La lista degli ostaggi non arriva Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero Data: 19 gennaio 2025 Pagina: 14 Autore: Amedeo Ardenza Titolo: «La lista degli ostaggi non arriva. Lo scambio è a rischio»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/01/2025, a pag. 14, con il titolo "La lista degli ostaggi non arriva. Lo scambio è a rischio", la cronaca di Amedeo Ardenza.
È entrato in Israele in modo illegale, ha raggiunto Tel Aviv e qui, nel quartiere meridionale di Florentin, ha attaccato i clienti di un caffè. A Florentin i bar non mancano e la zona è molto frequentata dai giovani, soprattutto il sabato, giorno del riposo settimanale. L’attentato compiuto da Salah Yahya, un 19enne di Tulkarem, è durato poco: il giovane è stato freddato poco dopo da un civile armato ma è riuscito a ferire un trentenne, poi trasportato all’ospedale Ichilov, mentre una telecamera di sorveglianza riprendeva la scena del terrore: tavoli rovesciati, coltellate. persone in fuga, grida e colpi di arma da fuoco. Hamas si è congratulata per l’attentato definendolo «una reazione naturale» ai presunti crimini di Israele.
È in questo clima che lo Stato ebraico si prepara alla tregua con il movimento terrorista: mediato per mesi da Qatar ed Egitto ma concretizzatosi solo con l’approssimarsi di Donald Trump alla Casa Bianca, il cessate il fuoco dovrebbe iniziare questa mattina alle 8.30.
Secondo quanto pattuito, le Israeli Defense Forces (Idf) cesseranno di martellare Hamas a Gaza e il gruppo del terrore libererà i primi 3 dei 33 ostaggi (su 98) che dovrebbero tornare a case nei prossimi 42 giorni. Solo 25 dei 33 rapiti da liberare sarebbero ancora in vita. Ma «noi non andremo avanti con l’accordo di cessate il finché non riceveremo l’elenco degli ostaggi da rilasciare, come concordato», ha messo in chiaro ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Il suo governo è a rischio e Bibi vuole evitare passi falsi: ieri si è dimesso Itamar Ben-Gvir, ministro di Pubblica sicurezza e leader di uno dei due partiti ipernazionalisti parte della maggioranza. L’altro, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, ha annunciato ieri che pur restando contrario all’accordo, resta nel governo per assicurarsi che la guerra contro Hamas non sia stata vana. I due politici contestano sia che per riottenere pochi civili innocenti, fra i quali donne e bambini, Israele debba rilasciare centinaia di detenuti palestinesi, fra i quali non pochi pluriomicidi, sia che dopo i 42 giorni di tregua Israele si impegni a far tacere le armi sul lungo periodo invece che a eliminare Hamas una volta per tutte.
Ecco perché Netanyahu ci va con i piedi di piombo: secondo il Times of Israel, l'accordo stabilisce che Hamas fornisca i nomi degli ostaggi almeno 24 ore prima del loro rilascio.
I primi tre ostaggi israeliani (tre donne) dovrebbero essere rilasciati domani alle 16. «Israele non tollererà violazioni dell'accordo», ha scandito Bibi. «La responsabilità è esclusiva di Hamas».
Intanto le Idf hanno fatto circolare immagini e avvisi in arabo intimando alla popolazione gazawi di tenersi lontana dai confini esterni della Striscia, anche quello con l’Egitto, come puro da una fascia lungo il corridoio Netzarim che isola Gaza nord dal resto dell’enclave. Per evitare scontri e per la sicurezza degli stessi palestinesi.
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