ONU, 79 Paesi anti-USA: Meloni sta con Trump Cronaca di Tommaso Montesano
Testata: Libero Data: 08 febbraio 2025 Pagina: 3 Autore: Tommaso Montesano Titolo: «All’Onu 79 Paesi si ribellano alle sanzioni Usa alla Corte. Ma Meloni sta con Trump»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/02/2025, a pag. 3, con il titolo "All’Onu 79 Paesi si ribellano alle sanzioni Usa alla Corte. Ma Meloni sta con Trump", la cronaca di Tommaso Montesano.
Tommaso Montesano
La Repubblica prima pagina, primo grande titolo “Cpi, l’Italia tradisce l’Europa”, ovvero Repubblica sta con l’Onu pro-terroristi. All'ONU, 79 paesi votano contro le sanzioni degli Usa, in difesa della Corte Penale Internazionale. Non l'Italia, il governo Meloni vota con gli Usa.
Cresce di intensità lo scontro sulla Corte penale internazionale. Stavolta, però, l’Italia non c’entra. O, almeno, non c’entra direttamente. Ad accendere la nuova miccia è stato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha annunciato l’intenzione di firmare un nuovo ordine esecutivo per sanzionare il tribunale con sede in Olanda. In programma sanzioni finanziarie (blocco di proprietà e altri beni) e restrizioni sui visti nei confronti dei funzionari. L’ostilità di “The Donald” viene da lontano, visto che analogo provvedimento, in reazione alle inchieste sui presunti crimini commessi dai soldati americani e dalla Cia in Afghanistan, era stato siglato nel 2020. Stavolta nel mirino di Trump ci sono le «azioni illegittime e prive di fondamento» intraprese dalla Cpi «contro l’America e il nostro stretto alleato Israele». Come il mandato di arresto spiccato in autunno contro il premier israeliano Benjamin Netanyhau- che ieri ha definito la Corte «scandalosa e corrotta» - e il suo ministro della Difesa, Yoav Gallant.
I FIRMATARI ANTI DONALD
E dunque. Dopo la mossa americana contro la quale hanno reagito sia il presidente della Corte, Tomoko Akane («è solo l’ultimo di una serie di attacchi»), sia l’Onu, chiedendo la revoca della misura ieri un gruppo di Paesi ha firmato una dichiarazione con la quale protesta con l’amministrazione Usa per le sanzioni annunciate, che «potranno mettere in pericolo la riservatezza di informazioni sensibili e la sicurezza» dei «coinvolti», oltre a «vittime, testimoni e funzionari della Corte». Da qui l’appello affinché la Cpi «possa continuare a svolgere le sue funzioni in maniera efficace e indipendente. La Corte rappresenta un pilastro del sistema giudiziario internazionale: l’imposizione di sanzioni rischia di deteriorare lo stato di diritto e comprometterebbe tutti i casi sotto inchiesta».
La dichiarazione, nata da una iniziativa di Slovenia, Lussemburgo, Messico, Sierra Leone e isole Vanuatu, è stata sottoscritta al momento da 79 Paesi che rappresentano i due terzi dei 125 Stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma che nel 1998 ha istituito la Corte (Stati Uniti, Russia, Cina e Israele non hanno mai aderito). Tra le adesioni, si contano quelle di Spagna, Francia, Germania, Brasile, Belgio, Canada, Cile, Giordania, Lussemburgo, Nigeria, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Panama, Slovenia e Autorità nazionale palestinese.
L’Italia non ha firmato, cosa che ha naturalmente fatto infuriare le opposizioni che ancora fremono per il “caso Almasri”.
Le sigle del “campo largo” sono unite nel denunciare la «deriva sovranista» dell’esecutivo (Azione), con il governo di Giorgia Meloni accusato di schierarsi «con l’internazionale nera e sovranista a guida Trump» (Angelo Bonelli). Da Strasburgo, dove l’opposizione sta lavorando per lo show sul “caso Almasri” nella sessione plenaria di martedì prossimo, il M5S grida all’Italia isolata «dal resto del mondo».
«Grave che l’Italia non firmi», aggiunge Ivan Scalfarotto di Italia Viva; «l’Italia fa da scendiletto degli Usa e distrugge il diritto internazionale», tuona Nicola Fratoianni, uno dei leader di Avs. In serata si fa viva la segretaria del Pd, Elly Schlein, che definisce la mancata adesione italiana alla dichiarazione di protesta anti Trump «qualcosa di cui vergognarsi».
MANOVRA A TENAGLIA
Il centrosinistra, attraverso il gruppo The Left al Parlamento Ue, ha già ottenuto per la prossima settimana una discussione sulla «protezione del sistema di giustizia internazionale e le sue istituzioni, in particolare la Cpi». In quella sede, i partiti italiani di opposizione solleveranno certamente il “caso Almasri”. Un altro grimaldello sarà l’interrogazione scritta alla Commissione Ue presentata dalla delegazione di Avs, nella quale il movimento di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni chiede ai vertici di Bruxelles se l’espulsione del super poliziotto libico e la sua mancata consegna alla Corte siano compatibili con i valori dell’Unione e con gli obblighi giuridici assunti dagli Stati membri».
Sull’altro fronte, Front- Lex, l’associazione degli avvocati specialisti in diritti umani che ha stilato la denuncia alla Corte contro l’Italia a nome di un rifugiato sudanese, annuncia che è pronta a presentare contro il nostro Paese «altre denunce legate al caso Almasri».
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