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Libero Rassegna Stampa
15.02.2025 Vance scuote l’Europa
Cronaca di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 15 febbraio 2025
Pagina: 5
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «Vance scuote l’Europa: «Siete come i sovietici»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/02/2025, pag. 5, con il titolo "Vance scuote l’Europa: «Siete come i sovietici»", la cronaca di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

JD Vance accusa l'Europa di essere diventata una nuova Urss. Senza libertà, con uno Stato invadente e una burocrazia paralizzante. Invece di svegliarsi, i governi europei adesso si sentono aggrediti

Gli unici applausi li ha strappati all’inizio del suo intervento per le dovute presentazioni. Poi solo un imbarazzante (e imbarazzato) silenzio di fronte a una serie di dichiarazioni che hanno scoperto il vaso di Pandora. Il vicepresidente statunitense J. D. Vance si è abbattuto come un ciclone ieri a Monaco di Baviera, durante conferenza internazionale sulla sicurezza: calato al pari del freddo e della neve che stanno colpendo parte della Germania.
Ha scandito parole di un certo peso specifico e prima di farlo ha avvertito la platea: «Spero non siano gli unici applausi che riceverò», ottenendo per risposta una risata del pubblico che fino a pochi istanti prima ascoltava Ursula von der Leyen e che non immaginava il seguito. Il preambolo ha lasciato intendere molto: «C’è un nuovo sceriffo in città e, sotto la leadership di Donald Trump, potremmo non essere d’accordo con le vostre opinioni, ma lotteremo per difendere il vostro diritto di esprimerle nello spazio pubblico».
Quindi le prime stoccate: «La minaccia che mi preoccupa di più riguardo all’Europa non è la Russia, non è la Cina, né alcun altro attore esterno. Ciò che mi preoccupa è la minaccia dall’interno: il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America».
«Molti di voi in questa sala ricordano i difensori della democrazia contro le forze più tiranniche di questo continente durante la Guerra fredda. Considerate la parte che censurava i dissidenti, chiudeva le chiese, cancellava le elezioni.
Erano i buoni? Di certo no e per fortuna hanno perso. Hanno perso perché non davano valore o rispettavano l'incredibile dono della libertà», ha aggiunto. «Non potete costringere le persone a pensarla in un certo modo, a sentire o credere in un certo modo. Ma quando guardiamo l'Europa oggi, a volte non è chiaro cosa sia accaduto ad alcuni dei vincitori della Guerra fredda», ha ricordato.
Ha portato l’esempio della cancellazione delle elezioni presidenziali rumene di dicembre di fronte alle accuse di ingerenza del Cremlino, suggerendo agli amici europei un cambio di prospettiva: «Se la vostra democrazia può essere distrutta con qualche centinaio di migliaia di dollari di pubblicità digitale da parte di un Paese straniero, allora non era molto solida sin dall’inizio».
Ha affrontato a viso aperto il tema dell’immigrazione, a poche ore dall’attentato che ha scosso la città tedesca, con una macchina lanciata sulla folla da un immigrato afghano: «È una storia terribile, ma che abbiamo sentito fin troppe volte in Europa e, purtroppo, anche negli Stati Uniti». Il problema, ha rimarcato Vance, è che le istituzioni non sono state finora in grado di “cambiare rotta” ascoltando la voce popolare: «Nessun elettore di questo continente si è recato alle urne per spalancare le porte a milioni di immigrati non verificati».
Lo hanno dimostrato le reazioni scomposte alla Brexit: «Che si sia d’accordo o meno, l’hanno votata», ha commentato il vicepresidente davanti ad occhi ed espressioni sempre più allibiti. «Le persone nella stanza sono scioccate», ha raccontato in diretta il deputato ucraino Oleksiy Honcharenko su X mentre andava in scena – parole sue – «l’umiliazione totale di tutti i leader europei». E dunque non c’è da sorprendersi, ha lasciato chiaramente intendere Vance, se i movimenti di estrema destra raccolgono consensi: invece di preoccuparsi di Elon Musk che propone MEGA, Make Europe Great Again, l’establishment Ue dovrebbe concentrarsi sulle richieste dal basso. Da qui la battuta che ha reso ancora più grevi le espressioni dei presenti: «Credetemi, lo dico con tutto il senso dell'umorismo. Se la democrazia americana può sopravvivere a dieci anni di ramanzine di Greta Thunberg, voi potete sopravvivere a qualche mese di Musk».
Citato come esempi l'arresto di un uomo in Gran Bretagna, perché pregava di fronte a una clinica abortista. E la condanna di una campagna contro l'Islam in cui venivano bruciati libri del Corano in pubblico in Svezia. Se la è presa con i leader europei che «hanno minacciato e bullizzato le aziende a cui fanno capo i social media per censurare la cosiddetta disinformazione».
A suo giudizio «appaiono sempre di più come vecchi interessi che si nascondono dietro le vecchie e squallide parole da epoca sovietica come disinformazione, persone che non amano l'idea che qualcuno con un punto di vista alternativo possa esprimere una opinione diversa, o Dio non voglia, votare in modo diverso, o ancora, vincere una elezione».
Ma, avverte, «chiudere le serrande» di fronte a «punti di vista non ortodossi» è il modo più sicuro che distruggere la democrazia.
Parole contro corrente, di quelle che da queste parti si faticano a sentire: «In Gran Bretagna e in tutta Europa, temo che la libertà di parola sia in ritirata». Altro colpo ben assestato. «Penso che le vostre democrazie siano sostanzialmente meno fragili di quanto molti sembrano temere. E credo davvero che permettere ai cittadini di esprimere liberamente il proprio pensiero le renderà ancora più forti».
Prima di andare in scena a Monaco, dalle colonne del Wall Street Journal Vance era intervenuto deciso anche sul conflitto in Ucraina, mettendo in chiaro che gli Stati Uniti imporranno sanzioni alla Russia e potrebbero intraprendere un’azione militare se Vladimir Putin non accetterà un accordo di pace che garantisca l’indipendenza a lungo termine di Kiev. Un vicesceriffo con le idee ben chiare, questo J. D.

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