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Corriere della Sera Rassegna Stampa
17.03.2025 Zelensky e il super missile capace di colpire fino a Mosca
Cronaca di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 17 marzo 2025
Pagina: 2
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Zelensky e il super missile capace di colpire fino a Mosca. Kiev rinforza l’industria bellica»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 17/03/2025, a pag. 2, con il titolo "Zelensky e il super missile capace di colpire fino a Mosca. Kiev rinforza l’industria bellica" la cronaca di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

Il Neptune2 o "Long Neptune" è un missile a lungo raggio capace di arrivare fino a Mosca. Autoprodotto in Ucraina, è la dimostrazione che Kiev, abbandonata dagli alleati, si prepara a difendersi anche da sola, per non soccombere.

L’esercito ucraino è ormai in grado di produrre un missile, il «Long Neptune», capace di colpire con precisione obbiettivi a oltre mille chilometri di distanza. Il che significa che non soltanto i droni, ma anche proiettili molto più efficaci e devastanti, adesso possono raggiungere Mosca. Lo ha voluto annunciare personalmente Volodymyr Zelensky mostrando anche il video del 14 marzo, in cui salta in aria un grande serbatoio della raffineria russa di Tuapsyn, situata 550 chilometri dal confine ucraino.

Le parole

«La prima prova del lancio del nostro Neptune ha avuto un bel successo. Grazie ai nostri ingegneri, alle industrie e ai nostri soldati», dice il presidente ucraino e le sue parole sono indirizzate a tre pubblici differenti. Primo: vuole rassicurare la popolazione ucraina, che negli ultimi giorni è scossa dalle notizie della ritirata dalla regione russa del Kursk.

L’Ucraina non s’arrende, segnala Zelensky, anzi continua ad armarsi in modo indipendente dagli alleati e si sta preparando a tenere botta. Il fatto poi che questa nuova arma sia una versione più potente e sofisticata del Neptune-1, il «missile autarchico» che nell’aprile 2022 colpì e affondò l’incrociatore pesante Moskva, la nave ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, per il pubblico ucraino è notizia di grande gioia e fiducia nelle proprie forze.

Secondo: a Kiev si stanno convincendo che l’America è sempre più lontana e potrebbe presto tornare a tagliare o limitare gli aiuti militari. Di recente un commentatore del Kyiv Post ha azzardato l’ipotesi che i russi in avanzata a Kursk abbiano ricevuto qualche «imbeccata» dall’intelligence americana. Dunque, diventa fondamentale sviluppare in modo autonomo la produzione di missili e droni sofisticati.

Terzo: Zelensky replica a Putin con il suo stesso linguaggio, forza contro la forza. Non crede affatto che Mosca accetterà seriamente il cessate il fuoco. «Tutto ci fa pensare che Putin non voglia la pace e stia solo prendendo tempo, senza rispondere alla proposta americana di cessate il fuoco per 30 giorni. Ogni bombardamento sulle nostre città rivela le vere intenzioni russe di annullarci per sempre come Stato indipendente», ribadisce Zelensky.

I prossimi giorni saranno particolarmente importanti. È atteso il colloquio diretto Trump-Putin, mentre le delegazioni ucraina e americana dovrebbero continuare a esaminare le vie della pace.

Capo di stato maggiore

Kiev teme di essere marginalizzata, affina dunque la delegazione che seguirà la via diplomatica, ma intanto prepara la continuazione della guerra. Il presidente Zelensky ieri ha nominato il generale Andrii Hnatov a nuovo capo di stato maggiore delle forze armate: un ufficiale con 27 anni d’esperienza, che è stato anche a capo delle forze speciali dei marines.

Ma è sulle industrie militari nazionali che punta Zelensky per affrontare le incognite del nuovo caos internazionale. La questione è ormai nota, ma resta all’ordine del giorno: prima della guerra del febbraio 2022 l’Ucraina, che pure era sotto attacco russo dal 2014, produceva meno del 10 per cento del proprio fabbisogno per la difesa; adesso mira al 40 per cento per il 2025. Di recente Zelensky ha sottolineato che il Paese può produrre 4 milioni di droni annuali e negli ultimi tre anni ha ideato almeno mille nuovi tipi di arma. Sono numeri che paiono esagerati (i dati per gli ultimi 12 mesi parlano di 2,5 milioni di droni), però forniscono i prossimi obbiettivi.

I giornali locali segnalano che il valore delle armi prodotte nel 2024 è stato di 10 miliardi di dollari e si vorrebbe salire a 30-35 miliardi per il 2025. Fiore all’occhiello delle nuove armi saranno almeno 30.000 droni a lungo raggio e oltre 3.000 missili da crociera. Le industrie ucraine, compresa una miriade di piccole startup avviate da studenti universitari, vengono contattate sempre più di frequente dai grandi gruppi stranieri, compresi gli americani della Silicon Valley ed europei.

I test sul campo

Gli ucraini hanno dalla loro la possibilità di testare i loro prodotti direttamente sui campi di battaglia. Nei piccoli laboratori posti nei bunker al fronte i giovani soldati che adattano i droni commerciali alle necessità della guerra sono i tecnici e imprenditori di domani. «In Ucraina operano già oltre 40 industrie straniere, che lavorano con 600 ditte ucraine e danno lavoro a trecentomila persone», ha spiegato il presidente Zelensky al Parlamento. Di recente il gigante tedesco Rheinmetall ha ricevuto l’ordine di avviare un impianto per la fabbricazione di munizioni in Ucraina. E lo stesso vale per alcuni gruppi danesi, norvegesi, svedesi e lituani.

Per inviare un commento al Corriere della Sera, telefonare: 02/ 62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


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