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Libero Rassegna Stampa
01.03.2025 Rissa alla Casa Bianca: tutte le frasi
Cronaca di Libero

Testata: Libero
Data: 01 marzo 2025
Pagina: 2
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «Zelensky cerca la rissa Trump lo mette alla porta «Giochi con la guerra»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/03/2025, pag. 2, con il titolo "Zelensky cerca la rissa Trump lo mette alla porta «Giochi con la guerra»", la cronaca di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Rissa alla Casa Bianca fra Trump e Zelensky, ecco tutte le frasi dello scontro che rischia di condannare a morte l'Ucraina.

Uno scontro annunciato: la rabbia da una parte, quella cieca di Zelensky che da tre anni difende il suo Paese attaccato dalla Russia, e il pragmatismo pacifista-mercantilista dall’altra, quello di Donald Trump che vuole porre fine al conflitto per evitare altri morti, per l’interesse degli Usa e del Pianeta. Ma che l’incontro tra i due per firmare l’accordo sui minerali sarebbe finito a botte lo si era capito fin da subito, dall’espressione non certo rilassata del presidente ucraino fin dal suo arrivo e perfino dalla battuta sprezzante di quello americano sul vestiario dell’avventore sulla porta della Casa Bianca. «È tutto vestito bene oggi», ha detto indicando Zelensky che indossava una semplice polo militare nera e pantaloni neri, variante del solito verde di ordinanza.
Una questione di poco conto? Niente affatto, un giornalista presente all’incontro gli ha poi chiesto davanti a tutti perché non indossasse un completo, spiegando che si trovava «nell’ufficio di più alto livello del Paese che lo stava ospitando» e che era una mancanza di rispetto per la carica. Indosserò un completo quando la guerra sarà finita, ha risposto Zelensky con una frase ad effetto che sarebbe stata applaudita a Bruxelles ma non certo a Washington.
E se la tensione era già alta per l’outfit immaginate quando si è iniziato a parlare di cose serie. Le schermaglie sono iniziate sottotraccia quando, dopo che il tycoon ha detto che «l’accordo sulla tregua in Ucraina è ragionevolmente vicino«, Zelensky ha affermato che «Putin è un assassino e un terrorista» e che «nessun compromesso è possibile sui territori». Un colpo basso che forse Trump non si aspettava, proprio lì nello studio ovale, e non tanto per la definizione data al presidente russo (che peraltro il predecessore Biden aveva già utilizzato più volte perfino prima della guerra), quanto per il fatto che ogni trattativa ha in sé come presupposto l’esistenza essenziale del compromesso.
E l’accordo sui minerali che Zelensky era venuto a firmare è propedeutico alla trattativa.
Eppure il presidente ucraino ha continuato per la sua strada come se il presidente americano non stesse lavorando al tavolo della pace ma a quello della guerra. «Insieme, possiamo fermare Putin», ha insistito sottolineando che l'Ucraina «ha bisogno della difesa aerea statunitense, la migliore difesa aerea al mondo», che servirà anche dopo la guerra per mantenere la calma. A questo punto il tycoon gli ha fatto notare con fermezza che per arrivare a una tregua l'Ucraina «dovrà fare compromessi» con la Russia e che con l’accordo l’Ucraina non dovrà tornare a combattere. Dicendo che vuole essere ricordato come «un pacificatore» che «ha fatto tutto questo per salvare vite prima di tutto» ma anche per «risparmiare un sacco di soldi», il tycoon ha fatto riferimento al fatto che la situazione è pericolosa perché potrebbe portare alla Terza Guerra Mondiale e così stava andando a finire con Biden. Ancora mosso da buona volontà il presidente americano ha spiegato il fatto che con l’accordo sui minerali la sicurezza verrà garantita dalla presenza dei lavoratori e delle aziende americane.
Zelensky ha risposto sostenendo che Putin non rispetta gli accordi e che li ha già violati 25 volte. Contrariandolo ancora una volta, alla Casa Bianca, nell’ufficio della massima carica del Paese che lo sta militarmente aiutando da tre anni. La situazione è degenerata dopo che Vance, presente all’incontro, gliel’ha fatto notare accusando Zelensky di essere «irrispettoso» e di essere venuto alla Casa Bianca per litigare. «Ti stai mettendo in una pessima posizione», ha poi detto il presidente Trump, «stai giocando con la vita di milioni di persone, con la Terza guerra mondiale». «Hai detto grazie almeno una volta?
» ha incalzato ancora Vance trattando il presidente ucraino come un figlio scapestrato.
Il vicepresidente ha rincarato la dose accusandolo anche di aver fatto campagna elettorale per i Dem. «O fai un accordo o noi siamo fuori!», ha minacciato Trump sottolineando che l’America con i suoi aiuti gli ha dato «il potere di essere un duro, e non credo che saresti un duro senza gli Stati Uniti».
Probabilmente in altri ambiti il litigio sarebbe potuto finire alle mani, ma in questo caso è semplicemente saltato l’accordo e Trump ha messo Zelensky alla porta, e ha informato il mondo che l’ospite «ha mancato di rispetto agli Stati Uniti d'America nel loro amato Studio Ovale. Potrà tornare quando sarà pronto per la pace». Lapidario.

 

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