14/5/02 KAMIKAZE A OROLOGERI opinioni personali e antrettanto personali interpretazioni
Testata: L'Espresso Data: 13 maggio 2002 Pagina: 1 Autore: un giornalista Titolo: «un articolo»
L'articolo, pubblicato senza firma sull'ultimo numero dell'Espresso, contiene, oltre ai fatti, parecchie opinioni personali e antrettanto personali interpretazioni, che difettano un tantino di equilibrio. Disturba notevolmente, tanto per cominciare, il sentir definire "tempestivi" gli attentati terroristici: aggettivo che preferiremmo veder usato per gli interventi di un medico o dei pompieri, che arrivano in tempo a salvare vite umane. Ci viene poi spiegato che
per Sharon, ossessionato dall'odio nei confronti di Arafat, non è credibile la condanna espressa dalla leadership palestinese. Ora, che Sharon odi Arafat è effettivamente credibile, che ne sia ossessionato è possibile, ma qualcuno può credere che sia necessario un odio personale per diffidare di un uomo che mille volte ha condannato gli attentati terroristici e sempre ha continuato a finanziarli? Si passa poi ad esaminare la situazione sul campo:
I candidati al suicidio che si affollano in uno slancio patetico (patetico?) e nichilista, non rispondono ad altre funeste sirene che a quella della disperazione.
E chissà come mai non ci sono candidati suicidi nei villaggi africani dove si muore di fame, nelle disumane baraccopoli del Sudamerica, nelle tremende sacche di miseria del Sudest asiatico, fra i bambini indiani e pachistani sfruttati fino alla morte, chissà ...
Oggi, ogni singolo palestinese è disposto al martirio e non c'è bisogno di indottrinamento o di lavaggio del cervello. La Bocca della Verità ha sentenziato! Ci viene poi riferito ciò che pensano i palestinesi delle "concessioni" fatte da Arafat: "Non possiamo credere che il massacro di Jenin e tutto ciò che abbiamo pagato e stiamo pagando nella lotta contro l'occupazione israeliana abbia come contropartita la liberazione di Arafat" è il lamento ricorrente. C'è, oltre alla disperazione, la rabbia e la voglia di vendicare i propri morti. Ma questo signore dove vive? Non gliel'hanno ancora detto che il massacro non c'è stato? E infine conclude: Il mondo arabo non è interessato a nessuna nuova idea che porti ad accordi temporanei o misure di sicurezza, ma solo alla proposta saudita fatta nell'ultimo vertice della Lega Araba. Che auspicò un ritorno a normali relazioni dei Paesi arabi con Israele in cambio del ritiro israeliano entro i confini precedenti il conflitto del 1967 e l'accettazione della creazione di uno Stato palestinese indipendente. E qui la distrazione del Nostro si dimostra decisamente al di sopra di ciò che può essere ragionevolmente accettabile: ciò che offrono gli arabi, se non ricordiamo male, è il riconoscimento di Israele, e non normali relazioni; di quale "ritorno" parla questo signore? Gli risulta che in un qualche momento ci siano state "normali relazioni", o anche semplicemente "relazioni" dei paesti arabi con Israele? E ha dimenticato la pretesa, recentemente ribadita, del ritorno dei profughi, strategia scientificamente studiata per distruggere Israele sul piano demografico? E ha dimenticato che l'accettazione della creazione di uno stato palestinese è sempre mancata dagli arabi e non da parte di Israele? E ha dimenticato che quei confini che adesso si pretende di ripristinare sono esattamente quelli che hanno permesso agli arabi di mettere in pericolo la sopravvivenza di Israele?
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