Questo round lo vince solo Putin Commento di Federico Rampini
Testata: Corriere della Sera Data: 01 marzo 2025 Pagina: 42 Autore: Federico Rampini Titolo: «Così vince solo Putin»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 01/03/2025, a pag. 42, con il titolo "Così vince solo Putin", l'analisi di Federico Rampini.
Federico Rampini
Zelensky e Trump, fra i due litiganti Putin gode. E l'Europa è consapevole di non avere alcuna possibilità di difendersi da sola dall'imperialismo russo.
Questo round ha un solo vincitore, Putin. La rissa verbale e la «cacciata» di Zelensky dalla Casa Bianca. Il mancato accordo sui minerali. La cancellazione della conferenza stampa. Peggio non poteva andare. L’Ucraina rischia di perdere il suo alleato più importante, insostituibile. L’Europa vede avverarsi i timori più cupi: le alleanze sono fungibili per Trump. Dopo aver mollato Kiev al suo destino, tocca all’asse atlantico?
Zelensky non è un santo, ha commesso errori, ogni Paese ha il diritto di chiedersi se abbia speso bene gli aiuti. Ma il trattamento che Trump gli ha inflitto stordisce, anche perché è giunto dopo una processione di leader europei alla Casa Bianca: il polacco Duda, il francese Macron, il britannico Starmer. Tutti hanno implorato Trump di dare all’Ucraina una garanzia per la sicurezza; e in vari modi hanno cercato di tenerlo agganciato alla Nato. Il risultato delle loro suppliche, a giudicare dal gran finale di venerdì, è un fiasco per l’Ucraina. Dobbiamo vederci un sinistro presagio anche sul futuro impegno Usa dentro l’Alleanza atlantica?
Chi s’illude che questo sia l’impulso decisivo verso una difesa europea, finalmente autonoma dallo Zio Sam, vive nel mondo delle fiabe. Duda, Macron e Starmer, sanno perché. La Polonia è l’unico Paese che spende il 4,5% del Pil per la difesa; Francia e Regno Unito le sole potenze nucleari del Vecchio Continente. Proprio perché fanno sul serio, sanno che l’Europa da sola non ha i mezzi per difendersi dal rinato imperialismo russo. E non li avrà a lungo, checché ne dica il tedesco Merz. Ci vorrà tempo e coraggio, per educare i popoli europei all’esistenza di un pericolo, alla necessità di investire molto nella sicurezza, a preparare tanti giovani a una vocazione militare. Non basta la brutalità di Trump a scuotere l’Europa dal torpore che ama definirsi «pacifista». Ironia della sorte: generazioni hanno riempito le piazze d’Europa gridando Yankee Go Home. Non immaginavano che il loro desiderio potesse avverarsi, e ad opera di un presidente di destra.
Non è mai escluso che Trump ci ripensi e abbia nuovi voltafaccia, magari propiziati da ulteriori concessioni di Zelensky sul «tesoro minerario». Forse invece Trump andrà avanti su questa strada e incasserà dei vantaggi da una Nuova Yalta, un accordo di spartizione delle sfere d’influenza con Putin, magari allargato a Xi. Tra i benefici: taglio delle spese militari Usa; riduzione delle responsabilità globali quindi dei rischi di coinvolgimento in nuovi conflitti; stabilizzazione dei rapporti con le uniche superpotenze strategiche, Cina e Russia. Forse si farà raggirare da Putin, come Roosevelt da Stalin nella prima Yalta (1945); e l’abbandono dell’Ucraina diventerà la sua Kabul al multiplo, come fu per Biden la disastrosa ritirata dall’Afghanistan.
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