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Il Giornale Rassegna Stampa
13.03.2025 La memoria trasferita nel deserto
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 13 marzo 2025
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «La memoria trasferita nel deserto»

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 13/03/2025 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "La memoria trasferita nel deserto".


Fiamma Nirenstein

Il vandalismo antisemita al museo della Shoah in costruzione a Roma, che reazione ha provocato nei cittadini del quartiere? La reazione del "lasciateci in pace": una petizione per trasferire altrove il museo. La memoria può essere celebrata, in un luogo "meno popolato". La Shoah deve essere ricordata, ma nel deserto.

Qual è la risposta da parte dei cittadini di un quartiere bene della capitale d’Italia se un’istituzione indispensabile per l’integrità morale del Paese, ovvero il cantiere del Museo della Shoah, viene coperto di escrementi, di svastiche, se una testa di maiale vi viene depositata, se frasi inneggianti a Hamas e all’odio per Israele e gli ebrei lo sfregiano?

È la stessa reazione che hanno avuto in varie città d’Europa i passanti che hanno strappato i manifesti coi volti dei bambini Bibas, della loro mamma Shiri, dei rapiti e degli assassinati da Hamas. Questo hanno fatto i cittadini di Via Torlonia firmando un disgustoso esposto che chiede di spostare il museo “in un’altra area a Roma, più ampia e meno popolata”. Nel deserto. Hanno paura. Della memoria del maggior crimine contro l’umanità della storia non gli interessa nulla, li preoccupa che si possa disturbare la loro passeggiata. Non chiedono di perseguire i delinquenti, di acchiapparli, tantomeno di difendere la memoria della Shoah, che certo non riguarda solo gli ebrei. Anzi, adesso che (scrivono proprio così) il 7 ottobre 2023 ha segnato una svolta, si rivaluti “il momento storico e geopolitico”.

Per loro non è quello dei 1200 innocenti uccisi solo perché ebrei, ma quello che deve cancellare la costruzione del Museo della Shoah. Benvenuto all’antisemitismo perbene. Il comune deve cancellare la delibera, chiedono, la storia della Shoah è pericolosa per la salvaguardia della quiete del quartiere. Chissà se una lettera così vile sarebbe stata scritta se si fosse trattato di un museo sul femminismo vandalizzato, o dell’islam, o dell’immigrazione… la gente di Villa Torlonia non sarebbe intervenuta per salvaguardare nobilmente la pluralità? Ma gli ebrei… non è di moda cercare di capire chi sono gli oppressi e chi gli oppressori, l’antipatia per Israele a cena si porta molto. La Shoah la vadano a ricordare più in là, tanto più che oggi opprimono i palestinesi.

Dunque, il manifesto coi bambini Bibas i firmatari lo avrebbero strappato; quello con un gatto perduto invece lo avrebbero studiato, annotando il numero di telefono dei proprietari infelici.     

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