Zelensky dice sì alla tregua. E Putin? Cronaca di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 12 marzo 2025 Pagina: 6 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Accordo fra Ucraina e Usa: sì a un mese di tregua e alla pace mineraria Trump: «Parlerò con Putin»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/03/2025, pag. 6, con il titolo "Accordo fra Ucraina e Usa: sì a un mese di tregua e alla pace mineraria Trump: «Parlerò con Putin»", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Negoziati in corso fra Ucraina e Usa in Arabia Saudita. Zelensky accetta tutti i punti proposti per una tregua. Adesso tocca a Putin esprimersi. Vediamo se è in grado di accettare una tregua, anche se sappiamo tutti che mira a una vittoria totale.
«Lavori in corso». Il capo dei negoziatori di Kiev, Andriy Yermak, ha sintetizzato così, durante una pausa tra nove ore di trattative, il senso dell’incontro a Gedda con i rappresentanti degli Stati Uniti, il segretario di Stato Marco Rubio e il consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz. E i lavori, che per la verità sono solo all’inizio, sembra abbiano prodotto i primi risultati concreti, in un clima di grande ottimismo e a tratti di entusiasmo.
«Fantastiche novità per l’umanità», le ha definite la portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, ma soprattutto per Kiev dal momento che gli Stati Uniti hanno revocato la sospensione della condivisione di informazioni di intelligence e ripreso l’assistenza alla sicurezza dell'Ucraina.
La decisione è arrivata in cambio dell’accordo sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine al fine, spiega la dichiarazione finale congiunta, di «compensare il costo dell'assistenza americana e garantire la prosperità e la sicurezza a lungo termine dell'Ucraina».
Ma soprattutto dopo che l'Ucraina «ha espresso la disponibilità ad accettare la proposta degli Stati Uniti di emanare un cessate il fuoco immediato e provvisorio di 30 giorni, che può essere esteso di comune accordo tra le parti e che è soggetto all’accettazione e all’attuazione simultanea da parte della Federazione Russa». La tregua dunque non riguarderà solo «il cielo e il mare», come aveva proposto Kiev, ma sarà totale.
La palla ora è nel campo della Russia. «Porteremo loro l’offerta», ha detto Rubio, «diremo loro: questo è ciò che c’è sul tavolo». Il segretario di Stato ha sottolineato di sperare che i russi rispondano “sì” il più rapidamente possibile, «così potremo passare alla seconda fase, che è quella dei veri negoziati».
Se non lo faranno, ha aggiunto Rubio, «allora sfortunatamente sapremo chi ostacola la pace».
Ci penserà il presidente Usa Donald Trump, che anticipa un colloquio con l’omologo russo Vladimir Putin «probabilmente in settimana» nella speranza di vedere un «cessate il fuoco totale nei prossimi giorni». Ma «per ballare il tango bisogna essere in due», perciò «spero che anche il presidente Putin accetti», ha aggiunto incontrando la stampa, mentre si annunciava un nuovo invito alla Casa Bianca rivolto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale ha ringraziato Trump, aggiungendo che «la Russia deve ora dimostrare la sua disponibilità a porre fine alla guerra o a continuarla».
Chiede sostegno anche dai vicini: «Gli alleati europei saranno coinvolti nel processo di pace». Tra essi, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che «sostiene pienamente gli sforzi degli Stati Uniti, sotto la guida del Presidente Trump, a favore di una pace giusta che garantisca la sicurezza di lungo periodo dell’Ucraina», ma ricorda che «ora la decisione spetta alla Russia».
Complicato, molto complicato che Mosca accetti in modo incondizionato. Specie dopo l’attacco ucraino su Mosca con centinaia di droni, in cui sono rimaste uccise almeno tre persone. Kiev ha rivendicato il raid su obiettivi strategici, una raffineria della capitale in grado di elaborare 11 milioni di tonnellate di petrolio all’anno, e che il raid in realtà era funzionale ai colloqui, perché sarebbe servito a «spingere» Putin ad accettare la tregua aerea proposta dall’Ucraina. Secondo Mosca invece l’attacco è avvenuto contro obiettivi civili ed è stato concepito per far deragliare le trattative.
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha specificato che in realtà non c’è alcuna trattativa da far deragliare in quanto ci si trova nella fase colloqui preliminari. Peskov ha consigliato di non aver fretta «di indossare gli occhiali rosa», di sperare nel meglio ma di essere sempre preparati al peggio. Poi il Cremlino ha fatto trapelare di non escludere contatti in settimana con gli Usa.
Tra i vertici Usa prevale l’ottimismo. Per Waltz «ora la questione non è più “se” finirà la guerra ma “come” finirà».
L’Ucraina «ha fatto passi e proposte concreti» e ha dimostrato in modo «molto chiaro» che «condivide la visione del presidente Trump per la pace», ha detto ancora Waltz, anticipando che nei prossimi giorni parlerà con le controparti russe, mentre Rubio informerà i colleghi del G7 alla riunione che si apre oggi in Canada.
Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante