sabato 22 febbraio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
12.02.2025 Anna Maria Cisint: La legge anti-velo è questione di civiltà
Intervista di Claudia Osmetti

Testata: Libero
Data: 12 febbraio 2025
Pagina: 15
Autore: Claudia Osmetti
Titolo: ««La legge anti-velo è questione di civiltà»»

Riprendiamo da LIBERO del 12/02/2025, a pag. 15, con il titolo "«La legge anti-velo è questione di civiltà»" l'intervista di Claudia Osmetti ad Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone. 

Claudia Osmetti
Claudia Osmetti

Anna Maria Cisint, sindaco di Monfalcone, città ad alto tasso di islamizzazione

 «È urgente. Non è solo una questione di dignità della donna, è anche una questione di dignità del nostro Paese».
La leghista Anna Maria Cisint, ex sindaco di Monfalcone (Gorizia) e oggi eurodeputata, centra il punto e lo fa con la schiettezza che la contraddistingue: il tema è quello del velo islamico su cui il Carroccio sta cercando di intervenire a livello legislativo sia nazionale che regionale (in Lombardia e nel Friuli Venezia Giulia di Cisint). Perché sì, è vero, teoricamente una norma ce l’abbiamo già, quella sull’antiterrrosimo, la legge numero 152 del 1975, però basta guardarsi intorno: girare a volto coperto è vietato, ma i niqab (e i burqa) sono sempre più diffusi. «Questo perché la giurisprudenza ha utilizzato l’alibi del “giustificato motivo” che scavalca il dispositivo rendendolo, nei fatti, di impossibile applicazione».
Proviamo a fare chiarezza per quanto riguarda le proposte della Lega. Un disegno di legge è già depositato alla Camera, a Milano se ne sta discutendo uno lombardo e a Trieste una misura simile (per certi versi più restrittiva) verrà «incardinata tra brevissimo, in modo da discuterla in commissione e portarla poi in consiglio regionale». L’obiettivo è fare da volano, cioè da supporto, alla pratica di Montecitorio: «Un po’ come abbiamo fatto con la legge sui ricongiungimenti che è stata approvata quest’anno nel ddl Sicurezza ma che è partita proprio a Monfalcone».
Ed è ancora a Monfalcone che, in un certo senso, nasce la legge sul velo. «Abbiamo appurato che viene utilizzato un altro modo per mascherare il volto, tramite le mascherine, quelle del Covid per capirci, messe a coprire tutto il viso, oppure con degli occhiali dalle montature eccessivamente vistose», spiega Cisint, «per questo in Friuli Venezia Giulia il progetto di legge è in senso più generale e vieta qualsiasi mascheramento».
C’è di più. «Come Lega abbiamo individuato pure un altro percorso sul quale stiamo lavorando» e che, in realtà, Cisint ha già sperimentato del suo mandato da prima cittadina: un regolamento che imponga a quelli, senza eccezione, che intendano mettere piede in un luogo di proprietà della regione di farlo con la faccia integralmente scoperta. Uffici e ospedali compresi.
Un ulteriore aspetto è di tipo ostativo, ma qui la palla passa necessariamente ai colleghi deputati: la proposta di legge nazionale prevede, oltre allo stralcio del “giustificato motivo”, anche il reato di costrizione all’occultamento del volto che avrà una valenza ostativa in caso, per esempio, di ottenimento della cittadinanza italiana. Sul piano penale, tuttavia, e giustamente, la competenza è del legislatore romano. «L’islamizzazione radicalizzata non è tollerabile», continua Cisint, «non possiamo più dire che queste sono piccole cose. Chiaramente la sottomissione delle donne non è accettabile, ma non lo è nemmeno lo svilimento costante dei principi che stanno alla base del nostro sistema giuridico. Eppure ho già sentito dire: “Se passa la legge il velo integrale mia figlia lo metterà comunque”. È molto grave perché è la conferma che per alcuni la sharia prevale sulla legge italiana. Noi non possiamo reggere un sistema che diversifica in base alla religione. Andrebbe ricordato anche alla sinistra che, sul tema del velo integrale, prima ci ha dato ragione, quantomeno in Friuli Venezia Giulia, sostenendo che non è un modello di integrazione, ma che adesso sta facendo retromarcia, dicendo invece che non serve nessuna nuova legge e che basta applicare quella che già c’è. La verità è che a una certa parte politica va bene lo status quo». E lo status quo di Monfalcone, per dirne uno, è una cittadina di 31mila abitanti con una comunità islamica di più di 5mila componenti e dove il 75% delle donne musulmane già girano col volto completamente coperto.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT