Corretto l’inseguimento a Ramy: era ora! Cronaca di Massimo Sanvito
Testata: Libero Data: 18 gennaio 2025 Pagina: 5 Autore: Massimo Sanvito Titolo: «I pm: «Corretto l’inseguimento a Ramy»»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 18/01/2025, a pag. 5, con il titolo "I pm: «Corretto l’inseguimento a Ramy»", la cronaca di Massimo Sanvito
E ora dove sono i professorini da salotto che non hanno esitato un secondo prima di puntare il ditino contro i carabinieri? Che fine hanno fatto le tante anime belle di sinistra subito pronte a gridare all’«omicidio di Stato» e alla «profilazione razziale»? Dove si sono nascosti gli odiatori di professione delle divise?
Dal sindaco Sala («i militari hanno sbagliato») al suo “superconsulente” perla sicurezza, l’ex capo della Polizia Franco Gabrielli («quella non è la modalità corretta con cui si conduce un inseguimento»), fino a Ilaria Salis («il comportamento dei carabinieri è inaccettabile in un Paese civile»): dove sono finiti tutti?
Dopo aver ricoperto di fango l’Arma, aprendo la strada alle violenze di piazza – da Torino a Roma – contro le forze dell’ordine da parte dei soliti campioni del disordine, il silenzio è tombale.
Perché? Semplice. Quanto filtrato ieri dalla Procura di Milano ha messo ko i progressisti. Un gancio secco. L’inseguimento dei carabinieri, alle calcagna del T-Max impazzito con a bordo Fares e Ramy, è stato portato avanti senza alcuna violazione di regole, protocolli e norme penali.
Tutto secondo manuale in quegli otto chilometri di caccia per mezza metropoli, dopo che i due avevano preferito la roulette russa della fuga piuttosto che rispettare l’alt imposto dalla prima gazzella (se ne erano poi aggiunte altre due) tra le strade della movida milanese.
I CODICI PARLANO CHIARO
Come previsto dall’articolo 55 del codice di procedura penale, infatti, «la polizia giudiziaria deve, anche di propria iniziativa, prendere notizia dei reati, impedire che vengano portati a conseguenze ulteriori, ricercarne gli autori, compiere gli atti necessari per assicurare le fonti di prova e raccogliere quant’altro possa servire per l’applicazione della legge penale».
Tradotto: se uno scappa va inseguito e fermato per accertare eventuali reati ed evitare che ne vengano commessi altri. «Potevano prendere la targa...», hanno sentenziato tanti esperti immaginari di inseguimenti in questo mese e mezzo di dietrologie e processi sommari. E invece, ovviamente, ciò non basta.
Non solo. Se uno scooter vola a 150 all’ora in città, tra manovre e contromano da brivido, questo è un motivo in più per allarmare chi lo insegue. Che non può sapere chi c’è in sella né cos’abbia combinato: deve bloccarlo e basta. Piaccia o meno a Pd e compagni.
Il lavoro dei pm, però, prosegue.
Il carabiniere alla guida della gazzella che tallonava lo scooter e Fares restano indagati per omicidio stradale, mentre ad altri due militari si contestano depistaggo e favoreggiamento. Tutto ruota attorno al presunto video del “supertestimone”, Omar, che quella notte dice di aver registrato col suo celullare la fase finale dell’inseguimento e lo schianto contro il semaforo all’incrocio dei due mezzi. «I carabinieri mi hanno fatto cancellare tutto», aveva spiegato alle Iene.
Acquisita la copia forense, gli informatici nominati dalla Procura stanno provando a recuperare quelle immagini. Ai primi di febbraio sarà depositata sia questa consulenza sia quella cinematica sulla ricostruzione dell’incidente.
Ieri, intanto, i pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal procuratore generale Marcello Viola, hanno ascoltato in il carabiniere che attraverso la bodycam sulla sua divisa ha ripreso gli istanti successivi al “botto”. Immagini, con audio, mandate in onda giovedì sera da Dritto e Rovescio.
Gli inquirenti, stando a quanto filtra dalle stanze della Procura, hanno dovuto verificare se quei video fossero già depositati agli atti: risposta affermativa. Gli investigatori del Nucleo investigativo hanno poi acqusito l’intero servizio andato in onda su Mediaset. Quei filmati provano un’altra grande verità, che i soliti noti hanno provato a nascondere: i Carabinieri hanno immediatamente messo in moto la macchina dei soccorsi, praticando il massaggio cardiaco su Ramy in collegamento con la centrale del 118 e allertando ambulanze e automediche.
Ora, però, qualcuno chiami Chi l’ha visto: è sparita la sinistra.
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