Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
E’ già tensione sul 25 Aprile Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 13 aprile 2025 Pagina: 1 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Contro la propaganda rossa portiamo un fiore al cimitero angloamericno»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 13/04/2025, a pag. 1, con il titolo "Contro la propaganda rossa portiamo un fiore al cimitero angloamericno", l'editoriale di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Un'alternativa morale e storicamente accurata per celebrare il 25 aprile: rendere omaggio ai veri liberatori, gli anglo-americani e gli ebrei della Brigata Ebraica, con una visita ai cimiteri in cui sono sepolti i loro caduti.
C’è un piccolo gesto gentile eppure a suo modo trasgressivo, delicato ma ormai quasi rivoluzionario, che potremmo fare il prossimo 25 aprile. Una ribellione dolce al pensiero unico, un momento di “silenzio -verità” contro il “rumore -bugia” che ci circonda da troppe parti, perfino in luoghi teoricamente insospettabili.
Si tratterebbe di portare un fiore in uno dei circa quaranta cimiteri angloamericani che si trovano in così tanti luoghi d’Italia: da Nettuno a Milano, da Firenze a Orvieto, per citarne solo alcuni. Giacciono lì migliaia di ragazzi (tra americani e britannici ne morirono più o meno 90mila dalle nostre parti durante la Seconda Guerra Mondiale) largamente dimenticati, o comunque quasi mai ricordati, scaraventati in un oblio a volte doloso e altre volte sciatto. $ grave la dimenticanza per superficialità, certo: e questa ci contagia tutti. Ma è ancora più vigliacca quella voluta, ideologica, consapevole. Quest’ultima avviene o per avversione viscerale contro Stati Uniti d’America e Regno Unito, oppure- peggio ancora- perché ricordare quei ragazzi significherebbe mettere in discussione due dogmi della sinistra comunista (ex, neo e post).
QUANTE FALSITÀ
Il primo: sono stati i nostri partigiani a liberarci dal nazifascismo. Falso: i partigiani contribuirono, spesso eroicamente, ma nulla avrebbero potuto senza il ruolo decisivo delle forze angloamericane. Il secondo: tutta la nostra Resistenza si batté con obiettivi di libertà. Falso anche questo: tutti si batterono meritoriamente contro il fascismo, ma molti partigiani comunisti lo fecero in nome di un’altra dittatura che avevano nel cuore e che desideravano come orizzonte terribilmente concreto per l’Italia.
E questo - portandoci avanti con il lavoro - ci permette di anticipare di quasi due settimane il giochino puerile al quale saremo sottoposti in vista del 25 aprile: «Dichiarati antifascista!», ci intimeranno i progressisti dalla loro autoassegnata cattedra etica. Ecco, il suggerimento che mi permetto di rivolgere a tutti è di non limitarci alla (pur ottima) risposta: «E tu dichiarati anticomunista». Proviamo a fare un passo avanti, ad alzare l’asticella, a sfidare le ipocrisie.
Come? Proponendo la parola magica, quella che svela tutto, che vale come criterio rivelatore per il passato, e soprattutto come bussola per il presente e per il futuro: «antitotalitarismo». E dunque rispondiamo: «E tu ti dichiari antifascista, anticomunista, antitotalitario?».
TUTTI FASCISTI
In altri termini, non si tratta solo di proclamarsi contrari alle dittature di un certo segno politico: con ciò “salvando” implicitamente le altre, e soprattutto puntando a proiettare le ombre del passato (il fascismo) sui nemici politici di oggi della sinistra. Ormai lo sapete: nell’Italia del 2025, per i nostri progressisti, è “fascista” ogni partito non di sinistra che superi il 7-8% dei voti.
Si tratta invece di condannare, non solo retrospettivamente ma anche per l’oggi e il domani, qualunque lesione della libertà, qualsiasi forma di autoritarismo. $ questo l’esercizio che imbarazza troppi, abituati al ben noto schema dell’“indignazione selettiva”: si urla e si va in piazza in certi casi (quando la cosa è politicamente spendibile a uso interno, cioè potenzialmente strumentalizzabile “contro le destre”), e invece si sta furbescamente zitti quando agitarsi non fa comodo.
E allora- mi permetto- teniamoci alla larga dalla retorica appiccicosa, dalle falsificazioni grossolane (anche solo per omissione), dalle strumentalizzazioni meschine, dalle chiassate di piazza e dalle bandiere rosse. Il silenzio di un cimitero e la delicatezza di un fiore su una tomba sconosciuta ci faranno un gran bene, alimenteranno la nostra sana inquietudine perla libertà, e ci distingueranno da ogni mischia.
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