sabato 22 febbraio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
17.02.2025 Solo durante la conferenza di Monaco 1.220 bombe su Ucrania: è questa la pace di Putin?
Cronaca di Lorenzo Cremonesi

Testata: Corriere della Sera
Data: 17 febbraio 2025
Pagina: 6
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Razzi sulle centrali, Mykolaiv al gelo. Zelensky: è questa la pace di Putin?»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 17/02/2025, a pag. 6, con il titolo "Razzi sulle centrali, Mykolaiv al gelo. Zelensky: è questa la pace di Putin?" la cronaca di Lorenzo Cremonesi.

Immagine correlata
Lorenzo Cremonesi

Bombe su Mikolayv e su altre città ucraine, soprattutto per distruggere le centrali elettriche e lasciare al gelo la popolazione civile. Il tutto mentre le grandi potenze discutono della pace in Ucraina alla conferenza di Monaco. Trump: non farti ingannare da Putin!

Volodymyr Zelensky accusa i russi di continuare la guerra più aggressivi che mai e senza nessuna indicazione che siano davvero intenzionati a negoziare. «Se Putin non venisse fermato, dopo l’Ucraina attaccherebbe l’Europa. Non fatevi illusioni, è un terrorista, un assassino», ripete alla tv americana Nbc.

Ogni giorno e ogni notte droni e missili russi bombardano le zone del fronte e soprattutto le zone urbane. Dall’inizio dell’invasione russa, all’alba del 24 febbraio 2022, non ci sono mai state 24 ore senza attacchi. Colpite industrie, strade, ponti, basi militari, dighe, impianti per la purificazione delle acque, alberghi, ma anche quartieri nel centro di città e villaggi, condomini, fattorie, scuole, ospedali e molte centrali elettriche, i trasformatori, le linee dell’alta tensione.

Da tre anni l’intero Paese è stretto nella morsa della paura dettata dalle sirene. Un martellamento costante che non fa differenze tra militari e civili, anzi, appare proprio calibrato per terrorizzare e fiaccare il morale della popolazione.

Si spiegano in questo contesto le dichiarazioni ieri del presidente ucraino che, tra le frustrazioni e le incertezze del summit di Monaco, nel timore che i prossimi colloqui in Arabia Saudita preparino l’incontro Putin-Trump «alle spalle dell’Ucraina», ha voluto ricordare con parole forti quanto alle vaghe, ambigue prospettive di pace si accompagni l’immutata tragicità dei bombardamenti. «Chi cerca la pace e si prepara a negoziare non agisce come fanno i russi», ha detto, denunciando i missili shaheed sparati poche ore prima contro la centrale termica che garantisce il riscaldamento nella regione di Mykolaiv. Poco lontano si trova la regione di Kherson, occupata nel marzo 2022 e liberata dagli ucraini in novembre: ma da alcuni mesi artiglierie e droni kamikaze russi prendono di mira con frequenza letale cittadini in auto, abitazioni private, cliniche e negozi.

«A Mykolaiv oltre 100 mila civili sono rimasti al freddo in pieno inverno. I russi hanno centrato una normalissima infrastruttura pubblica che non ha nulla a che fare con la guerra», ha detto. Le temperature restano sotto lo zero, la neve non sgela nelle strade. Ancora Zelensky ha voluto sottolineare che proprio nella settimana del summit di Monaco i russi hanno sganciato 1.220 bombe, attaccando con oltre 850 droni e almeno 40 missili.

Tra gli obbiettivi colpiti anche il «Sarcofago» costruito coi fondi europei per evitare il propagarsi delle radiazioni dal reattore nucleare numero quattro della centrale di Chernobyl. L’incidente del 1986 fu uno degli ultimi «regali» avvelenati lasciati agli ucraini dall’Unione Sovietica, tre anni prima della sua implosione, e oggi c’è una sorta di malefico monito di Mosca, che lancia un drone contro uno dei simboli dell’aiuto europeo al Paese invaso.

Per inviare un commento al Corriere della Sera, telefonare: 02/ 62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT