L’islamista arrestato: 'Allah è grande' Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 15 febbraio 2025 Pagina: 8 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «L’islamista arrestato: «Allah è grande»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/02/2025, a pag. 8, con il titolo "L’islamista arrestato: «Allah è grande»", la cronaca di Amedeo Ardenza.
Farhad Noori, l'attentatore di Monaco, afgano, islamista, urlava "Allah è grande" quando è stato arrestato. Entrato in Germania come richiedente asilo nel 2016 (dall'Italia), si è ben presto convertito alla causa del jihad
Per certificarlo ci sono volute più di 24 ore ma quello che tutti sospettavano ha trovato conferma nelle parole degli investigatori: la folle corsa di un’automobile guidata da un afgano contro una manifestazione di lavoratori giovedì mattina a Monaco di Baviera non è stato solo un atto volontario ma anche un atto di terrore di matrice islamica, come ammesso dallo stesso autore della tentata strage. Finito in manette l’attenatore ha urlato «Allah è grande».
Intanto il bilancio delle vittime dello scempio compiuto dal 24enne Fahrad Noori è salito da 28 a 36; e due dei feriti, una madre e il suo bambino, sarebbero in pericolo di vita. Prima ancora dell’arrivo della polizia, sono stati alcuni dei manifestanti presidi mira dall’attentatore a fermare Noori e a colpire la sua auto con i cartelli che avevano in mano per le loro rivendicazioni sindacali. Particolare sconcertante, rivelava ieri la Welt, quando è stato trascinato fuori dall’auto, il giovane aveva ancora una di quelle macchinette che si usano nelle fiere per contare i partecipanti: un clic, una persona – forse Noori voleva contare le vittime che stava travolgendo con l’auto.
In conferenza stampa la procuratrice capo di Monaco per la lotta al terrorismo, Gabriele Tilmann, non ha nascosto le perplessità legate a questo caso spiegando, da un lato, che in fase di interrogatorio il 24enne avrebbe confermato come il suo gesto originasse nel fanatismo religioso; dall’altro ha osservato come le foto postate sui social da Noori indichino uno stile di vita ben diverso da quello a cui ci ha abituato, per esempio, il mondo dei talebani, il gruppo radicale islamico al governo a Kabul.
Vestito all’occidentale, palestratissimo, Noori passava online per un influencer della forma fisica, appassionato di culturismo, disciplina nella quale aveva anche vinto una medaglia. E in un video, racconta ancora la Welt, lo si vede seminudo e oliato che flette i muscoli a favore di telecamera. Altre foto tradivano invece il suo debole per le marche: dalle scarpe alle automobili, al giovane piaceva farsi ritrarre fra le icone di un occidente ricco e spendaccione. Eppure, il giovane frequentava regolarmente una moschea di Monaco che non è nota per essere vicina ai fondamentalisti. In tempi recenti Noori avrebbe più volte usato sui social anche simboli e gesti che rimandano all’Islam: la Kaaba, ossia l’edificio più sacro nella fede musulmana, contenuta all’interno della Sacra Moschea della Mecca; e il Tawhid, il dito indice disteso a indicare l’unicità di Allah.
Entrato in Germania nel 2016 come richiedente asilo, il giovane vi è rimasto grazie a un permesso di soggiorno ottenuto dopo il respingimento della sua domanda d’asilo nel 2021. «La sua permanenza era legale», ha scandito la procuratrice. Da allora Noori ha lavorato come responsabile per la sicurezza in due negozi. Di lui si sa ancora che, perso il lavoro, era stato indagato per frode fiscale per aver indebitamente ricevuto il sussidio di disoccupazione per alcuni mesi ma l’indagine era stata archiviata quando Noori ha rimborsato gli importi. Non soffriva di disturbi mentali, ha concluso Tilmann. Presente in città per la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, ieri il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier si è raccolto in silenzio per un minuto sul luogo dell’attentato.
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