I parrucconi di Bruxelles non ridono più Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 16 febbraio 2025 Pagina: 1 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Quelle scelte catastrofiche dell’Europa smascherate da Trump»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 16/02/2025, a pag. 1, con il titolo "Quelle scelte catastrofiche dell’Europa smascherate da Trump", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
JD Vance alla Conferenza di Monaco addita tutti i problemi dell'Europa, a nome dell'amministrazione Trump. A Bruxelles, le classi dirigenti europee capiscono che il credito americano è finito. E gli errori che hanno commesso nell'ultimo ventennio ora presentano il conto.
Non ridono più: adesso sono lividi, e oscillano tra lo stupore e la rabbia. Sono i rappresentanti del vecchio establishment europeo, incartapecoriti nello spirito prim’ancora che nell’aspetto fisico, carichi di una boria ormai priva di fondamento, sempre più simili- pur senza parrucche ai nobili di fine Settecento francese, colti di sorpresa dalla rivoluzione in arrivo, anzi ormai in atto. Le telecamere, l’altro pomeriggio a Monaco, erano puntate su J.D. Vance, il vicepresidente Usa che ha cercato di scuotere, e in qualche passaggio è parso irridere, quei rappresentanti dell’ancien règime dell’Ue. E invece sarebbero stati e sono ancora loro da inquadrare e da mettere a fuoco.
Sono in rovina? Certamente sì. Sono privi di sostegno popolare? È pacifico: a uno a uno, perderanno in sequenza le elezioni nazionali in calendario. La storia sta per presentare un conto salato alla loro presunzione? È evidente. Ma di tutto ciò quei signori irritati dall’interlocutore americano dovrebbero solo incolpare se stessi.
Non è stato Vance e non è stato Trump a impiccare l’Ue alle assurde regole anti-crescita del Patto di stabilità, o al feticcio del Green Deal, o all’iper-regolamentazione ossessiva, e meno che mai a una versione ancora più dogmatica e settaria della falsa religione politicamente corretta. Si tratta di scelte catastrofiche che i capi e i capetti dell’Ue, accompagnati da un coro mediatico di voci bianche, hanno compiuto e reiterato da anni, ignorando ogni avviso esterno, e soprattutto bypassando qualunque perplessità degli elettori. E ora è arrivata una feroce nemesi.
Per chi avesse poca memoria, è sufficiente ripescare un video imbarazzante per Berlino e per l’Ue nel suo insieme.
Si tratta di un vecchio intervento di Donald Trump, nel settembre del 2018, in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu di quell’anno: «La Germania diverrà totalmente dipendente dall’energia russa, se non cambierà immediatamente corso», aveva detto l’allora Presidente Usa. Ma all’epoca l’odio anti Trump fece sì che i media internazionali valorizzassero le risatine di scherno della delegazione tedesca che ascoltava l’uomo della Casa Bianca.
Chissà se oggi c’è ancora tanta voglia di ridere: da quanto abbiamo visto nel weekend a Monaco, parrebbe di no.
La cosa curiosa è che oggi molti accusano Trump di essere accondiscendente con Mosca, il che sarà tutto da vedere (con Trump l’imprevedibilità è una regola). Ma - sette anni fa - era stato Trump, e con valide ragioni, ad accusare loro di aver messo la testa nella bocca dell’orso russo: «Qui, nell’emisfero occidentale, siamo impegnati a mantenere la nostra indipendenza dall’invasione di potenze straniere espansionistiche». Ma le risatine non cessarono, anzi.
Eppure già un paio di mesi prima, quella stessa estate, Trump, nel corso di un vertice dell’Alleanza Atlantica e poi in una serie di altri interventi e colloqui, era stato chiaro: «La Germania, per quanto mi riguarda, è prigioniera della Russia perché riceve gran parte della sua energia dalla Russia». E ancora: «Dobbiamo parlare dei miliardi e miliardi di dollari che vengono pagati al Paese da cui dovremmo proteggervi». Gran finale, non privo di una nota sarcastica: «Stiamo proteggendo la Germania, stiamo proteggendo la Francia, stiamo proteggendo tutti questi paesi. E poi molti dei paesi escono e fanno un accordo con la Russia dove stanno pagando miliardi di dollari nelle casse della Russia. Quindi dovremmo proteggerti dalla Russia e tu paghi miliardi di dollari alla Russia: penso che sia molto inappropriato». Trump evidenziava la contraddizione tra gli affari energetici condotti con Mosca e la richiesta alla Nato di assicurare protezione ai paesi Ue sempre contro Mosca. Va ricordato che, qualche anno prima, perfino Barack Obama, alla fine del suo mandato presidenziale, aveva definito gli europei “scrocconi” (free riders) con riferimento al loro disimpegno economico in ambito Nato. Per anni, troppi hanno fatto finta di non capire. Ora la festa è finita. Ed è impensabile cavarsela affidandosi all’invettiva morale contro Trump o a un vuoto e insensato “ci vuole più Europa”, dopo aver sbagliato per anni tutto ciò che era sbagliabile.
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