Zelensky disperato: senza USA è la fine. Trump, dove sei? Cronaca di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 16 febbraio 2025 Pagina: 8 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Zelensky disperato «Senza gli Usa è la fine». Dall’Europa per l’Ucraina solo pacche sulle spalle»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/02/2025, pag. 8, con il titolo "Zelensky disperato «Senza gli Usa è la fine». Dall’Europa per l’Ucraina solo pacche sulle spalle", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Zelensky agli europei: senza USA, l'Europa, da sola, non sarà più in grado di sostenere l'Ucraina. Siamo ancora un continente disarmato, nonostante tre anni di guerra alle porte. Che cosa potremmo fare se la Russia dovesse iniziare ad attaccare direttamente i nostri, come i Paesi Baltici? Trump, dove sei?
La giornata del presidente ucraino Volodymyr Zelensky è iniziata con una dichiarazione che suona come un de profundis per l’Europa: senza il sostegno degli Stati Uniti, ha detto in un’intervista alla NBC News, l’Ucraina avrà basse possibilità di sopravvivere. Che è come dire che l’Europa, cui dovrebbe spettare il compito di avvicendarsi, non conta niente, sia militarmente che politicamente.
Dichiarazioni che si sono rivelate il degno antipasto di quello che avrebbe detto poco più tardi sul palco della Conferenza sulla sicurezza di Monaco in cui in pratica ha dettato l’agenda all’Europa se non vuole affondare del tutto. «I vecchi tempi sono finiti, quando l'America sosteneva l'Europa solo perché lo aveva sempre fatto», ha avvertito il presidente Ucraino senza mezzi termini. «Ieri qui a Monaco, il vicepresidente degli Stati Uniti ha chiarito che decenni di vecchi rapporti tra Europa e America stanno finendo. D’ora in poi, le cose saranno diverse e l'Europa deve adattarsi a questo», ha ripetuto sottolineando un concetto che molti in Europa non hanno affatto capito. Da questo consegue, ha aggiunto Zelensky, che d’ora in poi «non possiamo escludere la possibilità che l'America possa dire “no” all'Europa su questioni che la minacciano». Cosa fare allora? È necessario ora più che mai che l’Europa crei le sue forze armate. «Se la Russia lancia un attacco o un'operazione sotto falsa bandiera, i vostri eserciti sono pronti?», ha incalzato il presidente ucraino.
SOLI E DISARMATI
Il problema è che l’Europa non solo non ha eserciti pronti, ma non ha nemmeno armi sufficienti, come peraltro hanno ammonito Vance e segretario alla Difesa americano Hegseth prima di lui. Eppure per Zelensky «tre annidi guerra su larga scala hanno dimostrato che abbiamo già le basi per una forza militare europea unita», ha detto parlando in prima persona plurale come se già fosse parte integrante sia dell’Europa che della Nato. Notando la presenza del segretario generale della Nato Mark Rutte tra il pubblico, Zelensky ha aggiunto che la sua idea «non è quella di sostituire l'Alleanza, si tratta di rendere il contributo dell'Europa alla nostra partnership pari a quello dell'America».
Poco dopo, quando ha preso la parola, Rutte ha ribadito lo stesso concetto sottolineando che «la Russia ha un’economia di guerra», mentre noi no.
Prendendo come esempio il fatto che «la Mosca produce in tre mesi le munizioni che l'intera Nato, che è 20 volte più grande della Russia per dimensioni economiche, produce in un anno», ha insistito sul fatto che anche noi dobbiamo avere un’economia di guerra e per farlo bisogna tagliare la burocrazia. È necessario dunque aumentare considerevolmente la spesa per la Difesa andando oltre il 2% del Pil stabilito dalla Nato, arrivando anche al 3% (Trump ha proposto il 5%).
Belle intenzioni che però difficilmente avranno un seguito se ogni singolo Stato non mette mano non solo alla burocrazia, ma anche appunto allo stato sociale o «qualsiasi altra cosa». E che non tengono conto del fatto che gli Stati Uniti attualmente puntano a ben altro, cioè al tavolo delle trattative al quale l’Europa nemmeno sembra invitata e al quale Zelesnky non crede. «L’Ucraina non accetterà mai accordi fatti alle nostre spalle senza il nostro coinvolgimento, e la stessa regola dovrebbe valere per tutta l'Europa», ha detto il presidente ucraino che per ammonire ancora l’Europa ha ripreso il racconto della telefonata con Trump: «Qualche giorno fa, il presidente Trump mi ha raccontato della sua conversazione con Putin. Non ha mai detto che l’America ha bisogno dell'Europa al tavolo, questo la dice lunga». Si procede con contatti regolari, prima la conversazione telefonica di ieri fra il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, e l'omologo statunitense, Marco Rubio, su iniziativa di Washington, a cui seguirà la prossima settimana un incontro fra i massimi funzionari statunitensi e russi in Arabia Saudita per preparare il potenziale vertice tra Trump e Putin a fine febbraio.
GRANDI ASSENTI
La composizione del tavolo suddetto è stata puntualizzata anche dal generale Keith Kellogg, inviato speciale di Trump per la bisogna, il quale durante un pranzo a margine della Conferenza dalla fondazione di Victor Pinchuk, un controverso oligarca ucraino, ha detto che gli invitati sono gli ucraini, i russi e ovviamente gli americani.
Quando gli è stato chiesto se questo significasse che gli europei non sarebbero stati inclusi, ha risposto di essere un realista e di pensare che «questo non accadrà». Anche se poi ha aggiunto che «dobbiamo garantire la sovranità dell'Ucraina» e «l'alleanza europea... sarà fondamentale per questo».
Quanto alla questione Nato, Zelensky ha fatto capire che il suo Paese non rinuncerà mai alla necessità di farvi parte, in quanto è «garanzia di sicurezza». «Non rimuoverò l'ingresso nella Nato da nessun tavolo negoziale», ha detto il presidente Ucraino, sostenendo di fatto l’esatto contrario di quanto Hegseth ha detto solo qualche giorno fa durante il suo primo discorso all’Alleanza.
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