Testata: Libero Data: 14 marzo 2025 Pagina: 3 Autore: Mirko Molteni Titolo: «Ucraina senza missili. Mosca uccide i prigionieri»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/03/2025, a pag. 3 con il titolo "Ucraina senza missili. Mosca uccide i prigionieri" la cronaca di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
Putin, per una volta in divisa, non accetta la tregua. E anche gli ucraini non si dichiarano disponibili ad accettare una tregua che non sia preludio a una pace duratura, non vogliono un conflitto congelato sul loro suolo. Intanto le scorte di missili ucraini si esauriscono. Europa che fa?
«Noi non accetteremo un conflitto congelato, anche i nostri partner degli Usa sono contrari ad uno scenario del genere» ha dichiarato Andriy Yermak, il capo dello staff di Volodymyr Zelensky che ha guidato la delegazione ucraina ai colloqui con gli Stati Unitia Gedda. «Siamo contrari ad un Minsk 3 e l’Europa sarà inclusa nel processo di pace», ha aggiunto in un video postato sui social media, riferendosi ai protocolli precedenti per il cessate il fuoco nel Donbass del settembre del 2014 e del febbraio del 2015.
Ieri il presidente russo Vladimir Putin affermava che i soldati ucraini nella regione russa del Kursk sarebbero ormai in rotta: «Sono circondati, hanno solo due vie d’uscita, resa o morte». Retorica a parte, sia Mosca, sia l’istituto americano ISW confermavano che Sudzha è stata ripresa dai russi e che gli ucraini si ritirano.
L’ISW aggiungeva che l'esercito di Kiev, per coprire la ritirata dei compagni, ha sparato con lanciarazzi americani HIMARS, usando presumibilmente i razzi M30/31 con testata a grappolo da 90 km. Infatti, sempre ieri, fonti del Guardian e dell'AP hanno riferito che «gli ucraini hanno esaurito da fine gennaio» i più potenti missili ATACMS con gittata di 300 km, che gli americani avevano fornito in soli 40 esemplari. Il tardivo permesso dato da Biden nel 2024 di colpire dentro il territorio russo con queste armi era poco più di un bluff. In serata, le autorità ucraine hanno decretato l'evacuazione da 8 villaggi della regione di Sumy, al confine col Kursk, temendo incursioni.
Per convincere Mosca ad accettare una tregua nei cieli, Kiev ha lanciato sulla Russia 77 droni fra notte e mattina. I russi dicono di averli abbattuti, ma vari di essi hanno causato danni. Specie nella regione di Kaluga, dove hanno incendiato, ad Obukhovo, una «fabbrica di droni mascherata da fabbrica di calcestruzzo», come ha rivendicato il servizio segreto ucraino GUR. I russi hanno scagliato su varie regioni ucraine ben 117 droni e un missile Iskander. Le difese hanno abbattuto 74 di questi droni, alcuni dei quali hanno ferito una donna a Kherson e causato un blackout elettrico.
Sugli altri fronti, nel Lugansk i russi avanzano presso Borova, nel Donetsk hanno preso Dniproenerhiya, mentre nella città di Toretsk, quasi tutta in mano russa, resistono ancora piccole sacche ucraine. Il difensore civico ucraino per i diritti umani Dmytro Loubinets ha denunciato l’esecuzione di «almeno cinque prigionieri di guerra ucraini» da parte dei russi, stando a un video diffuso su internet. Mosca ha anche affermato di aver sventato un piano dei servizi ucraini incentrato su ordigni camuffati da profumi, inviati per posta a militari russi impegnati dell’operazione in Ucraina. Pronti a esplodere una volta aperti. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Ria Novosti spiegando che «un agente di Kiev è stato arrestato» a Pervouralsk. Secondo l’Fsb, i «servizi speciali ucraini» avevano pianificato di inviare ordigni esplosivi in pacchi per posta.
«L’Fsb russo ha impedito una serie di atti di sabotaggio e terroristici pianificati dai servizi speciali ucraini contro i militari del ministero della Difesa russo che partecipano all’operazione militare speciale, nonché contro i dipendenti pubblici che forniscono assistenza alle unità militari nella zona dell’operazione militare speciale», ovvero in Ucraina, scriveva ieri l’agenzia Ria Novosti.
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