Foibe: vergogna all’Europarlamento Cronaca di Tommaso Montesano
Testata: Libero Data: 13 febbraio 2025 Pagina: 13 Autore: Tommaso Montesano Titolo: «Foibe, sinistra contro la mostra in Europa»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/02/2025, a pag. 13, con il titolo "Foibe, sinistra contro la mostra in Europa", la cronaca di Tommaso Montesano.
Tommaso Montesano
Non si possono ricordare neanche le vittime del comunismo. La mostra sulle Foibe, allestita nell'Europarlamento, è stata contestata dai deputati socialisti (ex comunisti) di Slovenia e Croazia. Coda di paglia? Evidentemente sì.
Una lettera alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, per sollecitare «l’immediata cancellazione della rassegna sulle foibe e chiedere la sua rimozione». È incredibile quello che è successo a Strasburgo nelle ultime 48 ore, con nove eurodeputati del gruppo socialista di origine slovena e croata che hanno preso carta e penna per intimare alla presidente dell’assemblea di censurare la “Mostra in ricordo delle foibe e dell’esodo” delle comunità istriane e dalmate nel Dopoguerra curata dall’eurodeputato di Fratelli d’Italia Stefano Cavedagna (Conservatori Ue). Motivazione: il presunto, «completo disprezzo dei fatti» attraverso una documentazione «falsa» ed «estremamente dannosa della storia recente di Slovenia, Italia e Croazia».
Proprio così: mentre in Italia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione del Giorno del ricordo ha denunciato la «furia omicida dei comunisti jugoslavi», ricordando l’«ostilità» con cui in Italia furono accolti gli esuli «da parte di forze e partiti che si richiamavano alla stessa ideologia di Tito», a Bruxelles i socialisti europei gruppo cui fa parte il Pd- si sono mossi per bloccare una mostra che documenta gli orrori dei partigiani titini.
La rassegna, che si chiude domani, è stata inaugurata il 10 febbraio e denuncia il «crimine comunista contro gli italiani» ricostruendo il contesto storico in cui maturò la tragedia con relativa testimonianza fotografica.
La missiva, oltre che a Metsola, è indirizzata al questore del Parlamento europeo, Kosma Zlotowski. I nove eurodeputati definiscono il contenuto della rassegna «controverso», tale da suscitare «sdegno non solo tra i componenti del Parlamento Ue, ma anche tra gli esperti del settore, gli storici». Segue un panegirico dei partigiani comunisti: «La prima resistenza al fascismo è apparsa all’inizio degli anni ’20 nei territori dell’Istria, e gli eserciti di liberazione popolare e le brigate partigiane della Jugoslavia sono ancora considerate il movimento di resistenza al fascismo di maggior successo». E ancora: «L’Istria, la costa croata, la Dalmazia e le isole dell’Adriatico sono state liberate con la potenza delle armi, con l’adesione volontaria di massa alle brigate partigiane e con la volontà del popolo». Il gruppo dei nove esponenti socialisti definisce «oltraggioso che una piccola minoranza di individui, guidati da un desiderio di dividere e chiaramente diffondere l’odio, abbia avuto l’opportunità di presentare queste manipolazioni nell’istituzione centrale dell’Unione europea, il Parlamento».
Una lettera cui è stata accompagnata la richiesta di affrontare la questione nella conferenza dei presidenti dei gruppi politici dell’Europarlamento. Con relativo inserimento del punto all’ordine del giorno. A questo punto è arrivata la reazione di Fratelli d’Italia, che con Nicola Procaccini, co-presidente di Ecr, ha denunciato il tentativo di censura del gruppo socialista «con il silenzio complice del Pd». Eppure nel 2021 fu l’allora presidente dell’Europarlamento, David Sassoli (Pd), a ricordare la tragedia delle foibe con un minuto di silenzio in aula. «La richiesta dei socialisti sloveni e croati di chiudere la mostra offende le sofferenze delle famiglie delle vittime e degli esuli», aggiunge Cavedagna, che insieme al capodelegazione di Fdi a Strasburgo, Carlo Fidanza, ha promosso la rassegna. Proprio Fidanza definisce «una pagina molto buia per il Parlamento europeo» la richiesta a Metsola di cancellare la mostra, alla cui inaugurazione hanno partecipato i parlamentari sloveni appartenenti al Ppe.
Uno degli autori della lettera, il deputato socialista sloveno Matjaz Nemec, prova a difendere la decisione di investire della vicenda Metsola: «In questa mostra ci sono troppe discrepanze con la verità, si usano numeri che non sono reali. Dobbiamo fare attenzione quando parliamo della nostra storia comune». Dall’Italia, però, Fdi non molla la presa. I capigruppo di Camera e Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, definiscono «un atto grave e inammissibile» la richiesta di rimuovere la mostra. Anche loro sottolineano il «silenzio del Pd su questo attacco alla verità storica» e ricordano le recenti parole del presidente della Repubblica.
Una pressione politica, diplomatica e mediatica che sortisce effetto: nel primo pomeriggio di ieri la conferenza dei presidenti dei gruppi si riunisce, ma nel corso dei lavori il punto sulla rimozione della mostra sulle foibe non viene affrontato (pur avendo i socialisti chiesto l’inserimento nell’ordine del giorno). Risultato: oggi la rassegna si concluderà come da programma.
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