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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Shalom Rassegna Stampa
07.04.2025 Come Israele indebolisce il terrore
Analisi di Luca Spizzichino

Testata: Shalom
Data: 07 aprile 2025
Pagina: 1
Autore: Luca Spizzichino
Titolo: «Hamas sotto pressione. Come Israele indebolisce il terrore»

Riprendiamo da SHALOM online il commento di Luca Spizzichino dal titolo "Hamas sotto pressione. Come Israele indebolisce il terrore".

Luca Spizzichino | UGEI
Luca Spizzichino
Why does Saudi Arabia describe Hamas as ...
Hamas non ha accettato di rilasciare gli ostaggi e si trova ora in grande difficoltà in seguito alla ripesa da parte di Israele dei bombardamenti: dopo le manifestazioni anti-terroristi di Gaza e l'eliminazione di alcuni importanti dirigenti, il movimento terroristico appare significativamente indebolito, la pressione militare potrebbe dunque rivelarsi l'unico modo per costringere Hamas a liberare i 59 ostaggi israeliani.

Hamas è in difficolta. Secondo quanto riportato dal quotidiano arabo Asharq Al-Awsat e ripreso da Ynet, gli ultimi attacchi mirati dell’IDF, che hanno colpito la leadership politica, militare e amministrativa, hanno sconvolto la catena di comando e modificato la struttura decisionale, creando di fatto un grave vuoto organizzativo all’interno di Hamas. 

Gli attacchi israeliani hanno compromesso inoltre il pagamento degli stipendi ai dipendenti dell’amministrazione controllata dal gruppo a Gaza, con tagli che hanno ridotto le retribuzioni dei ranghi politici e militari al 60% durante l’Eid al-Fitr. Secondo fonti di Hamas, i ritardi nei pagamenti sono stati aggravati dal caos interno e dalla sorveglianza israeliana sui funzionari finanziari.

I raid hanno avuto un impatto significativo sulle operazioni di Hamas. La struttura decisionale si è ristretta a un piccolo “consiglio di leadership”, composto da leader regionali che consultano il più ampio ufficio politico solo in casi di estrema necessità. Attualmente, il capo di questo consiglio è Muhammad Darwish, che ha preso il posto di Osama al-Mazini dopo la sua uccisione nei primi giorni della guerra nell’ottobre 2023. Mentre l’ufficio politico di Hamas, che contava originariamente più di 20 membri, ora ne comprende tra i 5 e i 7.

Delle figure chiave di Hamas, Ismail Haniyeh e Saleh al-Arouri sono stati uccisi all’estero, mentre circa 15 membri del politburo sono stati eliminati all’interno di Gaza. Fonti di Hamas hanno rivelato che, a causa della pressione israeliana, il processo decisionale è passato direttamente al consiglio di leadership, escludendo i comandanti sul campo a meno che non sia strettamente necessario. Tuttavia, rimangono alcune linee rosse: né il consiglio né la squadra negoziale possono prendere decisioni critiche senza consultare l’intero ufficio politico, in particolare i membri ancora presenti a Gaza e il comando militare delle Brigate Qassam, guidato da Mohammed Sinwar, fratello di Yahya Sinwar.

Durante la tregua, Hamas ha tentato di riorganizzarsi rapidamente attraverso nuove nomine ed elezioni interne. Questo processo ha portato all’ascesa di Khalil al-Hayya, che ha sostituito Yahya Sinwar e ha svolto un ruolo centrale nei negoziati, viaggiando tra Egitto, Turchia e altri Paesi per coordinare le trattative. Tuttavia, anche alcuni membri della delegazione negoziale, tra cui Muhammad al-Jamasi, Yasser Harb, Ismail Barhoum ed Essam al-Da’alis, sono stati successivamente uccisi nei raid aerei israeliani.

Parlando con Reuters, alcuni funzionari di Hamas hanno sostenuto che l’organizzazione mantiene un sistema di governo efficace nonostante il conflitto. “Il movimento ha le risorse umane per ricostruire. Le fazioni palestinesi subiscono colpi da decenni, ma riescono sempre a riemergere più forti”. Hamas starebbe valutando l’ipotesi di ritirarsi dalla gestione civile di Gaza per alleviare le pressioni interne, ma non intende rinunciare al proprio arsenale militare. Secondo le fonti citate da Asharq Al-Awsat, il gruppo disporrebbe di ulteriori “strumenti di pressione” oltre agli ostaggi, anche se non sono stati specificati dettagli in merito.

La strategia di Israele, basata su eliminazioni mirate e pressione costante sulle reti operative di Hamas, sta infliggendo un duro colpo alla capacità del gruppo terroristico di coordinare attacchi e mantenere il controllo della Striscia di Gaza. Con una leadership decimata e crescenti difficoltà amministrative.

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redazione@shalom.it

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