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Libero Rassegna Stampa
10.02.2025 Il corpo degli ostaggi ci spiega cos’è Hamas
Commento di Giovanni Sallusti

Testata: Libero
Data: 10 febbraio 2025
Pagina: 3
Autore: Giovanni Sallusti
Titolo: «I corpi degli ostaggi ebrei spiegano cos’è Hamas e la differenza con Israele»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 10/02/2025, a pag. 3 con il titolo "I corpi degli ostaggi ebrei spiegano cos’è Hamas e la differenza con Israele" il commento di Giovanni Sallusti.

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Giovanni Sallusti

I corpi dei tre ostaggi liberati da Hamas già dicono tutto sulle loro condizioni di prigionia. E dicono tutto sulla differenza di civiltà fra Israele e i suoi nemici.

Non diteci più che non la vedete, la differenza (di più, l’abisso) di civiltà, a meno poi di non essere coerenti fino in fondo e di non dichiarare il vostro antisemitismo, al caviale o in camicia nera è solo una variante. La differenza comportamentale, etica, ontologica, è scavata nei volti degli “ostaggi” (ma è un altro termine improprio, quelli erano detenuti all’inferno come lo erano i loro nonni a Buchenwald o a Dachau), rimbomba nei loro sguardi peggio che vuoti, saccheggiati per sempre, si affaccia tragicamente beffarda sconvolgendo le certezze residue di un ritorno a una vita normale che non ci sarà mai più.
«Soffrono di grave malnutrizione», ha riferito il Ministero della Salute israeliano degli ultimi tre uomini liberati dalla viscere di Gaza: Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami. L’unica costante con il mondo “di prima” sono i nomi, i corpi sono rinsecchiti a un’ipotesi del terzo tipo, quel che è successo alle anime non è dato immaginare. «Il mondo intero deve guardare direttamente Ohad, Or ed Eli, che tornano dopo 491 giorni di inferno, affamati, emaciati e addolorati, sfruttati in uno spettacolo cinico e crudele da vili assassini», ha detto il presidente della Repubblica Isaac Herzog. Perché poi c’è anche quest’oscenità suprema, il circo nazi-islamico con tanto di ostentazione in diretta mondiale dell’ebreo martoriato, Hamas elevato a prodotto dell’industria culturale e dell’intrattenimento macabro, un’oscenità su cui in Occidente circola un’assuefazione inspiegabile, intollerabile a una manciata di ore dal Giorno della Memoria (a intermittenza). E dire che l’inferno da cui si sono salvati Ohad, Or ed Eli (con tutti i contorcimenti della coscienza per i propri amici “sommersi” che ci ha raccontato Primo Levi) era stato squadernato circa un mese fa, dallo stesso Ministero della Salute israeliano, che ha diffuso un report sulla (non) vita da ostaggio di Hamas. Abusi sessuali anche su minori, persone legate e lasciate al buio senza cibo per giorni, bambini torturati e perfino marchiati a fuoco (su, diteci ancora che l’evocazione della Shoah è eccessiva).
È questo il non-luogo dai cui provegono tutti i sequestrati liberati in questi giorni, e per realizzare l’abisso di civiltà immane va messo in relazione con un altro luogo, con l’ospedale in cui medici e infermieri israeliani asportarono un tumore al cervello a un detenuto particolare. Il prigioniero si chiamava Yahya Sinwar, la belva tra le belve, curato e restituito alla vita dallo Stato degli ebrei. Contro cui, appena uscito in un altro scambio di prigionieri, ha organizzato il più orrendo pogrom dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Le civiltà sono incommensurabili, lo ha teorizzato Samuel Huntington e lo ha urlato con tutta la sua forza Oriana Fallaci, non esiste dialogo con chi, fuori dal recinto totalitario della sharia, vede solo infedeli, escrescenza da rimuovere, esseri non -umani.
È la civiltà (qui, solo in senso tecnico) che ha tra le sue capitali globali la Teheran degli ayatollah, i burattinai del Terrore antisemita contemporaneo. Non a caso la Guida Suprema Ali Khamenei ha ricevuto Mohammad Ismail Dar wish, nuovo capo del consiglio direttivo di Hamas, e i membri di tale illuminato consesso. Khamenei ha postato il video dell’incontro (esaltando anche immagini del 7 ottobre) e ha sproloquiato: «Avete sconfitto il regime sionista», che è allo stesso tempo una falsità bellica e un’impostura morale, di fronte alle facce sconvolte dal piccolo Olocausto. Capite che non esiste dialogo immaginabile, con chi pratica lo sterminio di civili, il rapimento di bambini, la sevizia sistematica, con sullo sfondo l’obiettivo finale (sempre dichiarato dai tiranni iraniani e da quei loro ripetitori che sono i caporioni di Hamas): la cancellazione della nazione ebraica.
Ma voi lo capite benissimo, sono le anime belle della sinistra nostrana che stanno ancora lì a titillarsi con le piazze pro -Pal. Di fronte ai cadaveri dei sommersi e ai volti spenti dei salvati, non è più accettabile.

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