Milano, Statale pro-Hamas: ira della comunità ebraica Cronaca di Michele Zaccardi
Testata: Libero Data: 11 marzo 2025 Pagina: 12 Autore: Michele Zaccardi Titolo: «Evento pro-Hamas in Statale. Ira della comunità ebraica»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/03/2025, a pag. 12 con il titolo "Evento pro-Hamas in Statale. Ira della comunità ebraica", l'analisi di Michele Zaccardi.
Francesca Albanese monta in cattedra all'Università Statale di Milano, nel convegno in cui il titolo già dice tutto: "Gaza, la strage e l'indifferenza". Invece di portare la cultura nei centri sociali, l'ateneo "sta portando i centri sociali in università". Fa bene Trump a togliere i fondi pubblici alle università che fanno propaganda filo-Hamas. Italia, imitalo! Ci pare invece che stai zitta!
«Invece di portare la cultura nei centri sociali, l’università sta portando i centri sociali in università». Commenta così Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica, il convegno pro-Pal che si terrà oggi alla Statale di Milano.
E a cui parteciperà, come oratrice, la controversa inviata Onu per la Palestina, Francesca Albanese. «Sottolineo che Albanese viene invitata sempre in questi convegni» spiega a Libero Romano, «ed è una cosa molto grave perché i professori devono insegnare, non essere militanti o estremisti da centro sociale. In questo modo si fa un danno agli studenti, all’università e alla città di Milano».
Del resto il titolo del convegno pro-Pal di oggi è significativo: “Gaza: la strage e l’indifferenza”. L’evento, organizzato in collaborazione con il “Coordinamento Unimi per la Palestina” nell’ambito del corso di “Storia e istituzioni dei Paesi musulmani”, la cui cattedra è tenuta dalla professoressa Elisa Giunchi, avrà come relatrice principale Francesca Albanese, insieme a una studentessa palestinese e a un membro di Amnesty International. «Si tratta di un convegno unilaterale, estremista e demonizzante per una parte. E questo contribuisce a creare quel clima di antisemitismo diffuso che crea infiti problemi agli studenti ebrei» prosegue Romano. Che aggiunge: «Riprendendo quello che ha scritto il direttore Capezzone, sarebbe il caso che il governo cominci a tagliare i fondi a quelle università che invece di fare cultura fanno politica, professando idee antisemite».
La cosa grave, aggiunge riferendosi ad Albanese, è che «gli studenti ascolterannno l’intervento di chi ha scritto che “L’America è soggiogata dalla lobby ebraica” e che ha negato che il pogrom del 7 ottobre sia stato il peggior attacco agli ebrei dopo la Shoah. Offrire spazio a chi ha propagato idee antisemite disonora l’università e soprattutto Milano. Visto che non è la prima volta che succede, inizio a domandarmi: chi continua a invitare la Albanese condivide le sue affermazioni antisemite? C’è un pregiudizio antiebraico in Statale?».
Ma il punto è che i convegni a favore di Israele vengono costantemente boicottati, con l’avallo delle istituzioni universitarie. Come avvenne il 7 maggio scorso quando, sempre in Statale, il convegno a favore di Israele dal titolo “L’unica democrazia del Medio Oriente.
Israele tra storia e diritto internazionale” venne cancellato per le minacce ricevute. Tra gli organizzatori c’era anche Alessandro Litta Modignani, presidente dell’Associazione milanese pro-Israele. «Avevamo cercato di fare un convegno per spiegare le ragioni di Israele» spiega Litta Modignani a Libero, «ma il rettore di allora, Elio Franzini, si era inventato che la questura di Milano gli aveva detto che l’evento era classificato ad “altissimo rischio”. Una panzana, tant’è che la questura lo aveva sbugiardato».
La professoressa Giunchi non è nuova a queste iniziative: «Già un anno fa» prosegue Litta Modignani «organizzò un convegno analogo a cui parteciparono Albanese, Moni Ovadia e altri docenti faziosi e ideologizzati, come Cecilia Dalla Negra che su Facebook all’indomani del 7 ottobre aveva scritto “la decolonizzazione non è un pranzo di gala”». «Allora avevamo manifestato per dire che più che un convegno universitario sembrava un convegno di Hamas. E ci eravano chiestisela Statale, come i cittadini israeliani dopo il 7 ottobre, fosse caduta ostaggio di Hamas». «Oggi si replica» aggiunge «la stessa docente convoca un convegno a favore di Hamas». Insomma, l’ennesima conferma di un clima ostile, per usare un eufemismo, a Israele. «Dobbiamo constatare amaramente che nelle università italiane non c’è spazio per il confronto di idee e per la liberta di pensiero ma solo per la propaganda di Hamas».
Intanto oggi all’università di Torino cinque liste studentesche organizzano un convegno dal titolo “Contro l’antisemitismo e la violenza nelle università”, nel quale alcuni universitari racconteranno il loro viaggio in Israele. La stessa conferenza è stata fatta un mese fa sempre alla Statale di Milano.
Per via delle veementi proteste di alcuni gruppi, l’evento si è potuto svolgere soltanto grazie alla presenza della polizia.
«Sappiamo che ci saranno proteste» spiega Pietro Balzano, uno dei promotori dell’iniziativa, «perché alcune associazioni hanno scritto sui loro social che proveranno a impedirci di parlare. La cosa inquietante è che lo hanno scritto mettendo sui loghi delle liste partecipanti il triangolo rosso che Hamas utilizza nei suoi video di propaganda». Per Balzano «è una minaccia pubblica, frutto di una escalation che non è mai stata punita, motivo per cui questi soggetti si sentono legittimati a puntare sempre più in alto. È l’ennesima conferma che all’università non si può parlare liberamente».
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