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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Il Foglio Rassegna Stampa
08.04.2025 Sansal, viva la libertà
Commento di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 08 aprile 2025
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Viva la libertà»

Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 08/04/2025, a pagina 1, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Viva la libertà".

Informazione Corretta
Giulio Meotti

Bouallem Sansal in carcere in Algeria perché nei suoi romazi avverte del pericolo totalitario islamico. La Francia preme per la sua liberazione e ripubblica un suo discorso che è un inno alla libertà individuale. In Italia, in compenso, nessuno sa chi sia Sansal e nessun intellettuale si mobilita per la sua liberazione.

Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ha detto che i rapporti tra la Francia e l’Algeria, che stanno attraversando la peggior crisi diplomatica della loro storia recente, sono sulla strada per tornare “alla normalità” e che i due paesi stanno “riattivando tutti i meccanismi di cooperazione in tutti i settori”, a partire da quelli della sicurezza e dell’immigrazione. Barrot ha avuto un lungo colloquio con il presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune, il primo dopo mesi di rapporti molto tesi. “La Francia è mobilitata, determinata, impegnata” di fronte alla condanna di Boualem Sansal, ha dichiarato ieri Barrot. Sansal ha presentato ricorso contro la condanna e dovrebbe beneficiare di un nuovo processo nei prossimi mesi. Da Praga, dove vivono, le due figlie di Sansal fanno intanto appello alla clemenza per il padre malato. Non si sa ancora se Parigi abbia ottenuto qualcosa da Algeri sul romanziere condannato a cinque anni di galera. Intanto Gallimard ha pubblicato un testo inedito del romanziere di “2084”. Si tratta del suo “Discorso per il premio per la pace dei librai e degli editori tedeschi” pronunciato a Francoforte e che entra nella collana opuscoli delle Éditions Gallimard.

“Stiamo cercando di liberarci dal giogo delle nostre dittature malvagie e arcaiche in questo mondo arabo- musulmano, che un tempo era glorioso ed energico, ma che ora è chiuso e rigido da così tanto tempo che abbiamo dimenticato di avere gambe e testa, e che sulle nostre gambe possiamo stare in piedi, camminare e correre, o persino ballare se ne abbiamo voglia, e che con le nostre teste possiamo fare quella cosa inimmaginabilmente magica: immaginare un futuro e poi viverlo, qui, nel presente, in pace, in libertà, in amicizia” scrive Sansal. Un inno alla libertà, il suo, grazie alla quale libertà “l’uomo non ha altra scelta che comportarsi come un dio, come un creatore audace che continua ad andare avanti, perché altrimenti cade nel nulla del fatalismo, della schiavitù e della distruzione. In questi tempi di terrore e di speranza, tutto ciò che possiamo fare è essere coraggiosi”.

Parla dell’Algeria, Sansal. “Durante la guerra civile degli anni Novanta, il cosiddetto ‘Decennio nero’, come lo chiamiamo noi, le donne erano il bersaglio preferito delle orde islamiste, ma allo stesso tempo l’altro campo, ovvero coloro che detenevano il potere e i loro clienti, vedevano in loro la radice di tutti i nostri mali e cercavano di metterle a tacere con tutto il potere della legge e della propaganda”. Si rivolse alla moglie presente in sala. “Voglio guardarla negli occhi e ringraziarla: cara Naziha, ti ringrazio per tutto, per il tuo amore, la tua amicizia, la tua pazienza e per il coraggio silenzioso che hai dimostrato per così tanti anni, durante tutte le prove che abbiamo dovuto sopportare, e Dio sa quanto siano state dolorose: la guerra civile, lo sprofondare nell’assurdo, la solitudine metodicamente indotta e sempre più grave che rende sterile la vita. Questo premio che ci onora in realtà appartiene a te”. Poi Sansal attacca una falsa idea di pace, “la pace di una tomba, la zuppa insipida che prepara all’oblio e a una morte banale. La mancanza di libertà è un dolore che a lungo andare ti fa impazzire. Riduce le persone alla loro ombra e trasforma i loro sogni in incubi”. Queste parole risuonano in modo particolare dopo il suo arresto nel novembre scorso all’aeroporto di Algeri. “Il governo mi ha dipinto come un diavolo affinché la gente non comprasse i miei libri. Una delle assurdità che alimentano le dittature è che i miei libri siano vietati, mentre io vivo nel mio paese e finora ho potuto viaggiare liberamente. Se c’è una spada di Damocle che pende sulla mia testa, almeno non la vedo. Il fatto che i miei libri continuino a circolare nonostante tutto è merito del lavoro invisibile e molto rischioso di alcuni librai”. Infine, Sansal invoca la pace fra israeliani e palestinesi, ma non la pace banale, la pace che passa dal riconoscimento del diritto d’Israele a esistere, che Sansal definisce “un paese libero, una democrazia meravigliosa, grande e meravigliosa”. Anche per questo è finito in galera.

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