Il circo della sinistra non si ferma mai Editoriale di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 05 marzo 2025 Pagina: 1 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Il circo della sinistra non si ferma mai: crisi perché Ursula lancia il 'Piano difesa'»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 05/03/2025, a pag. 1, con il titolo "Il circo della sinistra non si ferma mai: crisi perché Ursula lancia il 'Piano difesa'", l'editoriale di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Ma la sinistra non voleva "più Europa"? Beh, adesso che la von der Leyen lancia un piano di difesa integrata dell'Europa, la Schlein si riscopre pacifista. E Conte si fa la sua manifestazione di piazza senza gli alleati del PD.
Se non parlassimo di cose tremendamente serie come la guerra e le armi, ci si potrebbe perfino divertire assistendo al grande spettacolo circense portato in scena ogni giorno dalla sinistra italiana: tra lanciatori di coltelli (quelli non mancano mai), acrobati con la sciatica, trapezisti scoordinati, illusionisti pasticcioni, qualche pagliaccio (involontario), e alcuni vecchi leoni sdentati e spelacchiati.
Come leggete oggi su Libero, ieri è successo di tutto dopo il fantasmagorico annuncio di Ursula von der Leyen di un megapiano (costosissimo e vaghissimo) di investimenti per la difesa europea.
Ora, tanti avrebbero avuto e avrebbero gran diritto di contestarlo, e da numerosi punti di vista. Da destra, dei seri atlantisti thatcheriani, fautori certamente di una difesa robusta, ma da parte delle singole nazioni sovrane occidentali sotto l’ombrello Nato: e dunque contrari a un’operazione che rischia di essere in salsa franco -tedesca, con il volante tra Parigi e Berlino. Da sinistra, sul versante opposto, e con tutt’altra curvatura culturale, si sarebbero potuti o si potrebbero opporre dei pacifisti integrali. E ancora – trasversalmente – serie perplessità sarebbero state e sarebbero ragionevolmente ammissibili da parte di chiunque abbia a cuore le ragioni dei contribuenti degli stati europei: perché destinare tutti quei soldi a quel progetto? Con quale intreccio tra risorse pubbliche e risorse private? Con che tipo di indebitamento? Ecco: da questi differenti punti di vista, tante perplessità avrebbero avuto e avrebbero assoluto diritto di cittadinanza.
Ma – al contrario – avrebbero dovuto restare mute altre categorie e altri spezzoni di ceto politico. Primo: quelli del “ci vuole più Europa”, i convocatori di manifestazioni euroliriche, gli addetti alla manutenzione del grande catafalco chiamato Ue. Secondo: gli odiatori di Donald Trump, quelli convinti del fatto che la nuova amministrazione americana sia il nemico assoluto. Terzo: gli haters anti-americani a prescindere, quelli cioè che hanno gridato per tutta la vita «Yankee, go home». Quarto: coloro che sono persuasi che Trump stia mollando l’Ucraina (e non stia invece tentando, con realismo, di costruire un’uscita dalla guerra dignitosa e non iniqua per gli aggrediti di Kiev).
Ecco: tutti costoro, con un minimo di coerenza, avrebbero dovuto applaudire l’annuncio della baronessa tedesca.
Vuoi “più Europa”? Eccola. Vuoi “meno Trump” e “meno Usa”? Eccoti servito. Vuoi farti carico della difesa dell’Ucraina che ritieni mollata da Washington? E allora assumitene le responsabilità conseguenti.
E invece no. Con la stessa faccia di sempre, i dichiaratori ossessivo-compulsivi della sinistra (dentro e fuori il Pd) si sono messi a sparare a palle incatenate, a obiettare, a eccepire.
Ve li immaginate – Dio ce ne scampi – di nuovo al governo, e magari in un momento storico come questo? Ve lo figurate un Consiglio dei Ministri in cui la premier Schlein si confronta con il ministro della Difesa grillino Gubitosa e con il ministro degli Esteri rossoverde Fratoianni?
Diranno alcuni: ma anche nel centrodestra, su questi temi, i tre partiti di governo esprimono sensibilità diverse, non di rado con toni sensibilmente divergenti. Vero. Ma è un fatto che, dall’ottobre 2022, non c’è stato un singolo voto parlamentare – sui temi della politica estera e di difesa – in cui Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si siano divisi. Gli altri – in quelle circostanze – hanno regolarmente presentato cinque o sei diverse mozioni o risoluzioni. Piaccia o no, il centrodestra è sempre rimasto compatto, peraltro su ragionevolissime posizioni pro Occidente.
E allora? E allora non giriamoci intorno: l’anomalia italiana è e rimane a sinistra. Con buona pace del solito coro di voci bianche impegnato a intonare cori contro il “cattivo Trump”.
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