Trump ancora contro Zelensky Cronaca di Matteo Legnani
Testata: Libero Data: 04 marzo 2025 Pagina: 4 Autore: Matteo Legnani Titolo: «Trump gela Zelensky «Così non durerai»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 04/03/2025, a pag. 4, con il titolo "Trump gela Zelensky «Così non durerai»" la cronaca di Matteo Legnani.
Adesso Trump passa alle minacce fisiche contro Zelensky. "Tu non durerai" gli ha detto, pubblicamente, via social. E intanto, per fare pressione sull'accordo, sospende tutte le forniture militari all'Ucraina, anche quelle già assegnate.
Su una cosa in particolare, tra le tante emerse venerdì scorso nello Studio Ovale durante l’infuocato scambio di battute con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Donald Trump aveva ragione: e cioè che il leader ucraino la pace non la vuole.
O, almeno, per lui non è una priorità, nonostante il conto delle vittime dei combattimenti salga ogni giorno di più sia tra i suoi soldati sia tra i suoi concittadini.
Fuggito da Washington nella “sua” Europa dopo il non-accordo sulle terre rare (sul quale Trump ha ora messo una croce), a Londra Zelensky ha incontrato un folto gruppo di leader europei che gli hanno garantito ancora una volta il loro sostegno nello sforzo bellico contro la Russia. E lui si è sentito confortato da quelle parole, da quelle pacche sulla spalla e da quegli abbracci, al punto da uscirsene ieri dicendo che «la strada per la pace è ancora lunga». Tradotto: la guerra può andare avanti.
Quello appena trascorso è stato un altro fine settimana di sangue e morte sul campo di battaglia. Sabato, in particolare, proprio all’indomani dell’inconcludente faccia a faccia di Washington tra Zelensky e Trump, 39 reclute ucraine, ancora in fase di addestramento, sono state uccise da un missile russo Iskander con bombe a grappolo, guidato da un drone da ricognizione, che ha centrato una caserma ucraina nella regione di Dnipro, nel distretto di Novomoskovsk.
Su X, ieri, Zelensky ha cercato di correggere il tiro, facendo appello alla democrazia, la stessa che in tre annidi guerra non lo ha portato da nessuna parte, e chiedendo ancora il sostegno americano: «È molto importante che cerchiamo di rendere la nostra diplomazia davvero concreta per porre fine a questa guerra il prima possibile. Abbiamo bisogno di vera pace e gli ucraini la desiderano più di tutti perché la guerra rovina le nostre città. Perdiamo la nostra gente. Stiamo lavorando insieme all’America e ai nostri partner europei e speriamo molto nel sostegno degli Usa nel cammino verso la pace. La pace è necessaria il prima possibile».
Parole che inizialmente non hanno trovato sponda dall’altra parte dell’Atlantico, dove il presidente degli Stati Uniti ha annunciato l’intenzione di voler togliere all’Ucraina ogni forma di aiuto, come unico modo per farlo ragionare e indurlo a trattare davvero la pace.
«Dire che quella verso la pace è una strada ancora lunga è la peggiore dichiarazione che il presidente Zelensky potesse fare per il suo Paese e il suo popolo. La cosa in assoluto più sbagliata da dire in questo momento. Questo ragazzo non vuole la pace, almeno fino a quando saprà di poter contare sull’aiuto dell’Europa e degli Stati Uniti», ha spiegato Trump ieri al mattino su Truth Social, prima di aggiungere: «Non tollererò ancora a lungo la sua posizione sul cessate il fuoco». E ancora: «La Russia vuole un accordo, gli ucraini vogliono un accordo. Se non lo fa (Zelensky, ndr), non durerà a lungo». Il suo consigliere particolare, Elon Musk, su X ha rincarato la dose: «Zelensky vuole una guerra eterna, un tritacarne senza fine. Questo è il male». Nella serata europea Trump ha però nuovamente aperto: «Non ho ancora parlato di fermare gli aiuti a Kiev». Segno che la partita è tutta in divenire, tanto che aggiunge: «Faremo accordi con tutti per fermare la guerra, inclusa l’Europa».
E dopo aver aver confermato l’entrata in vigore di dazi al 25% contro Canada e Messico a partire da oggi, Trump firma un ordine che raddoppia al 20% le tariffe sulla Cina, puntando il dito contro Pechino per non aver preso «misure adeguate» per combattere il traffico di droghe e medicinali illeciti, su tutti il fentanyl.
Il presidente ha anche riunito i consiglieri più stretti anche per studiare un piano per allentare le sanzioni alla Russia. E sulle terre rare? Trump non crede che l’accordo con Kiev «sia morto. Penso che sia un ottimo affare per noi.
Ne sentirete parlare domani sera (stasera, ndr)». E poi: «Coi soldi che Biden ha inviato all’Ucraina avremmo potuto ricostruire la nostra Marina, ora ci stiamo riprendendo i nostri soldi».
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