Nel caos l’assistenza militare all’Ucrania Analisi di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 18 marzo 2025 Pagina: 7 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Sospeso il piano Kallas Italia, Francia e Spagna aspettano Usa e Russia»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 18/03/2025, pag. 7, con il titolo "Sospeso il piano Kallas Italia, Francia e Spagna aspettano Usa e Russia", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Kaja Kallas (Alto Rappresentante dell'Ue per la politica estera) aveva stilato un piano ambizioso, ma necessario, per aiutare l'Ucraina. Però adesso le maggiori nazioni europee contribuenti, fra cui l'Italia, hanno deciso di frenare, finché non arriveranno risposte chiare dalla trattativa fra Putin e Trump. Male, perché così si dà un altro vantaggio alla Russia.
La proposta di Kaja Kallas «va approfondita». È stata così rimandata a giovedì, con una certa dose di scetticismo, la decisione sul piano lanciato nei giorni scorsi dall’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea che prevede ulteriori aiuti militari all’Ucraina per una valore che va dai 20 ai 40 miliardi di euro, di fatto il doppio di quanto speso dalla Ue lo scorso anno per aiutare Kiev.
Proprio ieri tra l’altro il Consiglio Europeo ha approvato il terzo pagamento di sovvenzioni e prestiti a fondo perduto per un valore di 3 miliardi e mezzo a favore dell’Ucraina. Con questa terza erogazione, Kiev avrà ricevuto quasi 20 miliardi di euro nell'ambito dello Strumento per l’Ucraina dalla sua entrata in vigore un anno fa.
Il piano della Kallas era parso azzardato fin dall’inizio, non in grado di ottenere l’unanimità dei 27 e quindi opportunamente rielaborato su base volontaria secondo lo stesso schema dei “volenterosi”. L’ultima bozza dice che «gli Stati partecipanti sono incoraggiati» a fornire nuovi contributi, un linguaggio che sottintende la non obbligatorietà, e l’impegno di chi adersice dovrebbe essere comunicato a Bruxelles entro il 30 aprile. Ma anche messo in questi termini rischia di trasformarsi in un flop clamoroso. Significative in proposito le parole del nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha fatto presente che la proposta va appunto «approfondita attentamente» ma che per prima cosa c’è da «raggiungere l’obiettivo del 2% della Nato» e contemporaneamente sul tavolo c’è anche il piano per la sicurezza della presidente della Commissione von der Leyen.
PROBLEMI DI BILANCIO
Troppe spese insomma, tantopiù che la Kallas ha proposto che una “porzione” del contributo militare sia fornita in rapporto alle capacità economiche di ciascun Paese, utilizzando il reddito nazionale lordo come indicatore principale per garantire che i Paesi più grandi forniscano le donazioni maggiori. Questa formula non piace nemmeno a Parigi perché la costringerebbe a impegnarsi per l'intero anno con una troppo cifra elevata per i suoi problemi di bilancio. I 27 chiedono anche risposte su come l'iniziativa della Kallas integrerà i 18 miliardi di euro che l'Ue fornirà a Kiev come parte di un prestito straordinario sostenuto dagli extra-profitti sui beni congelati della Russia.
Ma soprattutto va tenuto presente il momento particolarmente delicato per le sorti della guerra in Ucraina, con l’Amministrazione Trump che sta cercando di imbastire la trattativa tra Kiev e Mosca per la pace. Oggi peraltro è prevista la telefonata tra il presidente americano e quello russo e sembrerebbe davvero poco opportuno che l’Unione Europea annunciasse in contemporanea ingenti spedizioni di carri armati e missili. Per la Kallas tuttavia questa non è una buona ragione per non armare ulteriormente Kiev, anzi secondo l’Alto Rappresentante «le condizioni aggiunte per concordare la tregua mostrano che Mosca non vuole la pace e confermano gli obiettivi che si erano preposti con la guerra».
APPELLO AGLI EXTRA-UE
Un piano da sottoporre al voto del Consiglio era parso subito impossibile per la contrarietà annunciata da parte dell’Ungheria. Ieri il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha ribadito il concetto: «A Bruxelles», ha scritto su Facebook, «continua a prevalere la posizione favorevole alla guerra. Nella riunione odierna del Consiglio dei ministri degli Esteri è in fase di preparazione un pacchetto di aiuti finanziari da almeno 20 miliardi di euro per l’Ucraina. Non ci lasceremo trascinare in questa vicenda e non permetteremo che il denaro dei contribuenti ungheresi venga utilizzato per finanziare le forniture di armi all’Ucraina». «Noi», ha aggiunto il capo della diplomazia magiara, «sosteniamo invece i negoziati di pace.
Grazie al Presidente Trump, la speranza di pace non è mai stata così vicina negli ultimi tre anni come lo è ora, motivo per cui l’intenzione di Bruxelles di rendere impossibili i negoziati di pace è inaccettabile».
Tra i contrari figura anche la Slovacchia e pure il Portogallo e la Spagna sono apparsi scettici. Il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares Bueno ha detto che «la Spagna non ha bisogno di aspettare l’Alto rappresentante per dare il suo contributo all’Ucraina». Per ovviare alle defezioni la Kallas ha aperto la sua iniziativa anche a Paesi terzi nella speranza in particolare che Gran Bretagna e Norvegia si uniscano. All’inizio di questo mese Oslo ha aumentato il suo impegno per il 2025 a 50 miliardi di corone norvegesi, pari a 8,19 miliardi di euro.
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