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Informazione Corretta Rassegna Stampa
15.03.2025 Facciamo un po' di chiarezza: cos'è la nakba
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 15 marzo 2025
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Facciamo un po' di chiarezza: cos'è la nakba»

Facciamo un po' di chiarezza: cos'è la nakba
Commento di Deborah Fait

La "nakba" (catastrofe, in arabo) non fu una pulizia etnica israeliana, come viene descritta dalla storiografia palestinese, ormai dominante anche in Europa. La nakba fu la fuga degli arabi da Israele a seguito della sconfitta subita in una guerra di aggressione.

È ora di finirla con la narrazione palestinazi della storia. È ora di fare chiarezza anche se sarà difficile fare entrare nella testa della gente la verità. I problemi sono due. Il primo è la capacità di mentire dei musulmani di cui i palestinazi sono la parte più bassa e barbara. Il secondo problema è l’incapacità di Israele, dovuta a troppo bontà e forse, faciloneria, di fare propaganda (hasbarà) in proprio favore rispristinando la verità. Sono ormai decenni che sentiamo parlare di nakba, di poveri palestinesi cacciati dai cattivi sionisti dalla terra dove vivevano dall’epoca di Adama ed Eva, come asseriscono gli imam più ridicolmente radicali e come giurava l’ egiziano Arafat, artefice di tutte le menzogne che si sono ripetute negli anni, fino a diventare, per dirla alla Goebbels, verità assoluta. Cosa significa nakba? Catastrofe e questo termine è stato strumentalizzato e manipolato rielaborandone il significato per adattarlo alla più bieca propaganda che, purtroppo, di questi tempi, viene scambiata per verità assoluta. Se praticata furbescamente, contro gli ebrei e Israele, allora ogni menzogna, anche la più ridicola, diventa credibile. Il contesto culturale in cui viviamo è triste e cupo. Come dice Federico Rampini noi occidentali siamo gli unici che insegnano una storia autodistruttiva, siamo gli unici che insegnano che l’Occidente è malvagio e con queste teorie facciamo il lavaggio del cervello a intere generazioni. Siccome Israele è parte dell’Occidente come cultura e modo di concepire la vita, allora ecco che è in torto, sempre e comunque, ecco che Israele non può essere che malvagio. Gli arabi, essendo arabi e musulmani, un po’ scuri di pelle, vengono considerati terzo mondo, quindi giusti e buoni, e i palestinesi, che sono i peggiori tra gli arabi e che si contrappongono a Israele, non possono che essere santificati. L’ideologia è una brutta bestie e l’ideologia woke è il peggio del peggio, a causa degli intellettuali che la praticano e l’insegnano. In America, dove questa ideologia è nata, migliaia di giovani universitari, guidati dai sacerdoti  del politicamente corretto, dopo i massacri del 7 Ottobre, si sono scatenati contro il popolo ebraico con una violenza mai vista prima al mondo. Ecco quindi spiegata la facilità con cui le menzogne palestinazi prendono piede. Torniamo dunque alla nostra nakba, alla catastrofe, che è stato il termine dato alla sconfitta subita dagli eserciti arabi nella prima guerra contro Israele, 1948, e al loro disonore per aver perso, con tutti i loro eserciti e le loro armi, contro un esercito raffazzonato di israeliani con poche armi e reduci dai campi della morte nazisti. Questa è la verità sulla nakba. La furbizia araba e la capacità islamica di taqiyya (menzogna) hanno cambiato la storia. Cosa hanno fatto? Hanno preso la parola che raffigurava la sconfitta vergognosa e umiliante degli eserciti arabi e l’hanno modificata e usata per spiegare la disperazione palestinese che nel 1948 si era vista cacciare dalla terra che abitava, appunto, secondo loro,  dalla creazione del mondo. Anche qui la storiografia è stata manipolata perché gli israeliani non hanno cacciato nessuno e lo confermano le parole di Ben Gurion: Il popolo ebraico farà del suo meglio per facilitare il raggiungimento di questo oggetto ( lo stato ebraico ), fermo restando che non deve essere fatto nulla che possa ledere i diritti civili e religiosi delle comunità non ebree esistenti in Palestina”  E ancora nella Dichiarazione di Indipendenza è scritto: “Tra gli attacchi di mesi contro di noi – chiediamo agli abitanti arabi dello Stato d'Israele di preservare la pace e partecipare alla crescita dello Stato sulla base della piena ed equa cittadinanza e della sua rappresentanza in tutte le istituzioni provvisorie e permanenti. Estendiamo la nostra mano a tutti gli stati vicini e ai loro villaggi in un'offerta di pace e buon vicinato e chiediamo di stabilire legami di cooperazione e aiuto reciproco con il popolo sovrano ebreo stabilito nel proprio paese. Lo Stato d'Israele è pronto a fare la sua parte in uno sforzo congiunto per far avanzare l'intero Medio Oriente.”

La verità che nessuno dice mai, che nessuno mai scrive, è che è stata la Lega Araba ad obbligare gli arabi che vivevano in quello che sarebbe diventato Israele, ad andarsene con la promessa che sarebbero tornai una volta distrutto il piccolo Stato e ammazzato tutti gli ebrei che vi abitavano. Gli arabi se ne andarono e invece di essere accolti dai loro fratelli libanesi, siriani, iracheni, furono rinchiusi in campi profughi. Quale nakba dunque! Gli arabi se ne andarono volontariamente, dopo aver rifiutato l’anno prima, all’ONU la creazione di uno stato arabo/palestinese accanto a Israele. Dopo quel primo rifiuto, ne seguirono molti altri. Praticamente la storia dei palestinazi è costellata di rifiuti, i loro, di avere un paese. La verità, la tragica verità, è una: non vogliono nessuno stato palestinese, vogliono solo distruggere Israele e, come urlava Arafat, e poi Abu Mazen, e poi Hamas, ammazzare gli ebrei e gettare i loro cadaveri in mare. Dopo di che avrebbero creato il grande califfato arabo islamico.

Questa è storia e Israele sta pagando, dopo 80 anni le menzogne arabe che hanno portato a guerre sanguinose, a due intifada, a migliaia di morti e infine, il 7 Ottobre, al martirio di 1400 israeliani innocenti che sognavano ingenuamente di poter vivere in pace con quelli che hanno dimostrato di essere nient’altro che belve sanguinarie.

Deborah Fait
Deborah Fait


takinut3@gmail.com

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