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Dario Sanchez
Un giovane, oggi, in Israele
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Compra Israele, compra Libertà e Democrazia! 10/11/2014

Compra Israele, compra Libertà e Democrazia!
Di Dario Sanchez

Cari Amici,

Oggi parleremo di economia, e soprattutto, di come esistano più economie tra loro eticamente incompatibili, in contrasto per i valori che accompagnano la produzione dei beni immessi sul mercato, e parleremo del nostro potere di incidere sull’agenda politica globale effettuando una scelta - spesso inconsapevole - ogni qual volta compriamo questo piuttosto che quel prodotto: può sembrar cinico, addirittura brutale, ma la realtà è che oggi comprare è in certi casi ancora più importante che votare. La democrazia, oggi, si esercita ogni giorno andando al mercato, e non alle urne.


BDS: un nuovo volto dell'antisemitismo

I nemici di Israele lo hanno capito benissimo, e coagulandosi attorno a una sigla che li rappresenta tutti - dagli islamisti di Hamas ai preti lefebvriani, passando per i neonazisti di Blood and Honor e ad ampi settori della sinistra europea - tentano ogni giorno di assestare un colpo a Israele boicottando a ogni livello la sua economia, nella speranza che la somma dei diversi colpi possa un giorno rivelarsi mortale per l’unica democrazia del Medio Oriente. Questo network dell’odio capitanato dal tagliagole Bargouti prende il nome di BDS (Boicottaggio-Disinvestimento-Sanzioni), ed ha al suo attivo numerosi “successi”, tra cui la chiusura di uno stabilimento della ditta Sodastream nei territori contesi: una fabbrica laboratorio di pace e reciproca comprensione, dove lavoratori israeliani ed arabi dei territori lavoravano fianco a fianco, con lo stesso stipendio e con eguali possibilità di crescita professionale. Ma la chiusura di questa fabbrica di apparecchi per la produzione “in casa” di bibite gassate dalle diverse fragranze è solo la punta dell’iceberg di una serie di azioni intimidatorie e di violenza fisica, psicologica e squadrista che ad ampio raggio e ovunque nel mondo contemporaneamente chiede ai supermercati di rimuovere i prodotti israeliani dagli scaffali, alle università di annullare conferenze con accademici ebrei e scambi con facoltà dello Stato di Israele, a cantanti e compagnie teatrali internazionali di non esibirsi a Gerusalemme, Haifa e Tel Aviv e a importanti istituzioni culturali estere di non prendere in considerazione la possibilità di ospitare artisti con cittadinanza israeliana nei propri spazi, sui propri palchi, nei propri teatri, alle case editrici di boicottare gli autori espressione del pensiero sionista.

Questa mafia iniziò la sua operazione demonizzando con una accurata campagna (dis)informativa il numero 729 che identifica sul codice a barre la provenienza israeliana di qualunque prodotto israeliano immesso sul mercato. I terroristi del BDS sono riusciti con successo a imporre nel pensieri di una larga fetta di consumatori occidentali l’idea che il numero 729 sia sinonimo di razzismo, apartheid, prevaricazione nei confronti della popolazione araba. Ma se il numero 729 nel mercato globale identifica Israele, allora queste tre cifre significano Libertà e Democrazia. Significano rispetto dei lavoratori, diritto ad un gusto compenso, lotta al lavoro minorile e allo sfruttamento, uguali opportunità, istruzione e sanità pubblica e gratuita per ogni cittadino, rifiuto della discriminazione su base etnica e religiosa, Stato di Diritto, libertà di Opinione, impegno tramite la più elevata ricerca a sviluppare idee e prodotti potenzialmente in grado di migliorare la vita dell’umanità intera.

Comprare israeliano, e difendere i valori che questi prodotti portano intrinsecamente con se, è oggi il miglior modo per difendere il diritto del popolo ebraico ad avere il suo posto nel mondo nella sua terra storica, e di dare al contempo un calcio all’islamofascismo.


Dario Sanchez 


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