Israele prepara come annientare Hamas Analisi di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 01 marzo 2025 Pagina: 17 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «Hamas insiste per l’accordo finale Israele pensa a come annientarli»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/03/2025, a pag. 17, con il titolo "Hamas insiste per l’accordo finale Israele pensa a come annientarli", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Hamas restituisce gli ultimi ostaggi (che raccontano tutto l'orrore della loro prigionia) e punta all'accordo finale, per sigillare quella che considera una sua vittoria. Ma Netanyahu non ha alcuna intenzione di dare ai terroristi questa soddisfazione. Non intende ritirarsi da Gaza ed è pronto a riprendere la guerra, se Hamas si riarma
Eli Sharahabi è l’ombra di sé stesso. In un’intervista diffusa dall’israeliano Canale 12 il 53enne ex ostaggio di Hamas ha raccontato le violenze subite dai suoi carcerieri fra il 7 ottobre 2023, il giorno in cui è stato rapito dal kibbutz Be’eri e lo scorso 8 febbraio, il giorno della sua liberazione. La sorte è stata terribile con Eli. Nel giorno della più grande mattanza di ebrei dalla Seconda guerra mondiale, i tagliagole di Hamas sono penetrati nel mamad di casa sua, la stanza blindata presente in ogni abitazione israeliana, hanno ucciso sua moglie Lianne e le sue due figlie adolescenti Noiya e Yahel davanti ai suoi occhi per poi trascinarlo a Gaza.
«Per i primi tre giorni mi hanno tenuto con le mani e i piedi legati così stretti che la corda mi entrava nella carne. Dal dolore non potevo dormire: ogni tanto perdevo i sensi per qualche ora, poi mi svegliavo e il supplizio ricominciava». Eli era un uomo rotondo e felice quando lo hanno sequestrato, adesso è sofferto ed emaciato.
«Ogni giorno», racconta, «ci dicevamo “forse oggi, forse oggi saremo liberati”».
Oggi Eli è in sicurezza ma non è libero. La sua mente è ancora nel tunnel dove lo hanno tenuto per 491 giorni insieme ad altri ostaggi, è ancora con Alon Ohel, il 24enne suo compagno di sventura.
«L’ho “adottato”, ci siamo fatti coraggio l’un l’altro. So tutti di lui, dei suoi hobby e di quelli di ciascuno dei suoi famigliari». Oggi Eli non soffre né la fame né la sete «ma come possiamo lasciare qualcuno lì?», si commuove, “...voi non potete immaginare”.
E sempre ieri è circolata la notizia che un altro ostaggio, il 34enne Elkana Bohbot, già malato di asma, sarebbe in condizioni fisiche critiche ma non sta ricevendo alcuna cura medica dai sequestratori a Gaza.
Su questo sfondo di violenze senza fine è ripreso il negoziato mediato da Egitto e Qatar, e con la partecipazione degli Usa, sulla tregua fra Israele e Hamas. La cosiddetta fase uno – stop ai combattimenti per sei settimane e scambio ineguale fra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi – finisce ufficialmente oggi. Venerdì Israele ha proposto di prolungarla per altri 42 giorni. Tuttavia Hamas, che trattiene ancora 59 ostaggi (34 dei quali sono morti), ha rifiutato l’idea.
Dal canto suo il governo israeliano si oppone all’idea di ritirarsi da Gaza come previsto dalla fase due. Di certo le Israel Defense Forces (Idf) non possono ritirarsi dal confine fra Gaza e l’Egitto (la Philadelphi Road) senza che riprenda il flusso di armi a favore di Hamas. «Non ci possiamo fidare degli egiziani», spiegava l’ex portavoce delle Idf Jonathan Conricus rivolto a FoxNews, illustrando la prospettiva del conflitto: «D’altronde, se Hamas riarmerà, questa sarà una violazione della tregua e in questo caso mi aspetto una reazione israeliana molto dura: sarà l’inizio della fine di Hamas ma temo che a quel punto non saremmo in grado di recuperare gli ultimi ostaggi».
Secondo quanto riferisce il Times of Israel, il ritorno della delegazione israeliana dal Cairo era previsto ieri sera. E proprio per ieri sera il primo ministro di Gerusalemme Bibi Netanyahu ha indetto un’inconsueta riunione del gabinetto di sicurezza (il venerdì sera inizia il riposo settimanale dello Shabbat) per discutere del futuro prossimo della tregua con il nemico.
Finita la prima fase della tregua lo Stato ebraico si trova di nuovo di fronte a due scelte in apparenza incompatibili: salvare gli ostaggi come Eli Shaharabi o tentare di liberarsi di un nemico mortale una volta per tutte.
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