'Due popoli, due Stati' non ha più alcun significato Commento di Antonio Donno
Testata: Informazione Corretta Data: 15 febbraio 2025 Pagina: 1 Autore: Antonio Donno Titolo: «'Due popoli, due Stati' non ha più alcun significato»
'Due popoli, due Stati' non ha più alcun significato Commento di Antonio Donno
Dopo i quattro anni di freddezza dei rapporti fra Usa e Israele, adesso con Trump cambia musica
Gli anni della presidenza Biden sono stati caratterizzati da incertezze, se non proprio ambiguità, nei rapporti degli Stati Uniti con Israele. Alla base di queste oscillazioni era sempre presente un ritornello che ha segnato negativamente le relazioni israelo-americane per molti decenni: la necessità, direi l’obbligo, da parte di Gerusalemme di impegnarsi politicamente a gettare le basi diplomatiche per la soluzione definitiva del problema mediorientale: la creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele. Questo atteggiamento si accompagnava certamente alle esternazioni di amicizia americana nei confronti dello Stato ebraico, ma al fondo della qualità dei rapporti politici ed economici tra i due Stati persisteva, nei governi di Washington, sino alla presidenza di Donald Trump, un modo sospeso, problematico sul problema della contrarietà di Israele ad accondiscendere alla nascita di uno Stato palestinese ai suoi confini orientali, perché fonte di una continua minaccia all’esistenza stessa dello Stato ebraico.
Del resto, la storia parla chiaro. Ripetutamente, nel passato, ogniqualvolta i governi israeliani erano condiscendenti sul problema della creazione di uno Stato palestinese accanto a Israele, grazie alla mediazione insistita dei governi americani, Arafat si dichiarava contrario. Perché? La risposta è nella profondità dell’odio musulmano verso gli ebrei e verso la loro rappresentanza statuale nel Medio Oriente: Israele. La volontà musulmana era chiara: nella regione mediorientale doveva nascere un solo Stato, quello palestinese, con l’eliminazione di quello ebraico e della stessa presenza degli ebrei nella regione. Con il passare degli anni, però, fu sempre più evidente che il progetto arabo di un unico Stato palestinese era irrealizzabile e ci si adeguò alla soluzione della nascita di uno Stato palestinese accanto a quello israeliano. Questa fu ed è la posizione dell’Autorità Nazionale Palestinese.
Troppo tardi, perché nel frattempo il Medio Oriente è stato profondamente condizionato dalla politica degli ayatollah iraniani, decisi a eliminare definitivamente Israele. Così, la formazione dei gruppi terroristici di Hezbollah e Hamas, portatori dell’ideologia sterminatrice dell’Iran nei confronti dello Stato ebraico, ha riportato in prima fila il progetto iniziale: la costruzione di un solo Stato palestinese e la scomparsa di Israele. Oggi, le cose stanno così. La presidenza Biden ha assistito passivamente all’evolversi dei fatti e ha continuato a sostenere il leitmotiv tipico della posizione araba, “due popoli, due Stati”. Tutto questo non è più possibile. Trump ha dichiarato in modo esplicito che non esiste più qualsiasi ipotesi dei due Stati e che occorra provvedere allo spostamento dei palestinesi in altri territori.
I fatti di Gaza e la sconfitta di Hamas hanno cancellato ogni possibilità della coesistenza di due Stati, uno ebraico, l’altro palestinese. Dopo decenni di ambiguità, Trump ha portato una vera rivoluzione su questo argomento. Egli sa bene che uno Stato palestinese sarebbe suddito dell’Iran, costituendo una minaccia concreta per l’esistenza di Israele. Di qui la necessità di rimodulare i territori della Cisgiordana, annettendo quelli occupati dai cosiddetti coloni ebrei e, nello stesso tempo, svuotando Gaza dalla presenza dei palestinesi. Dunque, un progetto radicale di una nuova definizione dell’intera regione che assicurerebbe allo Stato ebraico una posizione di tranquilla esistenza.
A ciò si deve aggiungere gli esiti positivi acquisiti da Israele, durante tutto il 2024, nella lotta contro Hamas e Hezbollah. Come si è detto, Hamas è ridotto ai minimi termini e Hezbollah attende che il suo sponsor iraniano lo rimetta in piedi dopo aver subito un quasi totale annichilimento da parte di Gerusalemme. Il problema, però, resta l’Iran. Benché Teheran abbia subito un forte ridimensionamento nel campo militare da parte di Israele, conta sul fatto che la Russia e soprattutto la Cina sono disposti a rimettere in sesto il suo apparato tecnologico. Questo problema è certamente al centro dell’attenzione di Trump, se il presidente americano intende portare a compimento un piano inteso ad assicurare in futuro delle garanzie ad Israele. In questo senso, il recente incontro di Netanyahu con Trump ha un preciso significato.