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Libero Rassegna Stampa
08.02.2025 Inviata a Usa a Beirut con la stella di David
Cronaca di Maurizio Stefanini

Testata: Libero
Data: 08 febbraio 2025
Pagina: 17
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «Inviata Usa a Beirut con la stella di David «Hezbollah non entri più nel governo»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/02/2025, a pag. 17, con il titolo "Inviata Usa a Beirut con la stella di David «Hezbollah non entri più nel governo»" l'analisi di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Morgan Deann Ortagus, inviata per il Medio Oriente dell'amministrazione Trump, ieri in Libano è andata portando un anello con la stella di David. La Ortagus si è convertita all'ebraismo. Ed è stata una figura-chiave nella negoziazione degli Accordi di Abramo.

Classe 1982, commentatrice televisiva, analista finanziaria e consulente politica che dopo aver ricoperto il ruolo di portavoce del Dipartimento di Stato dal 2019 al 2021 durante la prima amministrazione Trump lo scorso 3 gennaio è stata nominata dallo stesso Trump vice inviata speciale presidenziale per la pace in Medio Oriente alle dipendenze di quello Steve Witkoff che ha fatto la tregua a Gaza, Morgan Deann Ortagus è ebrea.
Non di nascita: protestante evangelica ha sposato in seconde nozze un avvocato ebreo; il matriomonio è stato benedetto da un rabbino e lei stessa ha deciso di convertirsi. Durante il suo primo incarico ebbe un ruolo importante per gli Accordi di Abramo che con la mediazione di Trump furono stipulati da Israele con Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan. Al dito ha un anello con una vistosa Stella di Davide.
Con questo anello si è fatta fotografare mentre stringeva la mano al nuovo presidente libanese Joseph Aoun: già generale comandante delle Forze Armate, eletto il 9 gennaio dopo un lungo stallo iniziato il 31 ottobre 2022 con la scadenza del mandato del suo predecessore Michel Aoun.
Omonimia a parte, anche lui maronita, e anche lui generale. Solo che dopo essere stato un leader anti-siriano si è invece alleato con Assad ed Hezbollah. Una scelta rivelatasi perdente: Hezbollah è stato indebolito pesantemente dalle sconfitte inflittegli da Israele, e Assad addirittura costretto all’esilio.
Dunque, a Hezbollah questa foto non è piaciuta, e meno che mai che in conferenza stampa al palazzo presidenziale Morgan Ortagus abbia dichiarato il suo sostegno a Israele come «alleato». Il “Partito di Dio” ha dunque minacciato blocchi stradali nel sud, a partire da Sidone, per impedire all’inviata di Trump di visitare la regione. Ma la Ortagus a Beirut aveva anche consigliato il primo ministro incaricato Nawaf Salam, impegnato da settimane nei negoziati per la formazione del nuovo governo libanese, di escludere Hezbollah. «Il regno del terrore del Hezbollah in Libano e nel mondo è finito. Israele ha sconfitto Hezbollah e gliene siamo grati, e insistiamo sul fatto che Hezbollah non deve in alcun modo partecipare al nuovo governo libanese», ha detto nella conferenza stampa trasmessa in diretta tv dai media di Beirut.
«L'America è impegnata nella sua partnership con il Libano e ripone grandi speranze nel futuro, grazie all'arrivo al potere di uomini credibili e impegnati, che faranno in modo che la corruzione abbia fine, così come l'influenza del Hezbollah». Cosa peraltro non facile, visto che nel sistema consociativo libanese se ai maroniti spetta il presidente e ai sunniti il primo ministro deve essere sciita il presidente del parlamento, e la gran parte degli eletti sciiti sono Hezbollah o suoi alleati.

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