che vi sono parole inventate di sana pianta che vengono usate  solo per creare confusione e che purtroppo sono diventate di uso comune.
La Cisgiordania altro non è che  Giudea e Samaria, Yehuda veShomron in ebraico, Yahuda was-Samerah in arabo. E’ questo il nome ufficiale di quella regione e mai nessun ebreo o arabo di Israele parlerà di Cisgiordania, termine usato solo in Italia,  simile al  West Bank   inglese, denominazione imposta dai giordani dopo aver occupato Giudea e Samaria nel 1948 e averla annessa,illegalmente,  alla Giordania.
Menachem Begin scrisse in questi termini a Ronald Reagan che aveva parlato di West Bank: “ Dear Ron, quello che alcuni chiamano “West Bank” è Giudea e Samaria; questa è la semplice realtà storica che nessuno potrà cambiare. Vi sono alcuni che deridono la storia. Possono continuare a farlo ma io saro’ sempre dalla parte della verità. “


 
Credo non esista  Storia più derisa,  manipolata e falsata come quella che riguarda Israele e i suoi nemici.
Abbiamo già parlato ampiamente del termine “palestinese” di cui si sono appropriati gli arabi, rubandolo agli ebrei, per dare al mondo l’illusione di essere un popolo. Tutti i documenti  precedenti, contemporanei e successivi al 1948 parlano di arabi, non di palestinesi,  nome riservato agli ebrei fino al 1948. Persino nel Piano di Partizione del 1947 si può leggere la proposta di due stati , uno ebraico e l’altro arabo.
Arabi, dunque, fino al 1967, poi la grande invenzione, quella che avrebbe cambiato la storia a loro favore e che avrebbe colpevolizzato inesorabilmente Israele. Il più demoniaco e geniale imbroglio del secolo ventesimo nel tentativo di porre fine per sempre al “problema  ebraico”  : palestinesi!
Le falsità storiche diffuse dalla Lega Araba, dai media, dalle molte organizzazioni palestinesi hanno tirato fuori da sotto le ceneri dove riposava in attesa del momento di divampare, tutto l’odio europeo contro l’ebreo Israele!
La guerra in Siria ha fatto 130.000 morti e due milioni di rifugiati,  nella Repubblica Democratica del Congo si stimano 3 milioni di vittime, in Darfur stanno vivendo, da anni,  una delle peggiori crisi umanitarie del mondo, 1.400.000 di affamati nei campi.
In Egitto si perseguitano i copti, si incendiano chiese e monasteri.
Nei territori di Giudea e Samaria  che i palestinesi occupano e a Gaza sono minacciati di morte non solo i cristiani ma anche chi appartiene a organizzazioni  come il Rotary, Lions ecc.;  sta tutto scritto nella Karta di Hamas: prima gli ebrei, poi i cristiani, poi il resto degli infedeli.

Eppure gli europei si preoccupano di condannare Israele ignorando completamente milioni di disperati  vittime del fanatismo islamista.
Le varie chiese inglesi , St James in testa, che  hanno festeggiato il Natale con una saga di odio anti israeliano sono sostenitori di Hamas, che recentemente ha dichiarato di aspettarsi quanto prima  l’eutanasia di Israele,   e finanziano del BDS il cui co-fondatore, Omar Barghouti,  alla domanda “ se cesserà l’occupazione  smetterete di boicottare Israele?”  ha risposto con un breve e categorico NO!
Non c’è dubbio che gli europei capiscono poco o niente di quello che accade da queste parti, obnubilati come sono dalla propaganda e dalla falsità delle parole. Come dice Moshe Yalon, Ministro della difesa israeliano: ” Chi pensa che il conflitto si possa concludere sulle linee (armistiziali) del 67 si sbaglia.  L’Occidente viene a spiegare a noi, con tutta l’esperienza che abbiamo sul campo, dove fraintendiamo il conflitto israelo-palestinese, mentre dovremmo essere noi a spiegare all’Europa e a tutto l’Occidente dove sbagliano”.

Perché non potremo mai ritornare alle linee del 1967 o per meglio dire del pre 1967, cioè del 1949?  Innanzitutto perché non sono confini ma linee sulle quali Israele vincitore ha dovuto fermarsi e poi perché significherebbe suicidarsi.
Cito ancora Moshe Yalon:” Se l’alternativa è tra il boicottaggio europeo e i razzi sparati da Nablus, Jenin, Ramallah sulle città nel cuore di Israele e sull’aeroporto Ben Gurion, allora preferisco il boicottaggio europeo”.


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