2 Lettere: finalmente qualcuno la pensa come me sull'Achille Lauro
1. Il dirottamento dell'Achille Lauro e il tradimento italiano
Ricapitolo, come ha ben fatto Dame Devorah:
Il Fronte della Liberazione della Palestina, di quella canaglia di Muhammad Zaidan, alias Abu Abbas*, abbordò la nave da crociera Achille Lauro, gettò in mare, non un passeggero qualunque bensì Leon Klinghofer in quanto ebreo e americano.
Questi barbari non si fecero scrupoli nel gettarlo in mare con tutta la carrozzella da disabile.
Terrorizzarono inoltre, minacciando l’uso dei Kalashnikov, la vita degli altri passeggeri.
Con un esemplare blitz dei Delta Force americani, furono catturati i malvagi terroristi palestinesi autori dello scempio.
Nella base aerea di Sigonella poi, per ordine del Primo Ministro Craxi, i terroristi furono liberati; mettendo a repentaglio la vita dei Carabinieri che dovettero fronteggiarsi con i soldati americani.
Già fermandoci qui, capiamo quale vergognosa azione fu messa in campo da quel Craxi lí; di fatto negando gli accordi politici e militari con l’alleato americano.
Se poi continuiamo, ci accorgiamo che la sorte dei terroristi fu lieta, come era facile immaginare visti i legami della sinistra italiana con i terroristi palestinesi e i loro esponenti, infatti furono avviati a una “porta girevole” che li avrebbe portati prima a Belgrado e poi a casa loro. Ebbene, siamo in pochi in Italia, pressoché noi ebrei, a ricordare quei giorni luttuosi, come vergogna nazionale.
Eppure in Italia, quando si parla di quell’episodio, lo si fa per elogiare quel Craxi lì, che si era messo contro Ronald Reagan e contro il potere colonialista americano (… naturalmente sono ideologiche idiozie di sinistra, ormai calcificate ma sempre vive, perché i comunisti l’hanno sempre raccontata così).
Partendo da ciò, possiamo facilmente fare il paio con il caso Al Masri.
Al netto del fatto che la famigerata corte di giustizia europea, si proprio quella che vorrebbe far arrestare B. Netanyahu, aveva lasciato in pace Al Nasri per una decina di giorni, durante i quali si sollazzava, transitando da Londra, per il Belgio e infine in Germania, senza nulla dire, finché i solerti giudici se ne accorgevano, allorché andava in Italia per assistere alla partita della Juventus a Torino.
È un caso?
Manco per niente!
La patata bollente voleva passarla nelle mani dell’Italia e così è stato.
Non perdonando infatti all’Italia la posizione contro il mandato di arresto contro Netanyahu, ha atteso il momento propizio per riscattarsi.
Quindi come disse Tajani, Ministro degli Esteri italiano, quella contro Netanyahu fu una iniziativa politica, non giudiziaria.
Se l’Italia avesse condotto in carcere Al Masri, per processarlo, come avrebbe voluto la sinistra italiota, cosa sarebbe successo, quanto tempo pensano avrebbe passato in carcere costui?
Poco o nulla, in primis perché le leggi italiane sono iper-garantiste, come sancito dall’istituto perdonistico della Legge Gozzini (… un democristiano catto-comunista), poi dovendo processare un cittadino straniero è tutto più complicato.
Ancor più difficile, visti i rapporti dell’Italia con la ex-Libia, costui sarebbe tornato presto a casa sua.
Come insegna il caso Sala, infatti, fanno presto queste nazioni a prendere in ostaggio qualche italiano di passaggio, piuttosto che qualche lavoratore italiano degli idrocarburi, in Cirenaica.
Il malcapitato sarebbe facilmente caduto nella rete, per ottenere uno scambio, più Dollari.
E allora, bene ha fatto il governo italiano a rimandarlo a casa, anche con l’aereo di Stato, si.
Cosa avrebbero voluto i sinistri, mandarlo su un volo Ryan Air, in mezzo a turisti e bambini?
Al Masri, è uno sprezzante funzionario dello Stato ex-Libia, ed è un acerrimo nemico dei sinistri, perché si occupa di fermare trafficanti di esseri umani e clandestini, come da accordi presi con l’Italia.
Questi accordi ai sinistri non piacciono, perché vorrebbero invece riempire l’Italia di gente senza arte nè parte, che finisce per alimentare il mercato dello spaccio di droga, violentare, rubare, orinando e defecando nei giardini comunali, per poi bivaccare nelle stazioni ferroviarie d’Italia, tutte cosa che purtroppo già accadono quotidianamente.
I sinistri vivono su Marte, anche se il loro odiato Elon Musk, non ha ancora avuto il tempo di organizzare i viaggi per il pianeta rosso, ma presto su una rampa di Cape Canaveral, ci sarà un razzo pronto a partire… e allora speriamo faccia una bella imbarcata di sinistri italiani e internazionali pro-pal dal fiume al mare, almeno non ci fracasseranno più gli scatoloni.
*Abbu Abbas fu ucciso dai soldati americani di stanza in Iraq, l’8 di Marzo 2005, perché gli Stati Uniti comunque non dimenticano i loro nemici e i nemici di Israele; possono passare anche decenni, ma la fine per costoro è già scritta, allorché codesti si sono messi contro, compiendo infamità; qualunque cosa dicano i Craxi, Berlinguer, Pertini, Mattarella, Fratoianni, Bonelli, Giuseppi Conte o la Schlein, che sia o che siano.
Un forte abbraccio
Yosef Ben Hektor
Caro Yosef,
Non ho risposta a questa tua lettera che è un vero e proprio articolo. Chi ci legge, a lei e a me, ha capito perfettamente cosa intendiamo dire: per la sinistra Al Masri è una canaglia, invece i terroristi palestinesi sono dei santini davanti ai quali inchinarsi e salutare con un affettuoso Allahu Akhbar. Questo è l’esempio lampante dell’incapacità di collegare il cervello con la realtà.
La saluto con un cordiale shalom
Deborah Fait
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2. La proposta di Trump e la reazione di Hamas
Cara Deborah,
l'elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti mi ha reso l'uomo più felice del mondo. Sono un suo sostenitore da sempre e apprezzo in particolar modo il suo sostegno ad Israele, di cui, come afferma giustamente Netanyahu, Trump è il più grande amico che lo stato ebraico abbia mai avuto alla Casa Bianca.
Scrivo questo perché, per la prima volta in vita mia, mi trovo a non essere d'accordo con una sua iniziativa.
L'iniziativa è naturalmente quella di trasferire i palestinesi al di fuori della Striscia di Gaza per farne un resort, e qui è necessario che io mi spieghi meglio: non ho nulla in contrario sulla iniziativa in sé, che mi pare una ventata di aria fresca nella palude maleodorante della corrente mentalità antisionista-antisemita (senza contare che i palestinesi in sé, bambini esclusi, hanno ampiamente dimostrato di essere perfettamente idonei a sottostare a iniziative del genere).
Il motivo per cui non sono d'accordo è un altro, e riguarda i nostri ostaggi.
Proprio nel momento in cui i tagliagole avevano accettato la restituzione graduale dei nostri chatufim (ostaggi) e stavano iniziando, seppur con difficoltà e spesso in modo ignominioso, a lasciarli tornare a casa....entra Trump, come un elefante in una cristalleria, con la sua decisione di trasferimento coatto dei palestinesi fuori dalla Striscia. E, nel momento in cui scrivo (ore 19.40 del 10 febbraio) Hamas si è impuntato e ha affermato di voler bloccare il rilascio. La mia domanda (ormai l'avete capito) è questa: non era meglio attendere, prima, che tutti i nostri ostaggi, vivi e morti, fossero restituiti, e annunciare l'iniziativa successivamente, quando l'ultimo dei nostri chatufim fosse ritornato a casa? Che fretta c'era? Proprio ora che mi stava andando via l'angoscia per i nostri rapiti, dopo 16 mesi, la vedo ritornare prepotentemente, come un incubo fatto di innocenti che non torneranno più a casa. Spero sinceramente di avere torto e di essere smentito.
Un cordialissimo Shalom
Davide Dana.
Caro Davide,
La sua lettera mi ha fatto pensare. Sinceramente non avevo collegato le due cose. Davanti all’annuncio di quei nazisti islamici di bloccare fino a nuovo ordine il rilascio dei nostri ostaggi, avevo pensato semplicemente alla loro crudeltà, al loro modo cinico e disumano di condurre una guerra psicologica a Israele, alle famiglie e a tutti noi cittadini di questo Paese. Ora lei mi fa sorgere il dubbio che la loro ferocia sia legata alla fantastica proposta di Trump. Non so, forse è così, forse è solo una coincidenza, forse, come qualcuno paventa, non ci sono più ostaggi vivi da restituire. Entro sabato avremo una risposta e, se restassero della loro perfida idea, vedremo in cosa consisterà l’inferno promesso dal Presidente. Nel frattempo Israele è lacerato, dolore, disperazione, rabbia, speranza sono i sentimenti che sentiamo nel cuore. Ma il mondo tace, non ci sono state reazioni a parte quella di Donald Trump. Nessuno si è messo a urlare che devono piantarla, che sono degli indemoniati. Questa è una vergogna che peserà sull’umanità per tanto tanto tempo.
Un cordiale shalom
Deborah Fait