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Libero Rassegna Stampa
17.03.2025 Zelensky: un missile che può colpire Putin
Cronaca di Mirko Molteni

Testata: Libero
Data: 17 marzo 2025
Pagina: 2
Autore: Mirko Molteni
Titolo: «Rubio e Lavrov preparano la telefonata Trump-Putin «Sarà questa settimana»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/03/2025, a pag. 2 con il titolo "Rubio e Lavrov preparano la telefonata Trump-Putin «Sarà questa settimana»" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Si prepara un secondo round negoziale, con la telefonata fra Putin e Trump che avverrà in settimana. Putin chiede di cambiare mediatore e puntualmente Trump lo accontenta: esce di scena il generale Kellog e come mediatore resta solo Witkoff (l'inviato per il Medio Oriente). Intanto gli ucraini si dotano di nuovi missili a lungo raggio, i Neptune2, teoricamente in grado di colpire fino a Mosca.

Fra Russia e Ucraina la tregua è sempre meno lontana: «Le parti erano a miglia di distanza, ora sono molto più vicine», ha dichiarato alla CNN Steve Witkoff, inviato speicale della Casa Bianca. Ieri si sono sentiti al telefono il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, concordando «di ripristinare le comunicazioni tra Stati Uniti e Russia».
Si fa più vicina una telefonata tra il presidente americano Donald Trump e quello russo Vladimir Putin, tanto che Wiktoff ha detto alla CNN: «Mi aspetto che questa settimana ci sia una telefonata fra i presidenti. Il colloquio Trump-Putin sarà buono e positivo». Witkoff, che in origine era solo l'inviato per la crisi del Medio Oriente, ha acquisito anche la competenza per i rapporti con la Russia, dopo che Keith Kellog, precedente inviato per la crisi russo-ucraina, era risultato sgradito a Mosca come “filoucraino”. Pertanto ieri Trump ha nominato Kellog inviato speciale per i soli rapporti con Kiev.
L’America è ottimista, anche se la partita resta ancora difficile: la proposta ucraina di un cessate il fuoco di 30 giorni è respinta dalla Russia, per il consigliere del Cremlino, Yury Ushakov, non è che «un tentativo di dare alle forze armate ucraine tempo per riarmarsi e riprendersi». Insomma, una pausa per tirare il fiato mentre su tutti i fronti la pressione militare russa aumenta e, in particolare, gli ucraini sono in procinto di ritirarsi totalmente dalla regione russa del Kursk. Per Ushakov «un incontro Putin-Trump è in preparazione». La Russia non rinuncia ai territori conquistati a prezzo di tre annidi lotta feroce. Proprio gli USA riconoscono che l'Ucraina dovrà rinunciare ai territori perduti. Intervistato da ABC News, il consigliere americano per la sicurezza nazionale Mike Waltz ha ammesso che «le parti dell'Ucraina popolate da russi, forse la regione del Donbass, andrebbero a Putin» e che «l'adesione dell'Ucraina alla NATO è improbabile, come pensano non solo gli Stati Uniti ma anche altri paesi». Poco più che folkloristiche le dichiarazioni di Dmitry Medvedev secondo cui la presenza di forze di interposizione Nato per garantire la tregua sarebbe una dichiarazione di guerra.
Temendo che gli USA le impongano un diktat, l'Ucraina guarda più all'Unione Europea. Oggi, il ministro degli Esteri Andrii Sybiha parteciperà al Consiglio Esteri dell'UE.
Stando al Sunday Times, il premier britannico Keir Starmer, dopo la teleconferenza “dei volenterosi” con vari leader europei e della NATO, avrebbe concordato con gli alleati l'idea di una «forza di interposizione di 10.000 militari», ma l'Italia, come noto, non intende inviare truppe in Ucraina. Politica a parte, conta l'andamento dei combattimenti, che ha spinto ieri il governo di Kiev a sostituire il capo di Stato Maggiore delle forze armate, Anatoly Barhylevich, con Andrii Hnatov, relegando il primo a «ispettore del Ministero della Difesa». Il presidente Volodymir Zelensky si consola dichiarando operativa una versione potenziata del missile da crociera ucraino Neptune, il Long Neptune, con gittata aumentata da 300 a 1000 km e «in grado di colpire Mosca». Ma un'arma simile potrebbe cambiare la guerra solo se lanciata centinaia di volte alla settimana, anziché essere disponibile in pochi esemplari. Il New York Times accredita che ormai le truppe ucraine nel Kursk occupino solo 80 km quadrati di territorio russo, rispetto ai 1300 km quadrati delle prime settimane dell'offensiva ucraina dell'agosto 2024. Nelle ultime ore i russi hanno riconquistato i villaggi di Zaoleshenka e Rubanshchina, a ovest di Sudzha, e lottano per Gogolevka, pure a ovest della città, e di Guyevo, a sud.
Sugli altri fronti, i russi guadagnano terreno nell'ala sudovest della loro tenaglia che minaccia Pokrovsk, mentre nella città contesa di Toretsk gli ucraini riguadagnano terreno.

 

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