Hamas non accetta il piano Usa. Israele abbandona la trattativa Cronaca di Maurizio Stefanini
Testata: Libero Data: 15 marzo 2025 Pagina: 15 Autore: Maurizio Stefanini Titolo: «Hamas non accetta il piano Usa, Israele abbandona la trattativa»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/03/2025, a pag. 15, con il titolo "Hamas non accetta il piano Usa, Israele abbandona la trattativa" la cronaca di Maurizio Stefanini.
Maurizio Stefanini
Hamas prende tempo con gli Usa e Israele e si prepara a rilanciare la guerra. I negoziati sono solo una facciata, Israele lo ha capito e si è ritirato dalla trattativa.
Hamas finge di accogliere la proposta degli Stati Uniti e annuncia che libererà il soldato con cittadinanza israeliana e statunitense Edan Alexander, preso prigioniero il 7 ottobre 2023, oltre a restituire i cadaveri di quattro ostaggi con cittadinanza pure israeliana e statunitense, di cui non è stato reso noto il nome. Ma l'organizzazione terroristica nel «confermare la sua assoluta volontà di iniziare i negoziati» e raggiungere un accordo sulla fase due dell'accordo, «insiste nell’attuazione di tutte le fasi dell’accordo sul cessate il fuoco» con Israele, precisa l’alto funzionario di Hamas Husam Badran, aggiungendo che qualsiasi ritiro da ciò che è stato concordato «riporterebbe le cose al punto di partenza».
Per l'ufficio dell'inviato del presidente Donald Trump, Steve Witkoff, in realtà, il gruppo palestinese avanza richieste «del tutto irrealizzabili» e temporeggia sul rilascio di un ostaggio statunitense-israeliano in cambio di un’estensione del cessate il fuoco a Gaza. «Hamas sta scommettendo molto male che il tempo sia dalla sua parte. Non è così», spiegano gli Stati Uniti, minacciando che «risponderanno di conseguenza» se Hamas non rispetterà la scadenza. E il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, rincarala dose: «Stiamo solo avendo a che fare con dei selvaggi. Tutto qui. Sono persone cattive, persone terribili, e dobbiamo trattarle come tali».
Il team di negoziatori israeliano ha lasciato dunque Doha: a Gerusalemme si teme un tentativo del gruppo palestinese di creare tensioni tra Israele e Usa. Il primo ministro Benyamin Netanyahu rimprovera a Hamas di aver rifiutato la «proposta Witkoff» con cui l’inviato di Trump prevedeva il rilascio immediato di metà degli ostaggi detenuti dal gruppo islamista a Gaza, un cessate il fuoco fino alla fine della Pasqua ebraica e l'eventuale rilascio di tutti gli altri ostaggi se si raggiunge un accordo sulla fine della guerra. E «allo stesso tempo, continua a praticare la manipolazione e la guerra psicologica» Perciò il primo ministro convocherà la squadra ministeriale sabato sera per ricevere un rapporto dettagliato dal team negoziale e per decidere i prossimi passi per il rilascio dei rapiti», ha fatto sapere l'ufficio di Netanyahu al termine della riunione.
Le famiglie degli ostaggi protestano però contro l'attesa, definendola «24 ore di inferno e sofferenza». Il forum delle famiglie degli ostaggi ha dichiarato che «i rapiti che torneranno devono essere solo l'inizio di un accordo per riportare indietro tutti», accusando il governo di smantellare «i valori del sionismo» e di aver abbandonato i suoi cittadini «sulla base di un passaporto straniero».
Tensione anche tra il primo ministro e l'ex capo dello Shin Bet Nadav Argaman, per un'intervista in cui quest’ultimo afferma di possedere informazioni riservate su Netanyahu e di poterle rivelare se il premier dovesse «agire contro la legge». In una lettera urgente al capo della polizia, Netanyahu ha chiesto un’indagine immediata per la «minaccia esplicita» e l’«atto di ricatto mafioso».
Intanto, Stati Uniti e Israele hanno contattato i funzionari di tre Paesi dell’Africa orientale per discutere del reinsediamento dei palestinesi di Gaza. Lo riferisce l’Associated Press che ha ottenuto le informazioni da fonti statunitensi e israeliani. Il Sudan avrebbe respinto la proposta, mentre la Somalia e il Somaliland hanno affermato di non esserne a conoscenza.
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