sabato 22 febbraio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Libero Rassegna Stampa
10.02.2025 La Schlein punta sugli immigrati. E perderà ancora
Commento di Daniele Capezzone

Testata: Libero
Data: 10 febbraio 2025
Pagina: 1
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: «Schlein & C. si muovono all’opposto della realtà»

Riprendiamo da LIBERO di oggi 10/02/2025, a pag. 1, con il titolo "Schlein & C. si muovono all’opposto della realtà", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Elly Schlein (PD) e Riccardo Magi (+Europa) uniti per promuovere la cittadinanza facile per gli immigrati. Se queste sono le priorità della sinistra, vuol dire che si vota a sempre nuove sconfitte.

Come nello strano caso del dottor Jekyll e di Mr Hyde, devono esistere almeno due segretarie del Pd. Una dottoressa Elly che ieri mattina sul Corriere della Sera si riproponeva di sfidare quelle che lei chiama le destre «sui temi economici e sociali» («non li batteremo inseguendoli sul terreno che scelgono per stare comodi: giustizia, immigrazione, sicurezza»), e una miss Schlein che poche ore prima si era precipitata al congresso di Più Europa per fare l’esatto contrario, e cioè promettere a Riccardo Magi il massimo impegno del Pd sul referendum per rendere ancora più facile l’acquisizione della cittadinanza per gli immigrati.
Doppia personalità? Scissione?
Schizofrenia? Qui però non si tratta di un romanzo gotico e non c’è la mano di Stevenson. Al massimo si tratta di un racconto tragicomico partorito, oltre che da Elly, dal suo squadrone di strateghi (nella versione di greco al liceo: “oi strategoi”): lo spin doctor Alvernini, gli organizzativi Baruffi & Taruffi, più il tuttocampista Furfaro, praticamente i galacticos del Pd, roba da far impallidire i campionissimi del Real Madrid.
La sensazione è che a sinistra stiano andando contromano in autostrada. Chiedono la cittadinanza facile, e contemporaneamente ridimensionano, anzi negano ogni rapporto tra immigrazione e commissione di reati (scontrandosi contro un muro di cifre). Insomma, descrivono una realtà opposta a quella vissuta ogni giorno dagli italiani.
Peggio, si fanno beffe di quel sentimento popolare, derubricandolo a «percezione». E così ogni sera, accendendo la televisione, quei cittadini- già potentemente arrabbiati e preoccupati - che hanno avuto terrore a camminare nei pressi della stazione della propria città, che si sono sentiti a disagio nell’aprire il portone del proprio condominio, si sentono spiegare dai migliori cervelli della sinistra che non c’è nessun problema, e che anzi sono gli italiani a essere razzisti. A maggior ragione, è venuto il momento di mettere in fila qualche elementare verità.
Primo. L’immigrazione (anche quella regolare) va mantenuta entro limiti numerici ragionevoli, e dunque il più possibile ristretti. Non solo è autolesionistico e pericoloso rimanere passivi davanti all’immigrazione clandestina, ma- se vogliamo puntare a un’integrazione che non resti solo sulla carta - occorre che pure la quantità degli immigrati regolari resti entro limiti ragionevoli. Certo che le nostre imprese hanno bisogno di manodopera: e bene ha fatto il governo a confermare e se possibile ad allargare il canale dei flussi regolari. Ma occorre che il numero - anche degli immigrati legali - non sia debordante: altrimenti, dalla sanità al welfare all’ordine pubblico, passando per il tema decisivo dell’identità culturale, la pentola a pressione rischia di scoppiare.
Secondo. La cittadinanza non può essere concessa con troppa facilità, né può bastare un ciclo di studi, un pezzo di carta, un adempimento burocratico, a certificare che l’integrazione sia davvero avvenuta. Altro che “ius soli” o “ius scholae”. E altro che referendum per dimezzare i tempi. Può infatti benissimo accadere che, nonostante il decorso di un certo periodo di tempo, altri insuperabili fattori personali o familiari abbiano inibito l’integrazione, abbiano scoraggiato o ostacolato nel soggetto l’accettazione della nostra cultura, con tutte le conseguenze del caso.
Terzo. In ultima analisi, oggi abbiamo un meccanismo normativo in forza del quale si diventa italiani per molte strade: perché si è figli di un italiano, perché si è adottati da un italiano, perché si sposa un italiano, perché si nasce in territorio italiano da genitori stranieri (e allora occorre attendere il 18esimo anno), o perché da stranieri si risiede in Italia per un certo numero di anni (ad esempio 10, se si è extracomunitari). E sono proprio le norme vigenti che già fanno sì che l’Italia sia il paese record in Europa nella concessione delle cittadinanze. Non solo: anche chi non è ancora italiano ha (ci mancherebbe altro!) totale garanzia di poter studiare, di potersi curare, di poter lavorare, e così via. E allora che senso ha sbracciarsi politicamente per allargare ancora queste maglie normative?
Tra l’altro, per chiunque non viva su un altro pianeta, in tutto l’Occidente l’aria che tira tra gli elettori è questa, dagli Stati Uniti alla Germania. Perché sfidare così platealmente l’opinione pubblica? I referendum, nella loro migliore stagione, servivano a tradurre in risultato legislativo temi già maggioritari nella società. Qui - in modo spericolato e perdente - si tenta l’opposto: trasformare in legge ciò che la maggioranza degli elettori non vuole assolutamente.
La realtà è che Schlein farebbe bene a leggere il libro di un uomo di sinistra, Mark Lilla, autore nel 2017 di “The once and future liberal-After identity politics”. Di che tratta? Dell’ossessione della sinistra per le minoranze: campagne che in sé sarebbero positive, spesso sacrosante, annota Lilla, ma che hanno portato i progressisti a dimenticare le maggioranze e una visione comune del futuro. La sinistra ormai si concepisce solo in termini di lotte per i diritti condotte in nome di singoli movimenti e di gruppi sociali minoritari, trasformando tutto ciò in una gigantesca trappola che le impedisce di parlare al complesso della società.
Se vogliono continuare così, si trasformeranno in una gigantesca polizza di assicurazione per il centrodestra. La polizza Elly.

Per inviare a Libero la propria opinione, telefonare: 02/99966200, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@liberoquotidiano.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT