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Libero Rassegna Stampa
09.02.2025 Quei volti scavati che ricordano la Shoah
Commento di Libero

Testata: Libero
Data: 09 febbraio 2025
Pagina: 2
Autore: Redazione di Libero
Titolo: «Il teatro di Hamas e quei volti scavati che riportano alla mente gli orrori della Shoah»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 09/02/2025, a pag. 2, il commento "Il teatro di Hamas e quei volti scavati che riportano alla mente gli orrori della Shoah"

Eli Sharabi trascinato sul palco della vergogna da Hamas
Eli Sharabi, Or Levy e Ohad Ben Ami sono i tre ostaggi liberati in cambio di quasi duecento prigionieri palestinesi, in maggioranza terroristi. I loro volti emaciati svelano quindici mesi di torture e privazioni e ricordano quelli dei prigionieri dei lager nazisti. Uno shock che mette a dura prova Israele. 

Ci sono giorni destinati a lasciare il segno, così è stato ieri quando sono arrivate le immagini di tre uomini, ebrei prigionieri di Hamas. I loro volti ridotti a maschere, smunti, gli occhi liquidi, annegati nello smarrimento di un dolore che diventa abitudine, la tensione che nel linguaggio del corpo è un allungarsi per sfuggire agli artigli delle belve, esseri umani braccati da esseri disumani anche nell’istante infinito dello scambio, camminano verso il palco seguiti da sguardi che li trafiggono, sotto la minaccia della morte che li punta in faccia la luce macabra dell’odio.
Questo è l’orrore di Hamas, uno show sulla carne e l’anima degli ebrei che la sinistra non vuole vedere. Sono quelli che parlano di “genocidio” dei palestinesi da parte di Israele e mentre offendono tutti i giorni la storia, la ragione e Dio, quei volti sono un memento, uno spaventoso ricordo, un raccapricciante ritorno degli spettri dei campi di concentramento. Un flash, il volto che si gira, lo scatto che arriva in rete, eccolo qui, l’effetto lager di Hamas. Sulle facce di Ohad Ben Ami, Eli Sharabi, Or Levy, compare l’ombra del campo di concentramento degli islamisti, il trattamento riservato agli ebrei è quello del dolore, della fame, della tortura, dell’umiliazione del corpo e dell’annientamento dello spirito.
Tre ebrei rapiti dai terroristi, guardateli bene, nella foto qui sopra, sono esposti come trofei da caccia, mostrano il diploma della scuola di violenza di Hamas, il “certificato di fine prigionia” che sembra lo scherzo lugubre di un film dell’orrore, la soldataglia senza onore che mostra i fucili mitragliatori, la scena ripresa da un altro fantoccio (a sinistra, sempre nella foto in alto) che usa l’altra arma di Hamas, la telecamera, lo strumento usato dai terroristi per filmare la strage degli ebrei del 7 ottobre 2023.
Questo branco di criminali ha come scopo quello di mostrare al mondo la sua ferocia, scagliata contro le donne, i bambini, gli anziani, gli esseri inermi, compresi gli animali. Hamas ha costruito il suo dominio su Gaza e il suo mito nel mondo sulla violenza totale e la propaganda, tutta la Striscia è stata il set di Pallywood, un kolossal spettrale del fanatismo dove anche la morte ha il suo servizio di “trucco e parrucco”. Arriva il momento dell’intervista dei tre ostaggi, il microfono dell’uomo incappucciato che s’avvicina, la formula concordata con i carcerieri, uno, due, tre e un altro passo verso casa è fatto.
Liberarare il corpo, riabbracciare i propri cari che alla vista di quelle facce hanno l’immediato ricordo di una storia di sterminio, quello del popolo degli ebrei: l’Olocausto e i nomi, quei nomi, che richiamano una danza di spettri, Treblinka, Auschwitz[, Mauthausen, Sobibór, Belzec, e tanti altri. Il nazismo ieri, Hamas, Hezbollah e i killer islamisti oggi.
Usciti dai tunnel, dove si sono rifugiati come topi quando la spada di Davide li inseguiva, gli uomini mascherati ogni settimana apparecchiano la scena della loro inesistente “vittoria”. Non hanno finito di spargere sangue, sognano ancora di uccidere gli ebrei, vogliono, desiderano, inseguono la morte. Seminano lutto e dolore: Ohad Ben Ami era stato rapito insieme alla moglie (rilasciata nella tregua di novembre); Eli Sharabi era finito nelle mani dei terroristi insieme al fratello, nel kibbutz di Be’eri sono state uccise la moglie e le due figlie, di 16 e 13 anni - quest’uomo ha saputo oggi, il giorno del suo rilascio, di aver perso la sua famiglia; Or Levy è stato braccato e catturato dai terroristi mentre era al rave Supernova, nel deserto israeliano, sua moglie è stata uccisa durante la fuga.
Questo è Hamas, questa è la loro biografia di assassini e torturatori. Non c’è alcuna possibilità di costruire uno Stato palestinese con questa gang di avanzi di galera. La sinistra italiana che usa la parola «genocidio» con una ignobile, vergognosa, falsificazione della cronaca e della storia, il club degli intellettuali che tentano di coprire il loro anti-semitismo con i se e i ma, il giornalismo vile e la politica pensano che tutto sia finito e tutto possa dunque ricominciare. L’odio sputato in faccia sugli ebrei, sull’esistenza di Israele, non si ferma. Chi vuole conoscere non si volti indietro, guardi questi uomini scavati dalla prigionia. Sono i sopravvissuti di uno sterminio che la sinistra non vuole vedere. Quello degli ebrei.

 

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