Francesca Albanese lancia l'allerta genocidio. Per la Siria? No, ovviamente per Israele, anche se la tregua regge. Ma basta che Netanyahu interrompa l'erogazione di corrente a Gaza (per riottenere gli ostaggi, se non altro) che è subito allerta genocidio.
La Signora Francesca Albanese, nominata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi dal 1° maggio 2022, non ha mai nascosto la sua ostilità verso lo Stato ebraico ed è stata accusata di antisemitismo.
Non ha esitato ad affermare che gli Stati Uniti erano dominati dalla lobby ebraica, per poi scusarsi. Sembra che le atrocità perpetrate il 7 ottobre da orde di terroristi fanatici di Hamas – e accolte con gioia dalla popolazione della Striscia di Gaza – non abbiano mai intaccato il suo incrollabile sostegno. Non ha pronunciato una sola parola di condanna e la sorte degli ostaggi non la riguarda. Inoltre, nel suo primo rapporto pubblicato il 25 marzo 2024 e intitolato ‘Anatomia di un genocidio’ , ha affermato che vi erano “ragionevoli motivi” per ritenere che Israele avesse commesso diversi atti di genocidio nella Striscia di Gaza. Un argomento che i giudici della CPI hanno preso in considerazione. Oggi lei soffoca d'indignazione sul suo account X:
“ALLERTA GENOCIDIO! Il taglio dell'erogazione di elettricità a Gaza da parte di Israele significa, tra le altre cose, la mancanza di impianti di desalinizzazione funzionanti e, di conseguenza, la mancanza di acqua potabile. ANCORA NESSUNA SANZIONE/NESSUN EMBARGO SULLE ARMI contro Israele significa, tra le altre cose, AIUTARE E SOSTENERE Israele nel commettere uno dei genocidi più evitabili della nostra storia.” Prima di analizzare la situazione, fermiamoci un attimo a chiederci non solo perché Israele dovrebbe garantire l'approvvigionamento idrico a Gaza, nonostante lo scontro armato innescato dall'attacco del 7 ottobre, ma anche perché Hamas non ha utilizzato i miliardi di dollari di aiuti ricevuti dai Paesi arabi per sviluppare le infrastrutture di questo territorio, preferendo destinare tali aiuti alla costruzione di tunnel e all'industria bellica. Ciò che la signora Albanese e il coro dei nemici giurati dello Stato ebraico continuano a non vedere è che l'organizzazione terroristica, lungi dal preoccuparsi del benessere delle popolazioni di cui si prende cura, le sta facendo diventare la punta di diamante della sua strategia. Una strategia che funziona e convince chi chiede solo di essere convinto. Ma come si può parlare di genocidio a Gaza? Secondo le cifre più scandalose fornite dal "Ministero della Salute" di Hamas, dall'inizio delle ostilità si sono verificati 40.000 morti, compresi i combattenti, su una popolazione di oltre due milioni di abitanti. I magazzini di Hamas traboccano di cibo, grazie alle decine di migliaia di camion di aiuti umanitari entrati dopo il cessate il fuoco. Oggi l'organizzazione terroristica grida al ricatto. Israele porrebbe condizioni impossibili per il ritorno dell’elettricità. Giudicate voi stessi: questo Paese esige la liberazione degli sfortunati ostaggi ancora vivi, che sono in pericolo di vita a causa del loro stato di salute: stanno morendo di fame, privati di ogni cura.
Ci sarebbe bisogno, ma sarebbe sufficiente, di un solo gesto da parte di Hamas per riattivare la rete elettrica.