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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Libero Rassegna Stampa
13.04.2025 Israele allarga azioni militari a Gaza
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 13 aprile 2025
Pagina: 15
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «L’Iran è sicuro dell’accordo sull’atomo Hamas mostra il video di un ostaggio»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/04/2025, a pag. 15, con il titolo "L’Iran è sicuro dell’accordo sull’atomo Hamas mostra il video di un ostaggio", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Mentre Iran e Usa si incontrano per un primo round negoziale nell'Oman, Hamas diffonde il video di un altro ostaggio, Edan Alexander. E le forze armate israeliane, da ieri, hanno allargato il raggio d'azione delle loro operazioni militari nella striscia di Gaza.

Come si è svolta la trattativa lo ha spiegato su X il capo dei portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmaeil Baqaei: i dignitari iraniani in una stanza, quelli americani in un’altra, e i diplomatici dell’Oman a fare la spola fra le parti. A Muscat, sabato è andata in scena un nuovo atto dell’offensiva diplomatica in Medio Oriente dell’amministrazione Trump 2.0: il negoziato indiretto fra Stati Uniti e Repubblica islamica sul tema del nucleare iraniano.
Come sono andati a finire i colloqui lo ha invece riportato l’agenzia Tasnim legata ai Guardiani della rivoluzione, il corpo armato alle dirette dipendenze della Guida Suprema Ali Khamenei: «Le delegazioni sono state guidate dal ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi e dall’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff. Le due parti hanno parlato per più di due ore e mezza e hanno accettato di continuare i colloqui la prossima settimana».
Un risultato positivo viste le premesse: se Stati Uniti e Iran si guardano in cagnesco dalla Rivoluzione islamica nel 1979 e dall’assalto iraniano all’ambasciata Usa a Teheran, Donald Trump è considerato il presidente fra i più ostili del «grande Satana», il nome con cui gli iraniani indicano gli Stati Uniti. Fu proprio Trump durante la sua prima presidenza (2017-2021) a dare ascolto a Israele, «il piccolo Satana», e a mandare a gambe all’aria il Piano d’azione congiunto globale (Jpcoa) per lo sviluppo del nucleare «del brutale regime iraniano». Una scelta alla quale seguirono «le sanzioni più dure mai imposte a un Paese», annunciò lo stesso inquilino della Casa Bianca.
Passati quattro anni, la regione non è più la stessa: Hezbollah, il principale alleato dell’Iran in Medio Oriente, è stato ridimensionato da Israele; il regime siriano di Bashar Assad, uomo-chiave per l’alleanza sull’asse Teheran-Beirut, è crollato; mentre in Yemen, gli Huthi, il terzo alleato degli ayatollah, sono sotto il fuoco diretto di due portaerei americane. A queste condizioni, e solo dopo aver “parcheggiato” sei bombardieri B2 a metà strada fra lo Yemen e l’Iran a mo’ di avvertimento, Trump si è mostrato disponibile a trattare con il regime persiano. E quest’ultimo, schiacciato dalle sanzioni economiche, non si è lasciato sfuggire l’occasione. In questo quadro è tornata a farsi viva la diplomazia dell’Oman, nel mondo arabo uno paese geograficamente vicino all’Iran ma tradizionalmente fra i meno ostili a Israele.
L’inviato americano porta a casa un piccolo successo diplomatico scandito dalla stessa Tasnim: «L’atmosfera dei negoziati tra Iran e Stati Uniti è positiva», ha scritto ancora l’agenzia.
Il negoziato è partito, Trump ha il coltello dalla parte del manico e ha anche minacciato di bombardare i siti nucleari iraniani se la trattativa fallisse ma come scrive su YNet l’ex ambasciatore israeliano Michael Oren, il capo della Casa Bianca sarà pure un alleato di ferro ma in questo momento non è chiaro quale sia l’obiettivo dei colloqui, «quando l'unico accordo veramente accettabile per Israele è quello che smantella e non si limita a congelare le strutture nucleari iraniane».
In serata, mentre le truppe israeliane allargavano l’offensiva su Gaza, si è rifatto vivo Hamas, altro alleato di Teheran, con un video di un ostaggio: Edan Alexander nella registrazione accusa Netanyahu di non fare nulla per salvarlo.

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