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Libero Rassegna Stampa
19.03.2025 Netanyahu avvisa Hamas
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 19 marzo 2025
Pagina: 14
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Israele bombarda Gaza Netanyahu avvisa Hamas: «Da adesso negozierete soltanto sotto il fuoco»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/03/2025, a pag. 14, con il titolo "Israele bombarda Gaza Netanyahu avvisa Hamas: «Da adesso negozierete soltanto sotto il fuoco»", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Gaza, riprende la guerra, finita la tregua. Uccisi diversi esponenti di alto livello del gruppo terroristico a cominciare dal primo ministro di Hamas, Essam al-Da’alis. 

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas entrato in vigore il 19 gennaio è finito nella notte fra lunedì e martedì quando le Israel Defense Forces (Idf) hanno ripreso a bombardare obiettivi del gruppo terrorista nella Striscia di Gaza.
L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha reso noto che la decisione di riprendere gli attacchi «ha fatto seguito al ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi, così come al rifiuto di tutte le proposte ricevute dall’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente Steve Witkoff e dai mediatori». Un riferimento, quello alla mediazione esperita da Witkoff, che segnala come il governo di Gerusalemme goda della copertura dell’amministrazione Usa. E d’altronde era stato lo stesso presidente Donald Trump nelle scorse settimane a sollecitare Hamas a rilasciare i sequestrati o a soffrire le conseguenze di un eventuale rifiuto.
Negli attacchi delle Idf sono rimasti uccisi diversi esponenti di alto livello del gruppo terroristico a cominciare dal primo ministro di Hamas, Essam al-Da’alis che era subentrato a Rawhi Mushtaha, a sua volta eliminato da Israele a luglio del 2024. Altri ministri di Hamas, fra cui il titolare degli Interni Mahmoud Abu Watfa e il responsabile delle forze di sicurezza Bahajat Abu Sultan, sarebbero rimasti uccisi negli attacchi di martedì.
Eliminato anche il portavoce del Jihad islamico palestinese (Pij), Naji Abu Saif. Secondo fonti di Hamas sarebbero 404 i palestinesi rimasti uccisi negli attacchi condotti dalle Idf mentre i feriti ammonterebbero a 562.
Il ministro degli Esteri di Gerusalemme, Gideon Sa’ar, ha affermato che Israele sta prendendo ogni misura per minimizzare le vittime civili ma ha anche sottolineato che quella appena iniziata non è un’operazione di un giorno bensì un’offensiva di durata.
In giornata sono riprese anche le operazioni di volantinaggio su Gaza da parte delle Idf per avvertire i civili di allontanarsi da un’area destinata ad essere colpita. «Hamas deve capire che le regole del gioco sono cambiate», ha dichiarato il ministro israeliano della Difesa Israel Katz. «Se non rilascia immediatamente tutti gli ostaggi si apriranno le porte dell’inferno e dovrà affrontare tutta la potenza delle Idf in aria, in mare e a terra fino alla sua completa distruzione», ha affermato Katz mentre visitava la base aerea di Tel Nof.
Mentre colpivano 80 obiettivi nella Striscia nel giro di poche era, martedì sera le Idf hanno dovuto fare i conti con un missile balistico sparato dagli Huthi dallo Yemen verso il centro di Israele. I militari hanno reso noto di aver abbattuto il missile oltre i confini di Israele ma che, a causa della velocità e della potenza esplosiva di tali proiettili, è stato necessario attivare le sirene di allarme nel sud e nel centro del Paese. Il nuovo attacco arriva nonostante diversi giorni di attacchi aerei statunitensi contro la milizia yemenita alleata dell’Iran. L’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv ha posticipato l’arrivo di alcuni voli dall’Europa in attesa che cessasse l’allarme missilistico.
Se le operazioni militari contro Hamas e gli Huthi mostrano una ritrovata unità di intenti fra Israele e gli Stati Uniti, la ripresa del conflitto torna a spaccare lo stato ebraico nei suoi due fronti politici principali: pro e contro il primo ministro Netanyahu. I famigliari degli ostaggi e numerosi ex ostaggi hanno preso posizione contro la nuova ondata di ostilità asserendo che il governo «ha deciso di abbandonare gli ostaggi a Gaza».
Sul fronte opposto la ripresa della guerra contro Hamas ha spinto il partito ultranazionalista Otzma Yehudit di Itamar Ben Gvir a tornare al governo dal quale era uscito il 19 gennaio con l’inizio della tregua.

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