Putin: sbagliato fidarsi Analisi di Nathalie Tocci
Testata: La Stampa Data: 15 marzo 2025 Pagina: 3 Autore: Nathalie Tocci Titolo: «Lo zar non bluffa, sbagliato fidarsi troppo. Solo così potremo anticiparne le mosse»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 15/03/2025, a pag. 3, con il titolo "Lo zar non bluffa, sbagliato fidarsi troppo. Solo così potremo anticiparne le mosse", il commento di Nathalie Tocci.
Nathalie Tocci
Putin non vuole la pace, vuole la distruzione dell'Ucraina e la fine dell'Europa per come l'abbiamo conosciuta sinora. Lo dice apertamente e, in questo, dobbiamo interpretarlo alla lettera, come tutti i dittatori. Trump si sta facendo illudere e rischia di fare il suo gioco.
In Italia si è voluta interpretare quella di Vladimir Putin come un’apertura a un cessate il fuoco. Altrove si è più cauti, tra chi enfatizza le dure condizioni poste dal presidente russo e chi vi legge un implicito rifiuto della proposta dell’Ucraina per un cessate il fuoco di trenta giorni avallata da Washington. Insomma, come dovremmo interpretare Putin, e qual è il gioco sottostante?
Putin va interpretato alla lettera. Questo vale per lui come per altri leader autoritari. Vanno presi non solo seriamente ma anche letteralmente, perché generalmente fanno quello che dicono. Questo non significa che riescano sempre nei loro intenti, ma che proveranno a farlo. Solo se siamo disposti ad ascoltare quel che dicono (e non ciò che vorremmo sentire), saremo in grado di contrastare le loro mosse. Putin ha ripetuto innumerevoli volte che non è interessato a un cessate il fuoco in Ucraina che non tenga conto di quelle che Mosca considera le “cause alla radice” del conflitto. Insomma, la guerra non avrà fine, secondo Putin, finché non saranno accettate le sue condizioni. Le condizioni sono sempre le stesse sin dall’inizio dell’invasione.
C’è, anzitutto, il riconoscimento delle cinque regioni dell’Ucraina illegalmente annesse dalla Russia. A oggi Mosca occupa militarmente la maggior parte di questi territori, ma non li controlla tutti, nonostante l’invasione duri dal 2014, con la presa della Crimea. Allo stato attuale, l’Ucraina non è in grado di riconquistare militarmente tutto ciò che le appartiene, ma né Kyiv né gli alleati europei riconosceranno l’annessione russa. Andando oltre: se è vero che gran parte del mondo non è disposto a sanzionare Mosca, ciò non vuol dire automaticamente che quegli stessi Paesi siano pronti a benedire l’annessione attraverso l’uso della forza. Pure la Cina sarebbe restia a farlo, tant’è che a oggi non ha neanche riconosciuto l’annessione della Crimea.
Il secondo volano delle “cause alla radice del conflitto” riguarda la difesa e il controllo politico dell’Ucraina. Le condizioni poste da Putin ora insistono sul ritiro delle forze ucraine dalla linea di contatto (naturalmente senza far cenno alla presenza militare russa dall’altra parte della stessa), lo stop alla mobilitazione e rotazione militare dell’esercito ucraino, così come all’invio di armi da parte dei Paesi occidentali.
Queste condizioni si inseriscono nella più ampia richiesta di Mosca che l’Ucraina venga smilitarizzata. L’Ucraina, secondo Mosca, non deve essere in grado di difendersi per due ordini di motivi. Da un lato, perché le ambizioni territoriali russe non si esauriscono con il Donbas, ma si estendono da Odessa a Sud a Kharkiv a Nord, e magari fino addirittura a Kyiv. La smilitarizzazione dell’Ucraina sarebbe propedeutica alla ripresa dell’invasione russa tra qualche anno, quando le forze armate (e l’economia) della Russia saranno state ripristinate, soprattutto se pensiamo a una possibile eliminazione delle sanzioni. La neutralizzazione militare dell’Ucraina è, inoltre, funzionale al controllo politico del Paese.
Nei primi mesi di guerra, il Cremlino parlava della “denazificazione” dell’Ucraina. Oggi insiste sulla rimozione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e sulla convocazione di nuove elezioni. Il succo è lo stesso: Mosca considera l’intera Ucraina (così come il resto dell’Europa orientale) parte del proprio impero. Questo significa poterlo controllare, se non militarmente, quanto meno politicamente.
Infine c’è quella che Mosca definisce l’architettura di sicurezza europea. Il Cremlino vorrebbe una nuova Yalta, in cui attorno al tavolo stavolta sarebbero presenti Putin e il presidente, Usa Donald Trump. I due si spartirebbero l’Europa, dividendola in sfere di influenza. Questo prevedrebbe la fine formale delle ambizioni dell’Ucraina di entrare nella Nato. Ma non solo. Putin sa che questo risultato l’ha già incassato perché gli Usa - non solo sotto Trump, ma anche sotto i suoi predecessori -, non sono mai stati disposti a estendere la difesa collettiva della Nato a Kyiv. Semmai ora Putin sa, o perlomeno sospetta fortemente, che con Trump anche quei Paesi che sono membri dell’Alleanza Atlantica non godrebbero della protezione di Washington qualora venissero attaccati da Mosca. Quindi oltre alla Nato, Putin vuole assicurarsi che in Ucraina non siano presenti forze di Paesi europei, che, a differenza degli Stati Uniti, continuano a sostenere Kyiv.
Il Cremlino vuole che tutto questo sia incorporato il più possibile in un accordo sul cessate il fuoco. Non è disposto a fermarsi oggi perché crede ancora che questi obiettivi siano raggiungibili. Insomma, Putin non vuole fermare la guerra adesso per gli stessi motivi per cui l’ha cominciata. Avrebbe quindi potuto dire un no secco a Trump? Evidentemente ha ritenuto che non ce ne fosse il bisogno. È più conveniente per Putin pronunciare un “sì, ma”. Nella peggiore delle ipotesi, questo ripassa la palla alla Casa Bianca e permette alla Russia di proseguire la guerra trascinando le trattative. Nella migliore, secondo Putin, Trump accetterà le sue condizioni, dimostrando inequivocabilmente che il Cremlino ha la Casa Bianca in tasca.
Nulla di tutto ciò, però, è destinato ad accadere. Anzi, penso proprio che le cose non andranno così. Ma credo anche che il modo migliore per evitare che ciò succeda sia quello di mettere da parte le illusioni, guardare in faccia la realtà, e lavorare affinché le intenzioni nefaste di Putin non si realizzino.
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