La NATO non arretra, Putin prosegue l’aggressione Intervista di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera Data: 10 febbraio 2025 Pagina: 5 Autore: Lorenzo Cremonesi Titolo: ««La Nato non arretra: con Kiev per una pace giusta Da Mosca nessun segnale»»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/02/2025, a pag. 5, con il titolo «La Nato non arretra: con Kiev per una pace giusta. Da Mosca nessun segnale» l'intervista di Lorenzo Cremonesi.
Lorenzo CremonesiPer Cavo Dragone: “Sostenere Kiev è l’unica via per una pace giusta”. L’ammiraglio ribadisce l’impegno della Nato a fianco dell’Ucraina. Il presidente del Comitato militare dell’Alleanza ha incontrato il presidente Zelensky e i ministri Umarov e Sybiha durante la sua visita a Kiev.
Continuare a supportare l’esercito ucraino è l’unico modo per garantire la pace giusta con la Russia. E la Nato non si tira indietro». È chiaro il messaggio che l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha dato ai dirigenti di Kiev e riporta ai Paesi dell’Alleanza Atlantica di ritorno dal suo giorno e mezzo di visita nella capitale ucraina, dove ha visto tra gli altri il presidente Zelensky, il ministro della difesa Umarov e quello degli Esteri Sybiha. Ex capo di Stato maggiore italiano, dal 17 gennaio Dragone è presidente del Comitato militare della Nato.
La sua valutazione della guerra e delle prospettive di pace?
«Le forze armate di Mosca riportano limitati successi sul terreno con perdite gravissime. Parliamo di 7-800 soldati russi morti o feriti al giorno, oltre 800.000 dall’inizio della guerra. Ma ho visto una determinazione invariata nei vertici ucraini, convinti come nei primi giorni a difendere il loro territorio e non cedere alla violenza russa. Insieme, è palese il fallimento strategico di Putin: siamo a tre anni di guerra e lui mirava a vincere in tre giorni».
Mentre lei era a Kiev, Trump diceva di stare parlando con Putin: conseguenze?
«Non so nello specifico. Sono nella stessa condizione del portavoce del Cremlino, Peskov, che ammette di non sapere, anche se i colloqui magari sono avvenuti. Posso soltanto dire che ogni dialogo è benvenuto. Dal punto di vista della Nato, la posizione non cambia: miriamo alla sicurezza transatlantica, indipendentemente da eventuali sviluppi politici o diplomatici tra Putin e Trump. Siamo alla vigila di tre appuntamenti dove i semi di questi scambi potrebbero germogliare: la riunione del Gruppo di Contatto per la difesa dell’Ucraina a Ramstein, poi la Ministeriale Difesa, dove verrà anche Umarov con il nuovo collega americano, e infine la Conferenza sulla Sicurezza a Monaco il 15-16 febbraio, dove potranno esserci importanti rivelazioni per illuminare la nebbia in cui oggi ci muoviamo a fatica».
E la pace?
«La Nato crede in tre punti: dare forza all’Ucraina perché non negozi da debole, garanzie di difesa al suo esercito e rispetto del diritto internazionale».
Secondo i media Ucraini, Zelensky le ha detto che Putin in effetti non vuole la pace, ma sta intensificando i preparativi per prolungare il conflitto…
«A Kiev si percepisce chiaramente che la Russia prosegue senza sosta l’aggressione militare. Non si palesano segnali concreti che Putin intenda davvero negoziare una pace giusta e duratura. E la Nato ripete che la pace non può essere un semplice congelamento del conflitto, che oltretutto dia il tempo alla Russia di riorganizzarsi e riprendere l’invasione più violenta di prima. Il segretario generale della Nato ribadisce che l’unica soluzione resta di continuare a rafforzare l’Ucraina in modo che questa, quando deciderà di negoziare, lo farà da un punto di forza. Zelensky mi ha detto che la macchina militare russa non ha flessioni, non mostra disponibilità al dialogo».
Zelensky sogna l’Ucraina nella Nato come premessa a concessioni territoriali. Sia Biden prima che Trump oggi sono contrari. Dunque, che garanzie?
«Ho ribadito l’impegno Nato assunto al summit di Washington a luglio 2024, che afferma che nel futuro l’Ucraina sarà membro pieno dell’Alleanza secondo un percorso ormai irreversibile. Kiev continua a chiedere e riceve un sostegno senza precedenti da parte nostra. Dal 2022 al 2024 abbiamo fornito oltre 50 miliardi di euro in aiuti militari, e creato centri di addestramento per i loro soldati e per l’amministrazione delle risorse. Sono segnali forti».
Trump intende bloccare gli aiuti militari, dice che l’Ucraina è una questione europea. Può la Nato agire con efficacia senza il fondamentale apporto Usa?
«Io non credo che l’America bloccherà del tutto gli aiuti militari all’Ucraina, potrebbe forse rimodularli, rivederli, ma non azzerarli. Sappiamo bene che si tratta di un partner chiave, ma in ogni caso non dimentichiamo che il sostegno europeo è già dominante con significativi contributi da Svezia, Finlandia, Paesi Bassi, Canada, Regno Unito. Trump sta già rivedendo i programmi di sostegno, non li cancellerà, forse li ridurrà e allora sarà un’occasione per l’Europa di subentrare e rivalutare le sue politiche per gli armamenti».
Da militare come giudica il fatto che gli ucraini manchino di soldati e siano costretti a ricorrere massicciamente ai droni?
«Il tempo gioca a favore di Putin, perché dispone di una grossa massa d’urto. Però la sua propaganda millanta spesso vittorie e superiorità sul campo che in realtà sono dubbie. I russi stanno pagando prezzi altissimi: non c’è paragone tra ciò che conquistano e quello che perdono in vite umane. Gli ucraini sono obiettivamente stanchi, ma i droni li usano perché sono efficienti e non per sopperire alla carenza di uomini».
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