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Libero Rassegna Stampa
15.02.2025 Putin attacca l’Italia
Cronaca di Elisa Calessi

Testata: Libero
Data: 15 febbraio 2025
Pagina: 1
Autore: Elisa Calessi
Titolo: «Mattarella aveva detto: 'Putin è come Hitler'. Zakharova lo attacca: 'Invenzioni blasfeme'»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/02/2025, a pag. 1 con il titolo "Mattarella aveva detto: 'Putin è come Hitler'. Zakharova lo attacca: 'Invenzioni blasfeme'", l'intervista di Elisa Calessi ad Elena Ugolini.

Elisa Calessi
Elisa Calessi

Maria Zakharova, un attacco sopra le righe al presidente Mattarella.

A metà pomeriggio l’attacco totalmente sopra le righe della portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha definito «invenzioni blasfeme» le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, scatenando reazioni trasversali di solidarietà al capo dello Stato e di sdegno per Zakharova, sale di livello. Nonostante, infatti, avessero già parlato il ministro degli Esteri, della Difesa, la seconda e terza carica dello Stato, oltre tutto lo stato maggiore di FdI e di Fi (Lega no), la premier Giorgia Meloni, infatti, decide di intervenire personalmente. E con altrettanta nettezza: «Gli insulti della portavoce del ministero degli Esteri russo», detta la premier in una nota, «offendono l’intera nazione italiana, che il Capo dello Stato rappresenta».
Quindi ha espresso la sua «piena solidarietà, così come quella dell’intero governo, al presidente Mattarella, che da sempre sostiene con fermezza la condanna dell'aggressione perpetrata ai danni dell'Ucraina». Un finale che, oltre alla solidarietà, ricorda a scanso di equivoci (o di accordi fatti a scapito di Kiev) da che parte sta il governo italiano.
L’attacco della Zakharova, del resto, era stato eccezionalmente duro. E a renderlo ancora più grave è il fatto che si è consumato dieci giorni dopo il discorso incriminato. Segno che non si tratta di una reazione istintiva, ma di una risposta meditata. La portavoce del ministero degli Esteri russo faceva riferimento a un discorso pronunciato dal capo dello Stato il 5 febbraio scorso all’università di Marsiglia, peril conferimento della laurea honoris causa. In quell’occasione, Mattarella aveva tenuto una lectio magistralis paragonando la guerra di invasione all’Ucraina a quella di cui si è reso protagonista il Terzo Reich.
Per Zakharova, si tratta di «paralleli storici oltraggiosi e palesemente falsi». «È strano», ha proseguito Zakharova, «sentire tali invenzioni blasfeme dal presidente dell’Italia, un Paese che conosce per esperienza diretta cos'è il fascismo». Ha quindi ricordato che la Russia «è stata soggetto ad un attacco mostruoso della Germania di Hitler» e «non solo è riuscita a cacciare il nemico dal suo territorio, ma lo ha anche riportato indietro fino a casa, distruggendolo. E allo stesso tempo ha liberato l'Europa dal nazismo e dal fascismo». Ha poi continuato chiedendosi retoricamente come mai Mattarella «non ha ricordato da quale parte stava il suo Paese durante la Seconda guerra mondiale e quale contributo vi ha dato. Non lo sapeva, non conosce bene la sua storia? Non credo», ha aggiunto Zakharova. Quindi, a proposito di Kiev, ha parlato di «regime terrorista neonazista» e di come l’Italia, inviandogli armi, sostiene «in modo incondizionato il regime criminale in tutti i suoi crimini».
Il capo dello Stato, nel discorso in oggetto, aveva parlato della «successione di eventi, di azioni o inazioni, che condussero alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale». Aveva ricordato come, prima dello scoppio del conflitto, «fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto». E così, «anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista.
Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L'odierna aggressione russa all'Ucraina», concluse, «è di questa natura».
Immediata e trasversale (anche se con toni diversi) è stata la reazione di solidarietà di tutte le forze politiche e delle istituzioni. Dalla seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa, che ha definito «inopportune e fuori luogo» le dichiarazioni della portavoce russa, alla seconda carica dello Stato, Lorenzo Fontana, secondo cui le parole di Mattarella «riflettono un forte impegno per la pace e per i principi di libertà e democrazia». Antonio Tajani ha rinnovato «la piena fiducia nell'operato del Capo dello Stato, riconosciuto da tutti un autorevole uomo di pace», mentre il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha definito «indegne» le parole della portavoce russa. Ma il commento senz’altro più duro, tra i ministri, è stato quello del responsabile della Difesa, Guido Crosetto, che ha parlato di «propaganda russa» che usa la solita tecnica, «mistificando e falsificando la realtà di un discorso, quello del Capo dello Stato, che era molto preciso, chiaro, denso di precisi riferimenti». Quindi, ha invitato i russi «a pesare le parole e a capire meglio cosa leggono, quando e perché», perché «nessun Paese democratico e le sue massime istituzioni tanto meno possono accettare insulti, falsità e propaganda». Fi e FdI si sono espresse con tutti i massimi dirigenti a sostegno di Mattarella. Silenzio, invece, da Matteo Salvini, così come da tutto il gruppo dirigente leghista. Con qualche eccezione. Per esempio Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli, che in una nota ha dichiarato: «Ogni tentativo di delegittimare il suo operato non solo offende le istituzioni della Repubblica, ma colpisce l'intero Paese». Nel campo dell’opposizione, hanno espresso solidarietà la segretaria del Pd, Elly Schlein, («la comunità democratica si riconosce pienamente nelle parole e nell’azione del Capo dello Stato»), Giuseppe Conte, leader del M5S («intollerabili attacchi»), Carlo Calenda («ignobile attacco di un governo di dittatori») e Italia Viva («è un’opera di mistificazione»).

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