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Libero Rassegna Stampa
18.03.2025 Oggi Trump e Putin si parlano
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 18 marzo 2025
Pagina: 6
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Oggi Trump e Putin parlano della tregua: «Mai così vicini alla pace». E calano i prezzi del gas»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 18/03/2025, a pag. 6 con il titolo "Oggi Trump e Putin parlano della tregua: «Mai così vicini alla pace». E calano i prezzi del gas" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Oggi è il giorno della prima telefonata diretta (e ufficiale, perché ce ne sono state altre nei mesi scorsi) fra Trump e Putin, per concludere la guerra in Ucraina. Ma vogliamo vedere quali condizioni accetterà, a spese degli ucraini, il presidente americano, prima di cantare vittoria.

Si attende oggi la telefonata fra il presidente americano Donald Trump e quello russo Vladimir Putin, da cui potrebbe scaturire una prospettiva di pace o di tregua fra Mosca e Kiev, pur a spese dell'integrità territoriale dell’Ucraina. Il colloquio è stato annunciata da Trump: «Vogliamo vedere se possiamo porre fine a questa guerra. Forse ci riusciremo, forse no, ma penso che abbiamo ottime possibilità. Parleremo di terre e di centrali elettriche».
Ma l’amministrazione Trump starebbe valutando anche di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di qualsiasi accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev, dicono al sito Semafor due fonti Usa a conoscenza della questione.
Ottimista è la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt: «Siamo all'ultimo miglio (letteralmente: “dieci iarde”, nda) verso la pace, non siamo mai stati più vicini di oggi a un accordo di pace e il presidente è determinato a ottenerne uno».
Il presagio di distensione ha fatto abbassare del 3,1% il prezzo del gas in Europa, sceso ieri sotto 41 euro a Megawattora. Anche il gas americano, sui futures con consegne ad aprile, è calato, sebbene solo dello 0,7%. Spiccano segnali studiati per rassicurare Mosca. Secondo il New York Times «l'amministrazione Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dall'ente istituito dall'Unione europea per indagare sui crimini di guerra russi, cioè l'International Center for the Prosecution of the Crime of Aggression against Ukraine, a cui Biden aderì nel 2023. Sempre il Nyt scrive che «Trump sta riducendo il lavoro del War Crimes Accountability Team», creato in America nel 2022 dall'allora procuratore generale Merrick Garland.
Dal Cremlino, il portavoce Dimitri Peskov ha precisato che il colloquio verterà «su questioni relative a una soluzione in Ucraina» in base ad «appunti preparati per il presidente dal nostro staff», dato che «ci sono voluti giorni per organizzarlo». Peskov ha anche ammonito che «è pericoloso parlare di truppe Nato in Ucraina», mentre il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dimitri Medvedev è più esplicito: «Militari della Nato in Ucraina significa guerra».
Sullo sfondo del ponte Mosca-Washington è possibile che per canali riservati gli stessi ucraini lancino messaggi ai russi, via intermediazione Uaa, sebbene appaiano più determinati a farsi spalleggiare dall’Unione Europea.
Il viceministro degli Esteri russo Alexander Grushko propone «osservatori disarmati» come garanti di una tregua. Ma proprio la presenza di «ufficiali Nato» è stata denunciata ieri dall'agenzia RIA Novosti: «Tra le forze ucraine circondate nel Kursk ci sono 30 ufficiali di carriera della NATO impegnati nel comando delle truppe, nonché nei dati di ricognizione in arrivo dai satelliti e negli attacchi in territorio russo».
Gli ucraini hanno perso quasi del tutto le loro posizioni nella regione russa di Kursk e vari reduci hanno raccontato alla BBC che «la ritirata è catastrofica», data la potenza di fuoco di artiglieria ed elicotteri russi, e dei loro alleati nordcoreani.
Sugli altri fronti, i russi lamentano attacchi ucraini troppo vicini alla centrale nucleare di Energodar, nella regione di Zaporizhzhia, che le truppe di Mosca occupano dal 2022. Il direttore dell’agenzia atomica russa Rosatom, Alexei Likhachev, dice che «gli attacchi sulle nostre posizioni stanno avvenendo a poche centinaia di metri dall'impianto». Palese che, di eventuali danni alla centrale, a Kiev piacerebbe incolpare Mosca. Le provocazioni presso la centrale sono forse la reazione al fatto che i russi stanno avanzando in un altro settore dell’area di Zaporizhzhia, espugnando i villaggi di Stepove e Maly Shcherbaky. Curiose sembrano le accuse formulate ieri dal governo della Lituania verso il servizio segreto russo Gru, che avrebbe organizzato un incendio doloso nel maggio 2024 in un negozio della catena d'arredamento Ikea a Vilnius, forse per punire la Svezia dell’adesione alla Nato.

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